L’Itas Giulio Natta si racconta: «La nostra scuola accogliente e aperta»

itas giulio natta
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A due passi dalla fermata Cimiano della M2, nella periferia nord-est della città, la scuola pubblica ITAS Giulio Natta «è in mezzo fra la realtà multiculturale di via Padova e un quartiere che si sta rinnovando con la presenza di nuovi uffici, abitazioni e aree gioco. La composizione dei nostri studenti rispecchia pienamente questa situazione», racconta a Mi-Tomorrow Carla Maria Cucinotta, da sei anni dirigente scolastico del liceo linguistico, scientifico e istituto tecnico biotecnologico.

 

Qual è il rapporto fra l’istituto e il quartiere?
«Data la comodità della metropolitana, una consistente fetta di studenti arriva anche da fuori Milano. Il Natta ambisce ad aprirsi al territorio perché abbiamo capito che i ragazzi hanno bisogno di un luogo di riferimento dove poter trascorrere le loro giornate, proponendo diverse attività sia al pomeriggio che d’estate».

Ad esempio?
«Attività sportive, corsi di recupero, corsi di italiano per stranieri, campus in inglese. Inoltre mettiamo a disposizione diversi spazi per studiare. La nostra è una scuola accogliente e aperta».

Qual è la percentuale di alunni stranieri?
«Fra il 20 e il 30 per cento, concentrati soprattutto nell’indirizzo bio-tecnologico. Per i neo arrivati attiviamo corsi di italiano, così come per chi è nel nostro Paese da più tempo, ma ha bisogno di acquisire competenze linguistiche per studiare le materie tecniche».

Quanti sono gli studenti?
«Abbiamo circa 1.200 studenti, divisi in 50 classi. Quest’anno c’è stato un boom di iscrizioni ed eccezionalmente abbiamo formato 11 prime, ma non possiamo andare oltre perché è molto importante per noi offrire ai ragazzi un ambiente accogliente, con classi pulite e ben imbiancate, le lavagne LIM e i monitor touch, il wi-fi, il bar e le macchinette a disposizione».

Ci sono stati casi di bullismo?
«Non ci sono stati episodi eclatanti, però i problemi si creano soprattutto nelle prime, in parte per una questione di età e un po’ perché i ragazzi non si conoscono ancora. Il referente del bullismo e cyberbullismo della scuola è una docente che, oltre a insegnare la sua materia, è psicologa».

Qual è il suo compito?
«E’ tutor delle classi prime. Nel caso individui situazioni a rischio interviene ad esempio con giochi di ruolo in cui bullo e bullizzato entrano nei panni l’uno dell’altro. Questa attività educativa ha sempre funzionato».

Gli studenti hanno manifestato contro i cambiamenti climatici?
«Il giorno prima della manifestazione per il “Terzo Global Strike for Climate” del 27 settembre ho inviato loro una circolare dicendo che i docenti avrebbero accettato la giustificazione “partecipazione alla manifestazione”. Ho aggiunto però che l’avrei conteggiata come assenza, perché avrebbe dovuto essere una scelta consapevole, da discutere anche con le famiglie. Nella stessa comunicazione ho elencato anche una serie di accorgimenti che gli studenti dovrebbero avere all’interno della scuola per salvaguardare l’ambiente».

Quali?
«Buttare correttamente i rifiuti nei cestini differenziati che ho fatto installare, utilizzare gli asciugamani elettrici per evitare di sprecare carta in bagno. Inoltre ho suggerito loro di coprirsi con una felpa più pesante e con meno buchi nei pantaloni invece di chiedere di alzare la temperatura dei termosifoni».

Presto nuovi laboratori

L’Itas Natta è nato come costola del Istituto Fabio Besta, ancora oggi situato nello stesso stabile di via don Calabria. Inizialmente era un istituto femminile. Negli anni si è trasformato più volte, fino alla riforma della scuola secondaria superiore del 2010, quando si è diviso in liceo linguistico, liceo scientifico e istituto tecnico biotecnologico.

Nella sede distaccata di via Crescenzago ci sono le classi terze, quarte e quinte del liceo linguistico, considerato uno dei migliori di Milano secondo Eduscopio e altre graduatorie. «Offriamo agli studenti la possibilità di ottenere le certificazioni rilasciate dagli istituti British Council, Goethe, Grenoble e Cervantes.

Inoltre alcuni docenti insegnano storia dell’arte in lingua; così alcuni ragazzi fanno da guide ai turisti stranieri nei musei milanesi». Oltre a inglese, francese, tedesco e spagnolo nel pomeriggio si possono frequentare corsi di cinese, giapponese e russo.

«Usciti dal biotecnologico i diplomati possono lavorare nei laboratori, ma la maggior parte si iscrive a lauree infermieristiche, a chimica e a medicina. La percentuale di chi supera il test di ingresso a medicina è alta e molti ex studenti dicono che i primi anni “vivono di rendita”. Con i finanziamenti europei PON di 100.000 euro, inaugureremo a giorni il nuovo laboratorio di igiene e anatomia. Inoltre, grazie al contributo volontario delle famiglie, apriremo a breve anche il nuovo laboratorio di fisica».

Via Don Calabria 16, Milano
Via Crescenzago 108, Milano
Tel 02.25.90.083
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