10.5 C
Milano
29. 04. 2024 04:26

Basta paure sull’intelligenza artificiale, Filippo Poletti: «Cambierà le nostre vite in meglio»

Il giornalista e autore del libro Smart Leadership Canvas: «Stiamo vivendo la rivoluzione industriale 5.0 e Microsoft punta sulla nostra città»

Più letti

Quando si parla di intelligenza artificiale i più anziani, nonché cinefili, volgono subito la memoria verso Hal, il computer umano del film 2001 Odissea nello spazio che a un certo punto si ribella agli astronauti. L’IA è qualcosa di più complesso come spiega il giornalista Filippo Poletti nel suo ultimo libro Smart Leadership Canvas: come guidare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale con il cuore e il cervello (Guerrini Next, 330 pagine), un’indagine su questa realtà corredata da interviste a protagonisti di 20 aziende italiane.

Intelligenza artificiale, Filippo Poletti: «In Italia, a parità di lavoro, potremo avere un aumento di produttività del 70%, una crescita del Pil del 18%, che significa 319 milioni di euro in più»

Cosa significa l’avvento dell’Intelligenza Artificiale?
«Siamo di fronte a una rivoluzione non solo tecnologica ma di leadership, per capirla bisogna tenere presenti quelle che io chiamo le tre C: collaborazione, cuore, cervello».

Perché sembrano prevalere le paure sulle opportunità?
«Finora è prevalsa un’analisi incompleta, ci si è concentrati sui rischi a svantaggio delle opportunità».

Le tre parole di oggi? Scoprile in newsletter!

È solo un problema di comunicazione?
«Direi piuttosto di analisi lucida, manca chi ci dica che questa trasformazione ci farà diventare più produttivi».

Faccia qualche esempio.
«In Italia, a parità di lavoro, potremo avere un aumento di produttività del 70%, una crescita del Pil del 18%, che significa 319 milioni di euro in più».

Come sarà possibile?
«Basti pensare al debito digitale: ogni ufficio che oggi riceve centinaia di mail potrà gestirle agilmente con nuovi sistemi, ad esempio con copilot, con slide che si avvalgono di canali vocali».

Finiranno le operazioni di routine?
«Glielo dico in milanese: sarà eliminato lo “sbatti sbatti”, potremo ridurre il tempo dedicato ad attività correnti per dedicarlo ad altre».

Ciò significa che spariranno alcuni mestieri: chi li pratica si deve preoccupare?
«La paura è legittima, ci saranno alcuni mestieri che scompariranno. Voglio, però, ricordare uno studio commissionato dall’ONU secondo cui poco più del 5% delle professioni è esposto all’automazione, ciò significa 1,3 milioni di lavoratori italiani sui 23 complessivi».

Le aziende come si stanno comportando?
«Quelle più grandi, con almeno 10 dipendenti, hanno capito l’importanza dell’IA, occorre farla capire alle piccole e medie che rappresentano la stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale».

Quale ruolo può avere Milano?
«Microsoft punta sulla nostra città, dovremo essere un esempio per tutti».

In che modo le aziende potranno essere agevolate dall’IA?
«Per esempio con la velocizzazione della pubblica amministrazione agendo sulle tempistiche interminabili che oggi vediamo nelle autorizzazioni e persino nel rilascio dei passaporti».

Siamo in ritardo rispetto ai Paesi più sviluppati?
«Dobbiamo recuperare in particolare sul digital divide, non è possibile avere zona di serie a e altre di b: la rete va potenziata altrimenti salta una conquista importante come lo smart working».

Possiamo dire che stiamo vivendo qualcosa di storico come l’invenzione del vapore nel ‘700?
«Sì, sono convinto che questa è la rivoluzione industriale 5.0».

In conclusione: la nostra vita sarà rivoluzionata?
«Ma no, continueremo a fare la vita di sempre. Quando nel ‘96 il computer Deep Blue sconfisse Kasparov si gridò alla fine degli scacchi: non è avvenuto, si gioca come prima».

In breve

FantaMunicipio #27: quanto ci fa bene l’associazionismo cittadino

Pranzi, musica, poesia, arte, intrattenimento, questionari, flash mob e murales: tutto all'insegna dell'associazionismo cittadino e delle comunità che popolano...