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19. 04. 2024 06:57

Quartiere Porta Nuova, tramonta il sogno del “Ponte Serra”?

Il restyling del Pirellino potrebbe vedere sfumare il famoso "Ponte Serra" pensato dall'architetto Stefano Boeri: ecco perchè?

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Il dibattito sul quartiere Porta Nuova va avanti da quasi un anno, e si lega alla polemica tra Regione Lombardia e il Comune di Milano: l’oggetto della discordia è una legge regionale che prevede, nel momento in cui si recupera un immobile abbandonato, che ci sia un incremento del volume dell’immobile del 25%, nel caso in cui l’edificio sia stato abbandonato da più di 5 anni.

È una misura regionale che limita il potere decisionale dei singoli comuni lombardi, potere essenziale per una organizzazione urbanistica intelligente, che tenga conto delle specificità del territorio. La successiva modifica della legge ha introdotto un range di incremento volumetrico compreso tra il 10% e il 25%, lasciando un più ampio margine di manovra.

Quartiere Porta Nuova: i progetti del Ponte Serra e della Torre Botanica

Il dibattito sulla legge regionale per la riqualificazione degli immobili è tornata oggetto della cronaca con il caso del progetto di riqualificazione dell’area del quartiere di Porta Nuova, in particolare di via Pirelli 39, il “Pirellino”, che riguarda un’area compresa tra via Pirelli e via Melchiorre Gioia.

Lo scorso 6 dicembre infatti, dopo un lungo discutere, la giunta milanese si era riunita per integrare il testo della legge e aveva concordato un massimo indice volumetrico aggiuntivo del 10%, valido però solo per gli immobili delle aree fuori dalla circonvallazione della città di Milano, ovvero per gli immobili periferici.

Il progetto del Ponte Serra, che con la Torre Botanica era il cuore pulsante del progetto di riqualificazione di via Pirelli 39, il Pirellino, ne sarebbe quindi rimasto escluso perché l’area di Porta Nuova è un’area centrale.

Dopo un acceso dibattito, il Pirellino è stato incluso tra i progetti che potranno beneficiare dell’incremento di volumi ma, rispetto alle condizioni iniziali, la percentuale di incremento del volume scende dal 25%, valore iniziale, al 10%. Di sicuro, era una misura più equa quella che immaginava un bonus per chi sceglie di investire nella periferia milanese, fuori dalla circonvallazione.

Sta di fatto che a non poter beneficiare dell’applicazione degli incentivi volumetrici saranno le aree del centro storico, il corso del fiume Lambro, il Parco Nord, il parco agricolo Sud e qualche altra area ritenuta di interesse architettonico.

Quartiere Porta Nuova: il progetto iniziale del Pirellino con il Ponte Serra


Il progetto di ridisegnare il Pirellino è stato assegnato alla squadra di studi di architettura composta da Stefano Boeri Architetti e Diller Scofidio + Renfro. Il disegno iniziale del progetto prevedeva la costruzione della “Torre Botanica”, un nuovo grattacielo residenziale di Porta Nuova ricoperto di 1.700 metri quadrati di vegetazione distribuiti su più piani.

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Il Pirellino inoltre prevede la riqualificazione dell’immobile al civico 39 di via Pirelli, precedentemente edificio degli uffici comunali e, infine, il Ponte Serra, ovvero la conversione del ponte a scavalco di via Melchiorre Gioia in un nuovo “ponte verde” per la città di Milano.

Quartiere Porta Nuova: Ponte Serra della discordia

 

quartiere porta nuova

Alla luce degli ultimi avvenimenti, l’architetto Stefano Boeri ha dichiarato che, con il bonus di incremento volumetrico ridotto al 10% (il minimo previsto dalla norma lombarda), molto probabilmente dovrà essere abbandonata l’idea del Ponte Serra.

Il Ponte Serra, nel disegno iniziale, era stato disegnato come un “ponte verde”, cioè di tutela della biodiversità e legato alla botanica: uno spazio che riprendesse gli obiettivi del Bosco Verticale, diventando però anche luogo di eventi ed incontri.

Il progetto del Ponte Serra – e del quartiere Porta Nuova in generale – però è stato duramente contestato anche da una parte della comunità ambientalista milanese, di fatto contraria all’incremento volumetrico concesso dalla legge regionale. Per Boeri però il fattore volumetrico, se non disturba dal punto di vista della luce e della conservazione del patrimonio storico ed è funzionale alla creazione di uno spazio verde, non è un minus, ma un plus.

«La cosa importante è il consumo di suolo. Le città del futuro dovranno anzi essere in grado di liberare significative porzioni di terreno oggi impermeabile, da restituire all’agricoltura e alle piante – ha dichiarato l’architetto -. È quello che stiamo facendo a Padova, dove il piano regolatore sta depavimentando suolo e realizzando parchi e filari. Il secondo aspetto è quello della connessione verde dei sistemi vegetali esistenti con viali alberati, piste ciclabili piantumate, aiuole, ponti. Quanto alla pianificazione urbanistica, i pilastri sono una forte regia pubblica e un coinvolgimento delle risorse private affinché si producano effetti di evidente utilità sociale per i cittadini».


Il progetto del quartiere Porta Nuova si inserisce nell’ampio dibattito ambientale milanese: la città ha fatto grandi passi avanti sulle politiche ambientali, sia nella sensibilizzazione dei cittadini che nell’organizzazione più attenta degli spazi urbani. Resta indecisione su come muovere i prossimi passi urbanistici della città: un progetto come quello del Ponte Serra lascia aperti molti dubbi e c’è chi, tra i verdi milanesi, definisce la zona di Porta Nuova uno “scempio ecologico”.

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