Mancano un po’ di mesi alle elezioni europee e la politica milanese è già in fibrillazione per le candidature. Potrà essere Milano al centro dell’Europa o del mondo? Un movimento di nomi, incontri, qualcuno già organizza cene e aperitivi per raccogliere consensi e fondi. Si parla, sempre più insistentemente, anche di elementi della Giunta comunale, o consiglieri regionali e comunali, come papabili concorrenti alla competizione elettorale.
Le Europee sono nel 2024, due anni prima delle Olimpiadi che saranno nel 2026 (e che non sono mai diventate tema e speranza cittadina diffusa, non si avverte per nulla un clima di entusiasmo olimpico come accadde invece per Torino: prima o poi se ne parlerà?). Alcuni assessori, o consiglieri regionali e comunali (di maggioranza e opposizione, di fronte alla prospettiva di Bruxelles c’è un insospettabile europeismo) potrebbero essere di fronte alla scelta: o candidarsi alle europee (probabilmente anche come forma di ricollocamento anticipato, in alcuni casi, oppure come ulteriore crescita di ambizioni personali, in altri) o terminare il mandato senza certezze del futuro.
Tra tutte le valutazioni, legittime e su cui non si può sindacare, ne suggeriamo una: rispettare il mandato avuto, portarlo a termine fino in fondo, ed essere ricordati per il successo che ci auguriamo tutti sia l’Olimpiade invernale del 2026. Milano sarà anche vicina all’Europa, ma non dimentichiamo che tra due anni saremo al centro del mondo. E i destini personali, a volte, possono persino beneficiare da rinunce a posizioni di prestigio politico (e, aggiungiamo, economico). E il tema del rispetto dei mandati dovrebbe avere un peso, sennò hanno ragione i populismi social.
