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05. 05. 2024 07:06

Giornata mondiale dell’abbraccio, una domenica particolare. Lo psicologo: «Simbolo del contatto umano, torniamo a praticarlo»

È un gesto semplice e ancestrale, ma non è così scontato come si potrebbe pensare, tanto che per ricordarci di “praticarlo” esiste addirittura una giornata mondiale. Quest’anno cade di domenica, dopodomani. Perché elogiarlo? Basta pensare a quante volte ne avreste voluto uno…

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Il 21 gennaio ricorre la Giornata Mondiale dell’abbraccio, ovvero «Il culmine di 38 anni di educazione e promozione ai cittadini della nostra comunità globale dei valori e dei benefici direttamente correlati all’amore e alla gentilezza attraverso il potere dell’abbraccio consensuale».

Questa è la definizione che si legge sul sito ufficiale del National Hugging Day, istituito nel 1986 dal sacerdote Kevin Zaborney, di Caro, nel Michigan, che ha ideato questa Giornata per incoraggiare le persone ad abbracciarsi consensualmente più spesso, ma anche per cercare di avvicinare gli individui e le comunità, per condividere atti di gentilezza e pace attraverso l’abbraccio.

Dal 1986 a oggi l’evento ha continuato a crescere, sia negli Stati Uniti, che a livello internazionale in svariati paesi e continenti. Per questo ogni anno il National Hugging Day celebra con un riconoscimento le persone che nel mondo stanno facendo la differenza nel promuovere la cultura dell’abbraccio e l’ambasciatore del 2023 attualmente “in carica” è il milanese Cesare Catania, pittore e scultore che con le sue opere ha creato un progetto artistico sull’abbraccio dal forte valore sociale.

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«L’Abbraccio di Cesare Catania – spiega il sito del National Hugging Day – è un tipico esempio di come l’arte contemporanea possa diventare lo strumento per veicolare un messaggio di fratellanza e di pace come quello che vuole esprimere la giornata mondiale dell’abbraccio».

Free Hugs
Free Hugs

Al di là del messaggio sociale, l’atto dell’abbraccio provoca svariati benefici per la salute, ampiamente dimostrati da numerosi studi e dalla letteratura scientifica. Da qui è nata negli anni ’80 la terapia dell’abbraccio, la Hug Therapy, che sostiene il benefico effetto di un abbraccio nel contenere ansia, depressione e stress.

La scienza sostiene che una risposta neurofisiologica a questo fenomeno è dovuta alla produzione di ossitocina, un neurotrasmettitore che consente al cervello di produrre sensazioni di soddisfazione e appagamento diminuendo, di conseguenza, i livelli di ansia, paura e stress. L’abbraccio aumenta il livello di serotonina, che migliora l’umore e accresce il senso di felicità, rilassa i muscoli aumentando la circolazione nei tessuti molli e ottenendo un effetto benefico sui dolori.

Giornata Mondiale dell’abbraccio, dieci benefici

NEI NEONATI A RISCHIO

1 Riduzione di mortalità nei piccoli

2 Effetti significativi sulla stabilizzazione clinica

3 Riduzione dello stress e del dolore procedurale del neonato

4 Favorire il passaggio precoce e la durata dell’allattamento al seno

5 Benefici sulla crescita e sullo sviluppo neuroevolutivo

PER TUTTI

1 MIgliora l’umore, apportando una sensazione di benessere e felicità correlata al rilascio di serotonina

2 Attenua l’ansia, fornendo un supporto psico-sociale che allevia la tensione

3 Il rilascio di ossitocina comporta una riduzione della frequenza cardiaca, riduce la sensazione dolorosa e rilassa

4 Riduce la suscettibilità alle infezioni, riducendo l’influenza dei fattori stressogeni

5 incrementa l’autostima

Fonte: Società italiana di Pediatria

Giornata Mondiale dell’abbraccio, i numeri

4

Abbracci al giorno per sopravvivere

8

Abbracci al giorno per mantenere l’equilibrio

12

Abbracci al giorno per crescere

Secondo la psicoterapista statunitense Virginia Satir

Giornata Mondiale dell’abbraccio, parla il trainer coach e psicologo dello sport Sandro Anfuso

Tiziana Cairati

La pandemia «ha portato a una sperimentazione di mancanza di scambio emotivo-affettivo. Serve una rieducazione all’abbraccio». Questo uno dei pensieri di Sandro Anfuso, psicoterapeuta, trainer coach e psicologo dello sport, con una vita divisa tra Milano e Cincinnati (Usa), in vista della Giornata Mondiale dell’abbraccio del 21 gennaio.

