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27. 04. 2024 06:23

Ristoranti e bar: i soliti “cornuti e mazziati”

Bar e ristoranti continuano ad essere la categoria più penalizzata anche in zona arancione. Esiste una soluzione per tutelarli? Il racconto nel nostro editoriale di oggi

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Se la fine di novembre ha conciso per tanti milanesi con il ritorno ad una parvenza di normalità, grazie alla riapertura dei negozi, altrettanto non si può dire per il popolo dei ristoratori e dei titolari di bar e pasticcerie.

L’asporto e il delivery non possono minimamente supplire alla diminuzione dei fatturati. Tantomeno i ristori possono dare ossigeno a quelle attività che vivono di consuetudini, di riti e di un senso d’accoglienza che non sono valori replicabili con le consegne a domicilio.

Ecco perché la categoria è sul piede di guerra, visto che rimane “cornuta e mazziata” anche col passaggio dal rosso all’arancione, senza prospettive almeno per un altro mese abbondante. Se, infatti, i criteri resteranno invariati anche dopo le festività di fine anno, per queste attività non ci sono buone notizie all’orizzonte.

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L’eventuale salto dall’arancione al giallo (improbabile al momento) consentirebbe la riapertura dei ristoranti a pranzo, ma sarebbe solo un placebo. L’ingaggio della clientela per la cena sembra un miraggio che solo con le prime vaccinazioni potrebbe realizzarsi. La categoria ha già annunciato manifestazioni e nuove forme di protesta. Il tema, nemmeno nuovo, è relativo alla sicurezza: perché non istituire una sorta di patentino di agibilità per quei locali piccoli e che sono in grado davvero di assicurare il distanziamento? Non sarebbe un “liberi tutti”, ma solo un gesto di buon senso. Un vero ristoro.

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