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03. 05. 2024 17:31

Arte a porter con miart: «Senza Milano non esisteremmo»

Porte aperte ai milanesi all’Allianz MiCo e al resto della città con maestri moderni e artisti contemporanei, affermati ed emergenti

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Nel 2021 ha “smantellato il silenzio”. L’anno successivo ha avviato il “primo movimento”. Quest’anno, il concept di miart è nuovamente legato alla musica, ma si lascia alle spalle il periodo pandemico per “crescere” e invadere la città. “Crescendo” è il termine attorno al quale miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano, organizzata da Fiera Milano, vuole costruire l’immaginario della ventisettesima edizione che andrà in scena dal 14 al 16 aprile all’Allianz MiCo di Viale Scarampo. La manifestazione aprirà le porte a 169 gallerie provenienti da 27 Paesi.

miart, i talk in Triennale

Sempre in relazione all’idea di Crescendo, i contenuti della fiera per la prima volta si estendono oltre i propri confini tradizionali per espandersi in altri luoghi della città: sabato 15 aprile Triennale Milano ospita una serie di conversazioni dal titolo miart LIVE at Triennale Milano. Dalle 12.00 alle 19.45 si alterneranno tantissimi ospiti: ad esempio, Massimiliano Gioni e Beatrice Trussardi racconteranno di come la Fondazione Nicola Trussardi abbia diffuso l’arte contemporanea in contesti e attraverso i canali più diversi, a venti anni dal primo intervento a Milano, in Galleria Vittorio Emanuele. Angharad Williams e Gianmaria Andreetta parleranno di pratiche artistiche che prendono forma fuori dallo studio. Jonathan Monk converserà con Anna Ebner e Marco Scotti sul progetto che coinvolge negozi, ristoranti e bar di via Porpora.

miart, l’arte sposa l’alta cucina

Prosegue la collaborazione tra Fiera Milano e l’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto che, insieme a Fondazione Fiera Milano, vede protagoniste alcune delle opere più iconiche della propria collezione d’arte contemporanea, composta da oltre cento pezzi. Le opere rimarranno esposte all’interno dei ristoranti dell’Associazione che hanno aderito all’iniziativa fino al 27 aprile, coprendo così anche le giornate del Salone del Mobile. Inoltre, gli chef stellati “Ambasciatori” propongono una creazione culinaria dedicata all’arte: un piatto pensato come ideale connubio tra il mondo dell’arte e quello dell’alta cucina.

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miart, il direttore Ricciardi: «L’arte deve essere generosa, deve riuscire a stimolare la curiosità di tutti»

Il Direttore artistico di miart, per il terzo anno consecutivo, Nicola Ricciardi ne è certo, Crescendo è una parola che ben si addice a questa edizione: «Ci è venuto quasi naturale appropriarci di questo termine musicale, che sottolinea un aumento di intensità del suono, ma anche l’espansione di miart: le application ricevute sono più del doppio rispetto allo scorso anno, aumentano del 40% gli espositori internazionali e raddoppiano i premi e le acquisizioni».

Una crescita che va oltre i confini della fiera…
«miart non esisterebbe senza Milano. La vera forza della fiera è la città che ci ospita e la sinergia è tangibile, grazie ai tanti progetti costruiti a quattro mani insieme alle istituzioni cittadine e all’Amministrazione».

Ad esempio?
«Abbiamo deciso di distribuire questi eventi all’interno della città: Triennale diventerà la “casa” di miart ospitando i nostri talk. Andremo a “contaminare” anche il Museo del Novecento: una giuria di quattro esperti selezionerà un artista, tra i tanti presenti in fiera, al quale verrà dato il compito di produrre una nuova opera in marmo che sarà esposta al Museo del Novecento. Questo ci permette di realizzare uno dei nostri obiettivi: rendere possibile il dialogo tra pubblico e privato, per costruire qualcosa di inedito e utile a riportare Milano al centro della scena dell’arte contemporanea».

nicola ricciardi
Nicola Ricciardi

Come si posiziona miart rispetto agli altri grandi attori del settore?
«È una fiera importante a livello europeo perché, caratteristica unica, riesce a unire moderno e contemporaneo: custodisce oltre cento anni di storia, presentando opere dei primissimi anni del Novecento, come quelle di Balla e di Boccioni, accanto a lavori realizzati da artisti delle nuove generazioni. Un unicum e un segno caratteristico che ci identifica».

Come valorizzare gli artisti emergenti?
«Per noi sono molto importanti, tant’è che dall’anno scorso la sezione Emergent è posta all’ingresso della fiera. È un modo per dare più visibilità ai giovani auspicando un ritorno commerciale per gli stessi. Nuova linfa, nuove risorse, nuove energie sono fondamentali in questo momento, comunque, ancora difficile».

Come può l’arte contemporanea essere fruita da un pubblico sempre più ampio?
«L’arte deve trovare un punto di contatto con il pubblico ed è nostro lavoro riuscire a realizzarlo, trovando il contatto ideale tra l’essere rispettosi nei confronti dell’artista e l’essere generosi nel comunicare la ricerca dell’artista stesso. La sfida è cercare un pubblico non solitamente avvezzo al linguaggio dell’arte, e questo è possibile attraverso collaborazioni importanti sul territorio, come ad esempio quest’anno con Radio Deejay. L’arte deve essere generosa, deve riuscire a stimolare la curiosità di tutti e solo in quel momento si crea un nuovo punto di partenza».

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