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28. 04. 2024 22:34

Nubifragio a Milano, la proposta: «Lanciamo un contest sul riutilizzo del legname»

Umberto Andolfato, vicepresidente dell’Associazione Italiana dell’Architettura del paesaggio e preside dell’Istituto Bazzi riflette: «Benvengano le trasformazioni della città, ma bisogna tutelare il verde e tenere conto dei cambiamenti climatici»

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Il nubifragio a Milano che si è abbattuto sulla città lo scorso 25 luglio ha costretto il Comune ha chiudere tutti i parchi recintati, a vietare l’accesso a quelli non recintati e alle aree alberate aperte. Ha dovuto attivare operazioni di sgombero delle strade dai rami e dagli alberi caduti per consentire il ripristino della viabilità per il trasporto pubblico e il traffico privato. Oltre 5mila gli alberi danneggiati o caduti. E tanti milanesi restati in città si sono ritrovati privati degli spazi in cui trovare rifugio dal caldo agostano.

Sulle motivazioni dell’accaduto e su soluzioni per il futuro ne abbiamo parlato con Umberto Andolfato, vicepresidente AIAPP Associazione Italiana dell’Architettura del paesaggio di Regione Lombardia e Preside dell’Istituto Tecnico Tecnologico C.A.T. “Carlo Bazzi”.

Nubifragio a Milano, intervista ad Umberto Andolfato

E’ madre natura che ci presenta il conto o c’è anche la mano dell’uomo?
«Due sono le riflessioni da fare: da un lato c’è una città radicalmente cambiata dopo Expo 2015. Milano finalmente è mitteleuropea con tante aree riqualificate. Dall’altro, ogni anno si fanno sempre più forti i cambiamenti climatici. Ora il punto è come far sì che queste trasformazioni dialoghino con la tutela del territorio, anche il comparto urbano che compone la Città Metropolitana. E’ una sfida importante che può coinvolgere anche i privati».

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Il Comune ha avviato un avviso per la cessione del legname seguendo quanto avvenuto a Vaia…
«Idea molto apprezzabile, ma il paradigma è diverso rispetto alla tempesta di Vaia che ha visto l’abbattimento, diversamente da quanto avvenuto da noi, di 9 milioni di metri cubi di legname con essenze omogenee. Ecco perché è stato possibile riutilizzarlo per l’edilizia sostenibile, start up, per oggetti di design o giochi. In una città con alberi di specie diverse è tutta un’altra situazione».

Quindi?
«Potrebbe essere un’idea, una volta censito il legname rimasto, ipotizzare un contest che coinvolga gli Istituti di design, di cui Milano è piena, o lo stesso Politecnico per lanciare una sfida su come riutilizzarlo. Tutto ciò creerebbe da un lato un movimento di cittadinanza attiva e dall’altro fornirebbe al Comune una serie di proposte interessanti che potrebbero poi essere esposte per esempio al Museo del design».

Umberto Andolfato
Umberto Andolfato

Un buon esercizio di economia circolare.
«Subito dopo Vaia, nel 2019 qui a scuola facemmo il concorso Build our safety sul riciclo dei materiali al quale parteciparono anche studenti delle scuole trentine. Il nubifragio di Milano sarà senz’altro uno dei temi di questo anno scolastico: si rifletterà con gli studenti su quanto accaduto in un’area densamente abitata come Milano con tutte le conseguenze che abbiamo visto».

La lezione? Agire subito per prevenire?
«Certamente. Ben venga il comunicato emesso poco dopo l’accaduto dal garante del verde che fa riflettere sul perché sono caduti gli alberi richiamando l’attenzione non solo sulla gestione del verde esistente, importantissima, ma anche su quello che verrà. Sottoscrivo l’appello a fare tesoro di quanto accaduto per non ripetere errori sulla messa in dimora e la cura».

Il verde è di destra o di sinistra?
«Il verde è di tutti. E anzi, occorre che tutti dobbiamo fare in modo che ambiente, paesaggio vengano tutelati perché è il più grosso patrimonio che abbiamo. L’Italia è unica in questo. E’ un bene di tutti e va preservato e posto sempre tra i primi obiettivi da tutelare, come chiaramente espresso già nel 2000 nella Convenzione europea del paesaggio. Quando non lo si fa poi la natura chiede il conto, a prescindere dal credo politico».

Nubifragio a Milano, l’appello del Garante: il testo pubblicato dal Comune il 27 luglio

«Si tragga una lezione dall’evento straordinario affinché non passi invano, ma serva invece da monito per coinvolgere tutti e tutte in un ripristino che tenga conto delle necessità del suolo, delle aree verdi, degli alberi emerse in questa tragica circostanza».

Come? «Considerando con grande attenzione, nei futuri nuovi impianti, l’ampiezza delle aree di piantumazione, la qualità dei terreni riservati alle radici degli alberi e delle radici stesse. In particolare si esortano i progettisti a prevedere, per la buona salute degli alberi nel tempo, spazi ipogei ed epigei adeguati ai nuovi impianti; gli operatori del verde ad essere solerti e attenti nelle cure d’impianto e delle fasi successive al fine di rispondere in futuro a eventi climatici che si presentano sempre più inaspettati ed estremi con aree di radicazione adeguate, che permettano lo sviluppo ottimale degli apparati radicali per evitare facili sradicamenti.

Si suggerisce, infine, a tutti gli operatori del settore, in generale, di seguire con attenzione le buone pratiche agronomiche e arboricolturali che mettono al centro la salute dell’albero nel contesto del tessuto urbano, affinché si possa, attraverso una sempre più stretta cooperazione di tutti, garantire ai cittadini e alle cittadine una piena sicurezza del territorio e vivibilità degli spazi urbani, nella direzione di un sempre minore consumo di suolo e una sempre maggiore forestazione improntata alla biodiversità».

alberi caduti a milano
Alberi caduti a Milano

Nubifragio a Milano, i numeri

100
Chilometri orari raggiunti dalle raffiche di vento in alcuni punti della città

690
Millimetri d’acqua scesi

3
Mila le richieste di intervento in città fino al 7 di agosto

2.700
Richieste evase

5
Mila alberi crollati o fortemente danneggiati

16
Milioni di euro prima stima dei danni al patrimonio arboreo

5,3
Milioni di euro per interventi di abbattimento degli alberi danneggiati, la rimozione del materiale legnoso e la piantumazione di alberi nuovi

10,7
Milioni di euro per i danni subiti a livello ornamentale

Fonte: Comune di Milano

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