La F1 vista dalla Masolin: «Una passione che va oltre il risultato»

federica masolin

Da sei anni a questa parte vede sfilare accanto a sé dei gioielli di ingegneria che sono il simbolo di una grande passione nazionale: Federica Masolin è un volto conosciuto nel mondo della Formula 1. Punto fermo della redazione motori coordinata dal vicedirettore di Sky Sport Guido Meda, racconta il paddock, raccoglie le impressioni dei piloti e i retroscena del circuito al fianco di chi su quelle monoposto (vedi Jacques Villeneuve o Davide Valsecchi) ci è salito fino a qualche tempo fa. Monza, come tutti gli appuntamenti del calendario, la vedrà al suo posto davanti alle telecamere.

Che emozioni regala un Gran Premio come questo?
«Da italiana è una corsa speciale. Siamo a casa nostra, dove la Ferrari è una specie di religione. Arrivare a Monza è come arrivare a casa e a maggior ragione ci sono aspettative altissime, un calore incredibile per il team che porta l’italianità in giro per il mondo. È bello anche per noi che la seguiamo in tutti quei Paesi».

L’entusiasmo è lo stesso degli anni in cui si vinceva un pizzico di più?
«La Formula 1 raccoglie ancora consensi in tantissimi giovani. Uomini e donne. È un po’ l’obiettivo che ci eravamo prefissati quando abbiamo cominciato questo percorso a Sky».

Su cosa puntate?
«Cerchiamo di essere aperti alla “chiacchiera”, raccontando la parte tecnica con strumenti che possano strizzare l’occhio a chi è addentro a questa materia. Sotto questo aspetto ha pagato la rivoluzione della Formula 1 che lo scorso anno ha portato le macchine in città».

Non fosse stato per Spa, si potrebbe dire che i risultati della Rossa non giustificherebbero un grande entusiasmo…
«Noi italiani ci scateniamo e ci demoralizziamo per poco. Il campionato è in corso, ci sono chance di vedere una stagione non ancora così monocolore. Il bello della Formula 1 è che la passione va oltre il risultato».

Qual è il ricordo più bello che ha a Monza?
«Il giro su una biposto insieme a Jacques Villeneuve. Essendo stata una sua tifosa e avendo ora un rapporto di amicizia professionale con lui, è stato molto bello vederlo su una vettura. E poi Monza la conosco a memoria. Durante i weekend, quando non c’è attività, si può correre per i circuiti a piedi. Ormai li ho girati tutti. Ma percorrerlo su una vettura è tutta un’altra cosa».


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