Sandro Anfuso
Sandro Anfuso

Qual è l’effetto di un abbraccio sulla nostra psiche e sul nostro corpo?
«Gli abbracci favoriscono una sensazione di connessione, di vicinanza contatto e benessere, tutti elementi di connessione emotiva per cui ci si sente bene. Dal punto di vista fisico dipende dalla situazione, ma in generale contribuiscono alla stimolazione e al rilascio di ormoni legati alla gestione dello stress, riducendolo».

Quali conseguenze ha provocato l’assenza di abbracci nel corso della pandemia?
«La pandemia dal punto di vista della salute mentale e del benessere emotivo, è stato un fenomeno dirompente, improvviso e difficile da accettare nelle sue conseguenze.

Ci spieghi.
Il distanziamento imposto e vissuto con diversi gradi di ansia ha influenzato il modo in cui alcune persone gestiscono l’interazione fisica. La dinamica di contatto sociale in Italia si è raffreddata. Se prendiamo l’abbraccio come simbolo rispetto all’essere in contatto con gli altri, è tra le conseguenze più gravi del covid: c’è stato un improvviso, poi mantenuto orientamento all’isolamento. Limitare l’espressione naturale dell’affetto tramite l’abbraccio, uno dei gesti più semplici e potenti a partire da quando siamo piccoli, ha portato e tuttora porta una sperimentazione di mancanza di scambio emotivo-affettivo».

C’è chi, come ad esempio i bambini che nel 2020-2021 erano molto piccoli o gli adolescenti, che ne risente ancora oggi?
«Sono ancora in tanti a risentirne ancora oggi. L’onda lunga della pandemia, su questo piano, va considerata come ancora presente. Se pensiamo poi ai bambini o agli adolescenti di allora, la situazione si fa più importante. L’assenza di abbracci, la mancanza di una semplice pratica di contatto e di vicinanza ha influito negativamente a un opportuno sviluppo emotivo e sociale. Le dinamiche spontanee che comprendevano il contatto hanno in certi casi lasciato spazio all’uso di dispositivi esterni. Questo ha contribuito a uno sviluppo diverso delle dinamiche relazionali, che appaiono di minor coinvolgimento».

Anche i social e l’uso delle tecnologie ci allontana dai rapporti umani ravvicinati. Cosa possiamo fare per recuperare quel contatto al quale non siamo più tanto abituati?
«Come detto, le nuove tecnologie, nate per avvicinarci, hanno, invece, contribuito ad allontanarci. Un effetto forte è lo sviluppo di una scarsa competenza emotiva con un costo interno elevato, che può portare nel tempo a difficoltà o patologie. Per recuperare il contatto serve una rieducazione agli aspetti che lo riguardano».

Cosa pensa del fenomeno “abbracci gratis” che si vede in alcune città come Milano?
«È un fenomeno che conosco da tempo e che vedo che continua a esistere, specie nelle grosse città. Lo trovo un modo naturale e interessante di sottolineare la semplicità e gratuità di gesti forti che però possono essere anche leggeri, senza secondi fini e a disposizione di tutti. Un modo di ricordare a tutti noi che dietro le nostre barriere c’è la possibilità di incontrarsi».

Lei è anche preparatore mentale e psicologo dello sport. Quanto è importante l’abbraccio in uno sport di squadra?
«In uno sport di squadra il contatto è un elemento che dice tanto delle dinamiche tra le persone che lo compongono, è estremamente importante. La rete di relazioni al suo interno, la ricchezza degli scambi comunicativi, la potenza dei messaggi che partono dal corpo e si dirigono l’un l’altro si manifesta nei momenti emotivi più forti. L’abbraccio sancisce in maniera forte quanto i membri di una squadra siano in un sistema di interdipendenza».

