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06. 05. 2024 09:15

Liceo Parini occupato, il preside resta a scuola: «Io prigioniero politico, studenti come i fascisti». Sala: «Parole fuori luogo»

Lunedì mattina, fuori dal Liceo classico Parini a Milano, si sono verificati momenti di tensione

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Sono «fuori luogo» secondo il sindaco di Milano Giuseppe Sala le dichiarazioni di Massimo Nunzio Barrella, il preside del liceo Parini che ha parlato di «un atto di fascismo» e ha detto di sentirsi «un prigioniero politico» visto che ha deciso di restare nell’edificio.

«Definirsi prigioniero politico e dare dei fascisti ai ragazzi mi sembrano dichiarazioni fuori luogo se vogliamo definirle in maniera benevola, ma sono proprio cose da evitare», ha spiegato Sala a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico dello Iulm. Il primo cittadino di Milano ha concluso rivolgendo un appello ai ragazzi che stanno occupando i licei della città: «le occupazioni ci sono sempre state e sempre ci saranno. Ai ragazzi dico di fare attenzione a riconsegnare la scuola come l’hanno trovata o anche meglio».

Una forma di occupazione anti democratica

«Ritengo che questa forma di occupazione sia anti-democratica». Massimo Nunzio Barrella, preside del liceo Parini di Milano, istituto del centro città occupato da ieri mattina, resterà nell’edificio scolastico durante tutta la protesta, anche di notte, e tornerà a casa solo per lavarsi e cambiarsi: «Non ho condannato le persone ma il gesto – spiega il dirigente scolastico -. Ai ragazzi ho detto: prima, sull’asfalto di via Goito, scrivete ‘Parini antifascista’ e poi vi comportate come delle squadracce: siete voi i fascisti che impedite a chi non la pensa come voi di entrare e fare lezione».

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Liceo Parini, momenti di tensione

Ieri mattina, davanti all’ingresso, non sono mancati momenti di tensione: «Temevo molto per gli infiltrati – spiega Barrella – che non sono mancati, poi si è capito che non avevano cattive intenzioni». Dopo «ho preso accordi con i rappresentanti di istituto» e adesso le regole d’ingaggio prevedono: nessun ingresso per gli esterni (o al massimo dovranno essere identificati dal servizio scolastico), accesso, quantomeno, per il personale amministrativo e, ovviamente, niente droga e alcool.

Liceo Parini

Liceo Parini, il preside contro gli studenti

«Io sono ancora a scuola – commenta il preside – sono solo alle prime 12 ore… gli studenti vogliono che l’occupazione duri fino a giovedì. Avranno la mia compagnia molto discreta». Barrella si è definito provocatoriamente un ‘prigioniero politico’: «L’ho fatto per catturare l’attenzione – osserva -. Quando sono entrato non mi aspettavo questo picchetto. Mi hanno lasciato entrare nonostante qualche barricata. Avevo visto facce che non conoscevo, quindi mi sono chiuso a chiave in ufficio e mi sono detto che avrei dovuto mandare un messaggio per coloro che si sentono vittime di un’ingiustizia». Perché «è legittimo manifestare – aggiunge – ma non è democratico che una minoranza impedisca alla maggioranza di fare il suo dovere».


Il 4 marzo avevamo scritto

Lunedì mattina, fuori dal liceo classico Parini a Milano, si sono verificati momenti di tensione quando un gruppo di circa 400 studenti ha aderito all’occupazione proposta dal Collettivo Rebelde, impedendo l’accesso ai professori e ai compagni, consentendo l’ingresso solo a coloro che sostenevano la protesta. Questo ha scatenato discussioni animate e un episodio di violenza in cui un professore ha colpito gli studenti con un ombrello per sfondare il blocco.

Liceo Parini, l’occupazione

La protesta, la sesta occupazione di un liceo a Milano in poco più di un mese, è diretta contro le politiche del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e, più in generale, contro il governo Meloni. Gli occupanti criticano le politiche educative del governo, definendo la scuola come troppo competitiva e individualista, chiedendo una scuola inclusiva e giusta.

Liceo Parini chat gpt a scuola, notte del liceo classico 2023
notte del liceo classico 2023

Liceo Parini, le richieste degli studenti

Tra le richieste degli studenti ci sono la rimozione del termine “merito” dal nome del Ministero dell’Istruzione, l’abolizione delle ore di orientamento e la revisione dei progetti di alternanza scuola-lavoro. Gli occupanti si oppongono anche alla concezione della scuola come azienda e chiedono una maggiore attenzione agli argomenti di attualità e una discussione autogestita su questioni politiche e sociali durante l’occupazione.

Liceo Parini, le motivazioni

Non solo scuola tra le motivazioni dell’occupazione: la protesta affronta anche temi come la lotta alla violenza di genere, il benessere psicologico degli studenti e il conflitto israelo-palestinese, dimostrando una volontà di affrontare una gamma diversificata di questioni sociali e politiche.

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