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Milano
16. 05. 2024 19:45

Prima alla Scala, Digos sugli scudi. Quindi dire «Viva l’Italia antifascista» ci rende attenzionabili?

L'uomo che ha urlato la frase è stato fermato e identificato, poi altrove ci lamentiamo della mancanza di agenti

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Partiamo dai fatti: nella serata della prima alla Scala di Milano dove è andato in scena il “Don Carlo”, uno spettacolo ricco di arte e cultura, una serie di eventi ha trasformato il prestigioso teatro in un palcoscenico inaspettato di tensioni da lasciare sbalorditi. Un urlo dal pubblico, un classico «Viva l’Italia», è stato seguito da un’audace controreplica: «Viva l’Italia antifascista». Così, quello che doveva essere un’affermazione di un libero pensiero si è trasformato in un momento di tensione tanto da far entrare in azione addirittura la Digos.

prima alla scala
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Prima alla Scala, è ancora possibile la libertà di pensiero?

L’eco del secondo grido appena dopo l’inno di Mameli – che Ignazio La Russa, ha affermato di non aver udito – ha generato, come detto, un’immediata reazione degli uomini della Digos, che nota per le sue competenze investigative su questioni di ordine pubblico, è intervenuta prontamente per identificare il responsabile dell’esclamazione «Viva l’Italia antifascista», reo – visti i fatti – di aver espresso il suo pensiero, condiviso peraltro da diversi milanesi e italiani. Sorge un forte dubbio: in una democrazia non è più possibile la libertà di espressione?

I fatti della prima alla Scala per spostare l’attenzione sui veri problemi

Detto della libertà di parola, il vero tema che emerge da questa vicenda della prima alla Scala è un altro: una fitta presenza di agenti alla prima alla Scala, ma spesso assenti nei luoghi dove, invece, servirebbe un presidio costante.

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In una città dove la scarsità di agenti è palpabile (nonostante nell’ultimo bilancio preventivo 2024 di Palazzo Marino confermi l’aumento dei fondi per la sicurezza), la prontezza della Digos nel rispondere a un libero “gesto” verbale è quasi imbarazzante, soprattutto se considerata la reale minaccia della frase “incriminata”.

Non arriviamo a parlare di minaccia alla democrazia, certo l’attenzione mediatica spostata sui fatti legati alla prima alla Scala sembra una mossa ad hoc (come spesso fanno) per distogliere la concentrazione di tutti su questioni più pressanti e rilevanti per il benessere di Milano e dell’Italia.

E’ meglio concentrarsi su temi più importanti e urgenti

È innegabile che l’Italia si trovi a dover affrontare sfide significative. E, concentrarsi su un singolo cittadino che esprime la sua opinione è una scelta discutibile. La democrazia deve essere in grado di tollerare opinioni divergenti. E un Paese, anziché perdersi in questioni secondarie, affronti temi più urgenti e importanti.

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