Sorelle Agazzi, viva le differenze: «Qui l’85% di studenti stranieri»

Tappa all’Istituto Comprensivo “Sorelle Agazzi” in Bovisasca-Comasina. La preside Pollio: «Serve più formazione per affrontare le differenze culturali»

sorelle agazzi
sorelle agazzi

Siamo nell’estrema periferia nord di Milano, in zona Bovisasca-Comasina. L’istituto Comprensivo “Sorelle Agazzi” riunisce cinque plessi, una scuola dell’infanzia, due primarie e due medie, distribuite in tre edifici diversi. Appena incontriamo la professoressa Lucia Pollio, al suo primo incarico come preside, ci conferma che si tratta di “scuole di frontiera”.

 

Sorelle Agazzi, parla la preside

Quali sono le difficoltà che deve affrontare?
«Nelle classi del nostro istituto l’85-90% dei bambini è straniero e non siamo abbastanza preparati ad affrontare le difficoltà di integrazione, soprattutto delle famiglie arabe e cinesi».

Non ci sono i mediatori linguistici?
«Sì, certo, e spesso sono gli stessi bambini o qualche genitore ad avere questo ruolo. Poi molti studenti cinesi sono nati qui e conoscono bene la lingua. Il problema è la scarsa formazione dei docenti e dei dirigenti che, non per colpa loro, sono impreparati ad affrontare tante differenze culturali, che passano dall’alimentazione, alla religione, dall’educazione e alla condizione femminile.

lucia pollio
La preside Lucia Pollio

Spesso poi accade che a metà anno arrivino nuovi studenti di origine straniera e il loro inserimento in una classe diventa così complicato che i docenti sono costretti a rallentare l’insegnamento. Ci vorrebbero più fondi anche da destinare per esempio alla psicomotricità, che trovo sia molto importante per l’educazione comportamentale. Inoltre avere 750 alunni (che sono pochi per un Istituto Comprensivo) sparsi per cinque plessi è troppo dispersivo».

Si spieghi…
«La situazione ideale sarebbe portare qui in via Gabbro i ragazzi del plesso Gandhi di piazza Gasparri: così potrei organizzare meglio il mio lavoro e potrebbe esserci una maggiore collaborazione fra i docenti. Ma quella scuola si trova in zona Comasina, che è abbastanza lontana, e per i genitori, che hanno anche un forte senso di appartenenza a quel quartiere, sarebbe complicato accompagnare i bambini fino a qui».

L’Istituto Sorelle Agazzi fa parte del progetto “La mia scuola è differente” in collaborazione con il Comune: di che cosa si tratta?
«E’ un progetto volto all’inclusione, portato avanti da un gruppo di associazioni e di docenti, che prevede diverse attività. Teniamo aperta la scuola dalle 7.15 alle 17.45, per dare la possibilità ai genitori di lavorare lasciando i figli in un posto sicuro, svolgendo attività come il conseguimento del livello L2 di lingua italiana, cosa che sta dando ottimi risultati.

Per favorire l’armonizzazione del corpo e l’apprendimento linguistico aiutiamo i bambini con l’arte. Questo progetto è rivolto anche ai ragazzini italiani che hanno alle spalle situazioni molto difficili. Per i casi che vengono seguiti ci sono a disposizione psicomotricisti, neuropsichiatri, psicologi, ma non è semplice far capire ai genitori che i loro figli hanno bisogno di aiuto».

Cos’è “La Scala fa scuola”?
«Il Sorelle Agazzi è stato scelto insieme a una decina di altri istituti per formare un coro con l’aiuto di esperti della Scala. Sono stati selezionati una cinquantina di bambini delle elementari che alla fine dell’anno si esibiranno al Teatro alla Scala».

E il progetto sul cinema?
«E’ diviso in due parti. Da un lato lavoriamo con il cinema muto, grazie al quale i ragazzi sviluppano la loro immaginazione, interpretando il linguaggio del corpo, inventando dialoghi, facendo riassunti delle storie che hanno osservato. Dall’altro si mostrano film che trattano argomenti che che stimolino un dibattito finale. Inoltre, per affrontare il tema del bullismo alcuni ragazzi si sono trasformati in giornalisti: hanno intervistato e ripreso con la telecamera i loro compagni e anche me sull’argomento».

I contatti

Via Gabbro 6/A, Milano

02.88.44.72.22

miic8cr006@istruzione.it