Da quando la Formula 1 ha lasciato il “chiaro” per il “criptato”, la voce del circuito su territorio italiano è diventata Carlo Vanzini. Sorpassi, giri veloci, colpi di scena: sul canale 207 Sky Sport F1 HD, Vanzini racconta tutto quanto accade tra qualifiche e gare di un Mondiale che gli appassionati della Rossa speravano di vedere più combattuto di quanto si sia rivelato fino ad oggi, ultima tappa a parte.
Come ci si avvicina a questo Gp di Monza?
«In maniera particolare, la stagione era iniziata con l’idea di una lotta serrata Ferrari-Mercedes. Ben presto si è capito che la Rossa ha sbagliato macchina, ma la buona notizia per questo weekend, dopo il successo in Belgio, è che sembra adatta per Monza».
Come mai?
«È una vettura molto veloce sul dritto, che fatica nelle curve lente, ma a Monza ce ne sono poche. Detto questo, la Mercedes è talmente cannibale che farà di tutto per vincere ancora».
Cosa è successo a Sebastian Vettel?
«Al momento sembra avere poche certezze, una di queste è il contratto in essere ma è chiaro che sta vivendo una stagione in cui, a parte qualche sprazzo, non è stato il pilota che conosciamo. Deve ritrovare la via e capire se ha ancora la dinamite nel piede o se per lui è iniziata la parabola discendente, cosa che può capitare».
Decisamente meglio Leclerc, a maggior ragione dopo Spa.
«A tutti gli effetti è l’unica nota positiva di quest’anno. Ora può permettersi degli errori, andando avanti potrà farlo sempre meno. Deve limare la troppa esuberanza, ma resta l’unica gioia di questa stagione ed è il motivo per cui la Ferrari lo vuole blindare ulteriormente».
Sulla Rossa si è visto anche un altro Schumacher, Mick. Che emozioni ha provato?
«È stato molto emozionante. Lo è stato anche vederlo vincere in Ungheria, fisicamente somiglia veramente molto al padre. Vederlo sul podio con l’inno tedesco, i meccanici del papà, la madre Corinna che festeggiava… Mi è piaciuto meno lo sciacallaggio su questa vittoria perché era comunque una gara 2 di Formula 2».
Un nome per il futuro?
«Vediamo se per lui può essere un punto di partenza come gli è successo in Formula 3. Sarebbe bello vederlo correre senza il peso che ha quel cognome».
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