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19. 04. 2024 03:10

Politecnico: in quattro in lizza per il dopo Resta

Giovedì il secondo (forse decisivo) scrutinio per decretare il nuovo rettore dell'università milanese

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Quattro candidati sono in competizione per succedere a Ferruccio Resta, rettore del Politecnico dal gennaio del 2017. Il primo scrutinio di giovedì scorso si è svolto senza vincitori ma ha dato indicazioni precise: Donatella Sciuto, prorettrice vicaria e docente di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni, ha ottenuto 787,84 voti pesati che l’hanno portata al primo posto ma non all’elezione. Secondo è il principale rivale Antonio Capone, ordinario di Telecomunicazioni e preside della Scuola di Ingegneria industriale e dell’Informazione, che ha ottenuto 376,49 voti pesati.ù

Nuovo scrutinio per decidere il successore di Resta al Politecnico

Più distanziati Giulio Magli, preside del Dipartimento di Matematica, con 217,24 preferenze pesate e Gianpaolo Rosati, docente ordinario nel Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale, con 76,27. Giovedì prossimo il secondo turno, se non basta sono previsti altri due, l’ultimo sarebbe un ballottaggio tra i primi due candidati. La contesa potrebbe finire tra due giorni ponendo fine ad un meccanismo elettorale a dir poco complesso con 1.400 docenti ai quali è assicurato un voto a testa mentre ai 1.310 tra amministrativi e studenti sono attribuiti “solo” 378 voti. Ma tant’è, queste sono le regole del Polimi.

Chiunque vinca dovrà portare avanti l’eredità non facile di Resta che ha guidato il Politecnico nei progetti di espansione in Bovisa, con la Goccia, e in Città Studi con il campus di Piano per non parlare degli accordi con la Cina: dal ‘18 la Bovisa ospita il primo polo di insegnamento e ricerca che la Tsinghua University ha stabilito in Europa, nel 2019 c’è stato il Joint School of Design and Innovation realizzato in terra cinese a Xi’an. La priorità sarà comunque trovare nuovi spazi per le attività universitarie, il Poli è ormai saturo: si inizia a far elezioni alle 8 del mattino e si pensa di utilizzare anche la giornata del sabato, una situazione ormai insostenibile che richiede soluzioni a breve termine.

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«Il nome è quello della Sciuto»
L’architetto De Caro: «Darebbe continuità»

Architetto, opinionista, un lungo legame con il Politecnico, Maurizio De Caro è una delle figure più qualificate per giudicare il momento che sta vivendo l’ateneo di Città Studi.

Quando è iniziato il suo rapporto con Polimi?
«Ho studiato architettura e mi sono laureato con Eugenio Gentili Tedeschi, un grande personaggio, aveva fatto la lotta partigiana e era scampato a 7-8 finte fucilazioni. A parte questo ricordo che, tra i tanti suoi lavori, è autore del progetto della stazione Garibaldi».

Possiamo dire che è stato il suo maestro?
«Sono stato suo assistente, poi ho insegnato a più riprese come docente a contratto facendo il relatore di molte tesi di laurea».

Cosa significa essere docenti a contratto?
«Si viene pagati molto poco e di solito non si viene stabilizzati: credo che sia un problema da affrontare con decisione».

Nonostante i tempi difficili per le università, che hanno pagato anche lo scotto del covid, il Politecnico cresce negli iscritti: come lo spiega?
«E’ sempre stato così, il Politecnico non delude mai neppure in tempi in cui le altre istituzioni subiscono impoverimenti».

Come si vive questa eccezionalità nell’ateneo?
«Esiste un senso di comunità, anche chi è stato studente conserva un sentimento di appartenenza».

L’aumento degli iscritti provoca una continua ricerca di nuovi spazi.
«Esiste una carenza di spazi che si cerca di risolvere. Io credo che la soluzione migliore sarebbe realizzare una sede unica».

Sarebbe necessario un enorme spazio, dove si può trovare?
«Non è una cosa facile, è fondamentale che si realizzi un unico campus».

Come giudica il mandato di Resta?
«E’ stato un protagonista importante, lo dimostra il fatto che ha partecipato a tutti i tavoli che contano di Milano, a partire da quello sulla riqualificazione degli ex Scali ferroviari».

Nelle grandi scelte della città, in particolare quelle urbanistiche, sembra non si possa prescindere dal Poli: è così?
«Sì, in Expo è stato fondamentale, allo stesso modo lo è nei trasporti, nelle metropolitane».

Nelle classifiche internazionali il Politecnico è sempre ai primi posti in Italia e anche in Europa: è un’eccellenza che ha superato le altre università?
«Credo di sì, non è comparabile con gli altri atenei. Una persona che si forma al Politecnico è riconoscibile facilmente, è uno che ha superato corsi molto impegnativi in cui i docenti sono severi nei voti».

Conosce i quattro candidati al rettorato?
«No».

Quali sono le qualità che deve possedere chi vuole fare il rettore?
«Come prima cose deve mostrare le sue abilità dentro l’ateneo, poi dev’essere un manager, uno capace di costruire percorsi anche imprenditoriali».

Dev’essere anche politico?
«Un ruolo politico istituzionale il rettore lo ha sempre avuto. Pensiamo al Pgt, il Politecnico è imprescindibile per la sua realizzazione».

Chi risponde meglio a questo identikit?
«Direi Sciuto, è già la vice, è la candidata ideale: conosce i meccanismi, è in grado di assicurare la continuità con Resta».

I numeri del Poli

47.170 studenti iscritti

7.231 architetti

4.294 designer

35.645 ingegneri

7.124 studenti stranieri

1.259 tecnici amministrativi di ruolo

1.507 docenti di ruolo

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