24.5 C
Milano
27. 07. 2024 04:23

Oversympathy, Frank Matano torna in scena al Santeria Toscana 31: «Unica regola: non strafare»

La stand-up comedy sta vivendo un momento d’oro e Milano ne raccoglie i frutti ospitando un format che permette a comici sconosciuti di farsi notare. A giudicare sarà lo stesso Matano, gli spettatori in sala e ospiti a sorpresa

Più letti

«Il pubblico è uno strumento musicale che il comico deve saper suonare». Dopo aver portato l’improvvisazione in tv, Frank Matano ci prova con i club nel pieno rispetto della tradizione della stand-up comedy. Oversympathy è il nuovo spettacolo d’intrattenimento da lui stesso ideato che – girando tre città d’Italia – proverà a raccogliere i comici emergenti della nostra penisola.

La sfida è sul palco e la regola ferrea è una sola: non bisogna peccare di oversympathy. In poche parole, strafare è assolutamente vietato. Una lezione di disciplina, ma anche un modo per far arrivare comici ignoti al pubblico ricordando che anche la comicità è un’arte e, come tale, si affina con la pratica. A Milano Oversympathy debutta al Santeria Toscana 31 il 17 maggio, per poi tornare il 19 e il 26 maggio. Del resto, dice Matano a Mi-Tomorrow, è la città che lo ha ospitato e lanciato nel mondo dello spettacolo.

Frank Matano in scena con Oversympathy

Oversympathy vanta già qualche data: com’è andata?
«È andata bene. A tutti gli effetti è un esperimento e si sono presentate varie tipologie di comici. Abbiamo fatto una data zero a Milano e poi siamo stati a Roma. Devo dire che a Milano abbiamo avuto una varietà di comici interessante, come se la scena di stand-up milanese avesse aiutato i comici ad essere più preparati. A Roma abbiamo avuto più persone impreparate che salivano per la prima volta sul palco. Ogni sera è un azzardo perché il ritmo cambia e devi essere pronto a gestire ogni tipo di situazione. Io personalmente sto imparando tantissime cose».

Confermi quindi che, in base alla città, cambia anche la vibe comica?
«Ci sono diversi fattori in base alla città. Milano, ad esempio, è assolutamente più cosmopolita e la varietà favorisce la sorpresa. A Roma abbiamo avuto comici più tradizionali che hanno faticato sul palco, ma fa parte del gioco e io lo trovo interessante».

E i comici vengono scelti a estrazione, tra l’altro.
«Sì, è un fattore in più. A Roma abbiamo avuto 42 iscritti, ma essendo ad estrazione può andarti male. Puoi pescare quattro comici molto impreparati che smorzano l’energia della serata. Poi magari arriva uno bravo che la alza, però c’è una modulazione della serata a cui devo abituarmi».

L’interazione del pubblico, in questo senso, come ti è sembrata?
«Devo dire che è molto partecipe e attento. Si carica addosso, insieme a me, la responsabilità di gestire questi comici. E’ come se il pubblico volesse che questi comici vadano bene. Però assistiamo anche a totali momenti di gelo».

Si è peccato molto di oversympathy?
«Secondo me questo format crescerà insieme a chi lo guarda. Appena usciranno le puntate, i comici che vogliono mettersi in gioco capiranno come superare la performance in quei 90 secondi. Non abbiamo avuto tanti problemi di oversympathy quanto piuttosto di undersympathy. Ci sono state persone spaventatissime dal palco che arrancavano e a cui, durante l’intervista, ho dovuto cavare le parole di bocca. È davvero come setacciare l’oro: tu setacci e a volte non esce niente. In alcuni casi è stato come accendere una candela bagnata: molto difficile».

Anche in quei casi, alla fine, ci si diverte?
«Fa parte del racconto».

Ma Frank Matano pecca mai di oversympathy?
«Tantissimo e in tante situazioni. I comici sono ciechi con la lanterna: vanno per tentativi. Quando pensi a una frase spiritosa che potrebbe diventare una battuta, la fai subito. Ma la prima volta può capitare di accorgerti che sia oversympathy perché la dici con convinzione e chi ti ascolta reagisce col silenzio. In quei casi, come il bastone del rabdomante, devi seguire l’energia del pubblico o di chi ti ascolta a seconda del contesto. Bisogna coordinarsi con l’energia della stanza o del contesto. Diciamo che più hai esperienza e più sai quali sono i tuoi punti di forza e, soprattutto, qual è il linguaggio che usi».

In che senso?
«Uno degli obiettivi del comico è trovare la propria voce, come con la musica. Ogni comico ha delle caratteristiche, un modo di parlare e una musicalità che, quando dici qualcosa di assolutamente inedito, devi tarare. Ogni volta è come una scultura. Un pezzo comico è un blocco di pietra da cui – man mano e grazie al pubblico, alle prove e agli esperimenti – togli ciò che è inutile per lasciare ciò che è soddisfacente».

