Era il 10 luglio 1976 quando, alle 12.28, dall’azienda ICMESA di Meda fuoriuscì una nube tossica di diossina che ricoprì il cielo di tutta la bassa Brianza: quell’evento, dalle conseguenze devastanti sull’ambiente e sugli abitanti della zona, passò alla storia come “il disastro del Seveso”. Disastro che ebbe un’incredibile risonanza in tutto il mondo e portò, tra le altre cose, alla creazione di una nuova direttiva europea.
Disastro di Seveso, la storia
Il disastro di Seveso sconvolse il Paese intero, così come il resto d’Europa e del mondo. Fu la prima volta nel corso della storia italiana in cui una diossina tossica uscì da una fabbrica, colpendo e rovinando la popolazione e l’ambiente circostante. Il Time nel 2010 inserì questo incidente nella lista dei peggiori disastro ambientali, all’ottavo posto. CBS, sito americano, lo mise tra le più brutte e pericolose catastrofi umane ambientali di sempre.
Tutto partì dal reparto B dell’industria chimica ICMESA (Industrie Chimiche Meda Società Azionaria). Un reattore ebbe un grande problema. Iniziò a sprigionarsi da quella che all’epoca era nota come “fabbrica di cosmetici e profumi”, in pochissimo tempo, una grande nube tossica. L’odore era acre e fastidiosissimo. Si diffuse a Meda, Seveso (l’area più colpita, un tempo in provincia di Milano, oggi di Monza-Brianza), Cesano Maderno e Desio.

Cos’era successo? Si verificò un’avaria al sistema di controllo del reattore chimico A101, che era destinato alla produzione di triclorofenolo. Temperatura e pressione salirono oltre i limiti previsti, senza che fosse azionato l’impianto di raffreddamento. Ci fu una reazione chimica, che comportò una massiccia formazione di 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina, meglio noto come TCDD, diossina, che si diffuse velocemente nell’aria. Non ci fu nessuna esplosione, grazie alla prontezza di un operaio, ma ormai il danno era fatto.
Le conseguenze del disastro di Seveso
Centinaia di cittadini che abitavano nelle aree coinvolte furono evacuati, le loro case bonificate o addirittura distrutte. 240 soggetti, per la maggior parte bambini, furono colpiti da cloracne, un’eruzione cutanea. Tra i residenti di Seveso e delle altre zone vicine fu osservato un incremento di linfomi, leucemie e mielomi. Le piante si seccarono e morirono. Tanti animali si ammalarono e furono soppressi.
Alle donne incinte, sebbene l’aborto nel 1976 non fosse ancora legale, fu concesso, in via del tutto eccezionale, di accedere all’interruzione di gravidanza. Si osservò anche un incremento di tumori alle mammelle e al retto. Gli effetti sulla salute umana sono alla studio ancora oggi.
Dopo il disastro di Seveso, l’Unione Europea si mosse finalmente in modo attivo per prevenire e affrontare i grandi rischi industriali. Fu approvata la cosiddetta “direttiva Seveso”, più volte poi aggiornata nel corso degli anni.