Si torna ancora a parlare di morti sul lavoro. L’ultima tragedia in ordine cronologico è avvenuta nella vicina Torino, dove a perdere la vita sono stati 3 operai, di cui due provenienti dalla Lombardia. Nella giornata di ieri le tre vittime erano su un impalcatura adibita per la ristrutturazione di un palazzo. Improvvisamente la gru è crollata facendo precipitare nel vuoto i tre malcapitati. A perdere la vita Marco Pozzetti, 54 anni, di Carugate, Roberto Peretto, 52 anni, di Cassano d’Adda e Filippo Falotico, appena 20 anni, di Torino.
Quella delle morti bianche è purtroppo una piaga che non trova ancora una soluzione: da inizio anno le morti sul lavoro tra Milano e il resto della Regione hanno raggiunto quota 125 persone. In molti casi la causa va ricercata nell’inefficienza dei sistemi di sicurezza.
Morti sul lavoro: è necessaria un’inversione di tendenza
I dati del 2021 sono in calo rispetto a quelli del 2020, ma purtroppo ad influire sulle morti bianche dell’anno precedente è stata soprattutto la pandemia. Infatti molte morti sul lavoro sono state dovute proprio ai contagi nella fase iniziale dell’epidemia.
La maggior parte dei decessi si concentrano nel settore edilizio e sono spesso causate da cadute, intossicazioni e crolli, spesso evitabili in presenza di sistemi di sicurezza efficaci. Alle morti si aggiungono poi tutta una serie di infortuni: gli incidenti sono stati 72.234 da inizio anno. Una media preoccupante se si pensa che ogni mese si verificano circa 8.000 incidenti sui posti di lavoro.
«A Brescia e a Milano la situazione di infortuni con esito mortale è più importante che altrove nella regione – ha dichiarato il Segretario regionale della Cisl, Pierluigi Rancati -. Dopo la terza ondata di Covid-19, con la riapertura degli impianti di produzione, anche gli infortuni sono aumentati, probabilmente anche per colpa della mancanza di controlli e di manutenzione degli impianti durante la chiusura».