Oversympathy nasce quindi anche dal fatto che manchino palchi nel nostro Paese?
«Sì, perché secondo me è l’assenza di palchi che non aiuta i giovani che vogliono mettersi in gioco. Mi auguro che Oversympathy getti una luce su quanto sia difficile far ridere e su come sia necessario prepararsi anche per fare solo 90 secondi di monologo comico».

Dopo queste prime date sei soddisfatto?
«Sono soddisfatto di chi si presenta sul palco. Sono persone che non vedresti in nessun altro contesto. Sono persone nuove che, a prescindere dalla loro esperienza, portano le loro storie sul palco perché durante l’intervista provi a tirargliele fuori. Abbiamo avuto un ragazzo che era stato lasciato dalla ragazza dopo tre anni. Lei ha preso un treno, è andata a casa sua a Roma, l’ha lasciato e se ne è andata. L’ha lasciato in un’ora. Sono storie curiose perché ti mostrano anche quanto la fragilità di una persona che si mette a nudo e che non ha vergogna di raccontarsi nasconda un po’ di comicità».

Del resto, la comicità non è anche saper ridere delle proprie sfighe?
«Sì, ed esorcizzarle. Succedono cose traumatiche nella vita, ma dopo che passa un po’ di tempo e a seconda di come sei fatto, quando inizi a scherzarci su significa che stai guarendo. E poi è un atto di umiltà scherzare sulle cose. Non siamo soli in questo dolore che si chiama vita e scherzarci su ti ricorda che siamo tutti sulla stessa barca e che tutti abbiamo dei problemi con cui dobbiamo avere a che fare. Ridere insieme è un modo per non farsi appesantire da questi eventi».

Da venerdì sarai a Milano. Che rapporto ha Frank Matano con la città?
«A me Milano ha dato tantissime opportunità. Il mio mentore, Davide Parenti, mi ha ospitato quattro anni a casa sua e mi ha insegnato tanto. La fortuna di chi inizia a fare un lavoro nello spettacolo e nell’intrattenimento passa anche da chi incontri in questo cammino. Ci sono persone che a volte ti fanno passare la voglia, ma per me è stato il contrario. Ho avuto sempre una curiosità morbosa per la comicità, ma soprattutto a Milano – dove ho vissuto 7 anni – mi hanno aiutato. Credo che sia una città vibrante dove ci sono opportunità».

Anche oggi?
«Probabilmente con i prezzi schizzati alle stelle, meno persone avranno la possibilità di mettersi in gioco ed è un peccato. A Milano c’è un humus di persone così diverse che, se e quando ritorni nel tuo luogo di origine, lo fai con un sacco di lezioni in tasca. Milano è anche una giungla e dalla giungla puoi tornare o più maturo o sbranato dalla pantera».

Con Mi-Tomorrow allo spettacolo di Frank Matano
Con Mi-Tomorrow allo spettacolo di Frank Matano

Frank Matano, le prossime date

17, 19, 26 maggio

Milano

Santeria Toscana 31

Viale Toscana, 31

Biglietti: 17 maggio sold-out, 19 e 26 maggio da 39 euro su ticketone.it

28, 29, 30 maggio

 

Torino

Hiroshima Mon Amour

Via Bossoli 84, Torino

Biglietti: da 39 euro su ticketone.it

Come funziona Oversympathy di Frank Matano

Prodotto da Vivo Concerti e Newco Management, Oversympathy è uno show basato sull’open mic davanti a un pubblico dal vivo. «Oversympathy nasce dall’esigenza di avere un posto e un contesto dove comici sconosciuti (e non) possono mettersi in gioco. – dice Frank Matano – Oggi la televisione e il cinema, per via delle difficoltà di produzione e di investimenti, puntano molto a chi ha già click sul web. È un limite secondo me».

«Anche se ti iscrivi, non sei certo di esibirti. – precisa poi Frank Matano – In una serata si esibiranno circa dieci comici estratti a sorte che avranno 90 secondi per proporre un pezzo ininterrotto. Il vincitore parteciperà alla serata successiva». C’è una sola regola: non peccare di oversympathy, non strafare. Se accade, la performance sarà bloccata. È prevista anche un’intervista con ciascun concorrente e ospiti, che tuttavia «non sono giudici. A giudicare siamo io e il pubblico, come due metà. Gli ospiti vengono in amicizia. Se vogliono divertirsi e dire qualcosa possono farlo».

In breve

Il Municipio 1 vince il FantaMunicipio 2024, il presidente Abdu: «Tuteliamo le identità dei singoli quartieri»

Il FantaMunicipio di Mi-Tomorrow di quest’anno ha visto trionfare il Municipio 1 guidato dal 2021 dal presidente Mattia Abdu...