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29. 04. 2024 03:34

Addio agli artigiani in Italia: persi 325mila in 10 anni, il boom in Lombardia

Trovare sarti, fabbri e falegnami diventa un’impresa, ecco cosa sta succedendo

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La situazione degli artigiani in Italia presenta dati preoccupanti, confermando l’esperienza empirica quotidiana. Secondo le elaborazioni dell’ufficio studi della Cgia di Mestre sui dati Inps, negli ultimi dieci anni il numero degli artigiani nel nostro Paese è calato del 17,4%, pari a quasi 325.000 unità in meno rispetto al 2012. Alla fine del 2022, il numero totale di artigiani registrato dall’Inps era di 1.542.299. 

Addio agli artigiani in Italia, i perché di questa tendenza

Questo drastico calo è dovuto a diverse motivazioni, tra cui la mancanza di giovani che intraprendono queste professioni e l’assenza di un ricambio generazionale che ha portato ad un incremento significativo dell’età media degli artigiani. Inoltre, il crescente costo degli affitti e delle tasse, la concorrenza sempre più forte della grande distribuzione e dell’e-commerce, unita alle nuove abitudini di acquisto degli utenti che preferiscono prodotti in serie ed usa e getta consegnati comodamente a domicilio, hanno reso sempre più difficile la sopravvivenza delle attività artigianali. Pertanto, molti artigiani si vedono costretti a chiudere i loro laboratori e cercare un’occupazione dipendente, in attesa di raggiungere l’età pensionabile, cercando così di ritrovare un po’ di tranquillità e sicurezza. 

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Addio ai talenti di calzolai e fotografi, chi prenderà il loro posto

Purtroppo, è evidente che le botteghe artigiane che un tempo erano ricche di talenti come calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, lavasecco, orologiai, pellettieri, riparatori di elettrodomestici e televisori, sarti e tappezzieri, stanno scomparendo rapidamente. La maggior parte di queste attività erano condotte a livello familiare. Tuttavia, va sottolineato che alcuni settori artigiani sono in grande espansione nel campo del benessere e dell’informatica, come ad esempio parrucchieri, estetisti, tatuatori. Allo stesso modo, si nota una forte crescita di sistemisti, addetti al web marketing e esperti di social media. 

Addio agli artigiani in Italia, la situazione regione per regione

Analizzando la situazione territoriale degli artigiani nell’ultimo decennio, le province che hanno registrato la maggior perdita percentuale di artigiani sono state Vercelli e Teramo (-27,2%), Lucca (-27%), Rovigo (-26,3%) e Massa-Carrara (-25,3%). I cali meno pronunciati si sono invece verificati a Trieste (-3,2%), Napoli (-2,7%) e Bolzano (-2,3%). In termini assoluti, le province che hanno subito le maggiori perdite sono state Bergamo (-8.441), Brescia (-8.735), Verona (-8.891), Roma (-8.988) e Milano (-15.991). In particolare, Torino ha registrato una significativa diminuzione di 18.075 artigiani. Analizzando invece le regioni, le più colpite dal calo percentuale degli artigiani sono state Piemonte (-21,4%), Marche (-21,6%) e Abruzzo (-24,3%). In termini assoluti, le regioni più colpite sono state Emilia Romagna (-37.172), Veneto (-37.507), Piemonte (-38.150) e soprattutto Lombardia (-60.412 unità). 

Cosa fare per evitare che scompaiano gli artigiani in Italia

Il settore degli artigiani in Italia sta subendo un’imponente trasformazione a causa di diversi fattori negativi. È di fondamentale importanza affrontare questa situazione e adottare politiche che sostengano e valorizzino le attività artigianali, promuovendo l’innovazione e la formazione di nuove generazioni di artigiani. Solo così potremo salvaguardare le tradizioni e preservare il patrimonio culturale e produttivo del nostro Paese.

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