Giornata Mondiale dell’abbraccio, il progetto Quattro zampe in corsia del Gruppo San Donato: «Pet hugs per i pazienti»

Manuela Sicuro

Migliorare lo stato di salute fisico, psicologico e sociale dei pazienti. Un abbraccio di benessere dato dai migliori amici dell’uomo direttamente nei luoghi di cura e dove ricominciare il proprio percorso di vita.

Quattro zampe in corsia è l’iniziativa che si occuperà di questo per tutto il 2024 in molte strutture ospedaliere del Gruppo San Donato, in collaborazione con GSD Foundation ETS, la fondazione non profit del Gruppo che si occupa di umanizzazione delle cure. «Il progetto è nato grazie al sostegno di Fondazione Prossimo Mio e ha come scopo di realizzare un’esperienza di interazione positiva tra i pazienti e i cani da compagnia, nel totale rispetto dell’animale» dichiara la dottoressa Gilda Gastaldi Presidente di GSD Foundation ETS.

Quattro zampe in corsia
Quattro zampe in corsia

A chi è rivolto?
«I percorsi previsti dall’iniziativa sono due: il primo coinvolge i pazienti del reparto di Medicina Generale degli Istituti Ospedalieri Bresciani».

Il secondo?
«E’ rivolto ai piccoli pazienti del reparto di Cardiochirurgia pediatrica dell’IRCCS Policlinico San Donato, ai pazienti della Psichiatria degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza, di Riabilitazione ortopedica dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano e di Neurologia riabilitativa del Policlinico San Marco di Zingonia».

Questo progetto è una sorta di abbraccio per i pazienti?
«Assolutamente sì. Al centro dei progetti della nostra fondazione c’è sempre l’umanizzazione delle cure, per rendere i nostri ospedali dei luoghi idonei ai bisogni di socializzazione della persona».

Quali sono i benefici fisici e psicologici?
«I benefici sono molteplici: dalla diminuzione dello stress psicologico dei pazienti, alla maggiore accettazione dell’ospedalizzazione, soprattutto nei pazienti più giovani. Inoltre, il cane ha un’alta funzione distrattiva: concentrando l’attenzione su di sé, stimola nelle persone che ha accanto, sentimenti positivi e rilassanti».

Come procede?
«Siamo partiti da poco, ma c’è molto entusiasmo. L’iniziativa andrà avanti un anno, il tempo necessario perché i nostri psicologi possano studiare i benefici che i pazienti possono trarre da questa esperienza».

Giornata Mondiale dell’abbraccio, arriva Have a nice Dei: quattro episodi per parlare di inclusione

Giovanni Seu

A volte ci sono coincidenze che non sembrano tali. Come l’iniziativa “Have a nice Dei. Diversity, Equity and Inclusion, molto più che belle parole”, un podcast per raccontare il valore della diversità presentato proprio a ridosso della Giornata mondiale dell’abbraccio che si celebra domenica. Quest’ultima è opera del prete statunitense Kevin Zaborney che nel lontano 1986 pensò di istituirla per compensare il calo di umore che, secondo lui, si verificava dopo le feste natalizie e il conseguente ritorno alla vita comune.

Un’idea confermata dalla psicologia, come spiega Alisia Galli, responsabile dei programmi di benessere mentale e mindfulness di Fitprime: «Numerosi studi ci dimostrano che abbracciare migliora l’umore, apportando una sensazione di benessere e felicità correlata al rilascio di serotonina». Più articolati risultano i contenuti del podcast realizzato da Schwa e brandstories, con il patrocinio del Comune di Milano, che costruisce un racconto con aziende, rappresentanti del mondo delle istituzioni, artisti, attivisti, scrittori e content creator. C’è da segnalare che oltre alla partnership pubblico-privato Have a nice Dei è riuscita a mettere insieme anche il Comune di Milano e quello di Napoli.

In particolare nelle quattro puntate c’è la voce narrante di Luca Trapanese, assessore al Welfare del Comune di Napoli e da anni impegnato in numerosi progetti legati alla disabilità, che guida il racconto affiancato da 27 ospiti, tra cui l’assessora ai Servizi civici Gaia Romani che partecipa alla discussione sulla presunta incompatibilità tra generazioni, e l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé che interviene nel confronto sulla salute mentale e l’importanza dell’inclusione. Ogni appuntamento è arricchito dalla presenza della voce di un’azienda che porterà esempi di azioni concrete.

In breve

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