Le ore di sostegno sono un tema ricorrente e si è costretti continuamente a parlarne. Infatti, nonostante il problema sia conosciuto ormai da anni, si riscontrano ancora in molte scuole primarie notevoli difficoltà a coprire le ore di sostegno per bambini e bambine che hanno la necessità (certificata) di una copertura totale. In alcune scuole si sta giocando una specie di “tetris” alquanto fastidioso sulla pelle di questi bimbi. Ovvero, si tolgono ore di sostegno qua e là per incastrare e far sembrare la questione meno “impattante”.
Dov’è l’inclusione senza le giuste ore di sostegno nelle scuole?
Per chiarezza: l’insegnante di sostegno è assicurata dal Ministero, mentre le ore “scoperte” dovrebbero essere assicurate dal Comune tramite educatrici ed educatori per lo più presi da cooperative. E qui c’è l’annosa e storica falla, perché le ore di sostegno educativo di cui hanno bisogno i bambini non corrispondono mai a quelle previste a bilancio dall’Amministrazione, il tutto complicato dalla burocrazia tra scuole e Comune. Essendo tema ricorrente, ed estenuante per i genitori, che ovviamente vivono con ansia il sapere che il loro figlio o figlia non è seguito per 2, 3 o persino più ore, le domande sono talmente semplici da risultare quasi banali: perché non si fa nulla?
Perché purtroppo non è raro che i presidi non rispondano a pec inviate dai genitori per dare spiegazioni? Perché i responsabili istituzionali fanno tutto (convegni, post social, foto) tranne quello che dovrebbe essere il loro lavoro? Perché continuate a parlare di “inclusione” (termine sempre più odioso per chi poi non la vede realizzata), usandola come mantra, senza poi rendervi conto delle voragini aperte, e agire di conseguenza? Si attendono risposte inclusive.