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28. 03. 2024 15:41

Oggi addio al digitale terrestre in tv: ma a Milano c’è chi rigenera vecchi decoder

Nel giorno dell'addio al digitale terrestre, a Milano sorge un vero e proprio lavoratorio professionale che va controcorrente

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Oggi, mercoledì 21 dicembre 2022, gli italiani diranno addio al digitale terrestre sulla propria televisione, ma a Milano c’è chi, invece, ancora punta a rigenerare dei vecchi decoder. Uno scenario che sembra riportare indietro di anni la società, ma che invece ha dietro di sé anche una componente estremamente sociale.

Oggi addio al digitale terrestre in tv 

Oggi parte l’addio al digitale terrestre in tv. I vecchi canali tv verranno «spenti» per lasciare lentamente spazio al nuovo standard. Da marzo scorso a oggi le due realtà, vecchia e nuova tv, hanno convissuto, per il semplice motivo di poter offrire un passaggio morbido al nuovo sistema. Ma da oggi Rai, Mediaset e La 7 spengono i vecchi canali, quelli che si vedono dal numero 500 in poi, mentre restano attivi quelli degli slot dal numero 1 al numero 9 e poi dal 20. Entro il 2023 ci sarà il passaggio allo standard definitivo DVB-T2.

A Milano c’è chi punta a rigenerare vecchi decoder tv

Ma non tutti a Milano si stanno preoccupando dell’addio al digitale terrestre, anzi. C’è anche chi, nel carcere di Milano-Opera, ha dato il via un laboratorio professionale per la rigenerazione dei decoder televisivi. Un progetto con una forte impronta di inclusione sociale, che viene messo in atto attraverso gli strumenti della formazione e del lavoro. Dietro a tutto c’è la cooperativa sociale milanese “Officina dell’Abitare”. 

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Il progetto all’interno del carcere di Opera

Il progetto coinvolge 14 persone, di cui 13 detenuti, regolarmente assunti, e un operatore esterno che si occupa della logistica. La filiera produttiva è seguita interamente dai detenuti, 9 dei quali sono stati assunti in questi giorni proprio per dare avvio alla nuova attività, mentre altri 4 detenuti fungono da coordinatori. Questi ultimi sono stati assunti precedentemente da “Opera in Fiore”, la cooperativa sociale partner di “Officina dell’Abitare” con la quale vengono sperimentate nuove metodologie di sostenibilità e integrazione.

Il committente dell’opera è Sky 

La rigenerazione dei decoder televisivi viene effettuata per Sky, con cui le due cooperative lavorano, e aderisce a un programma per il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e il reinserimento sociale attraverso formazione specializzata e contratti di lavoro. L’obiettivo è chiaro: creare lavoro e ridare dignità alle persone attraverso l’imprenditoria sociale. 

La storia delle due manager milanesi

Il progetto è nato da un’idea di due professioniste milanesi, Federica Dellacasa e Elisabetta Ponzone: «Abbiamo raggiunto risultati eccezionali – spiega Federica Dellacasa, presidente di Opera in Fiore –. Con i nostri progetti e la fiducia di grandi aziende, lavoriamo con persone che lo Stato definisce svantaggiate, ma che per noi rappresentano valore e lavoro. Dietro al nostro fare quotidiano c’è una visione imprenditoriale. Non si tratta di volontariato».

Le due imprenditrici del sociale Elisabetta Ponzone (a sinistra) e Federica Dellacasa (a destra)-2
Le due imprenditrici del sociale Elisabetta Ponzone (a sinistra) e Federica Dellacasa (a destra)-2

Un lavoro per aziende pubbliche e private

Le due cooperative offrono servizi ad aziende pubbliche e private con l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, disabili, detenuti e migranti; la formula, snella e sostenibile, è rodata: «Si tratta di ridare dignità, attraverso il lavoro, alle persone che hanno ancora capacità e competenze, ma che si vedono escluse dalla società per motivi diversi – aggiunge Elisabetta Ponzone, socia di Dellacasa e presidente della coop Officina dell’Abitare –. Conosciamo le aziende e le loro esigenze, così come conosciamo i bisogni di chi vive in contesti fragili e complicati. Il nostro impegno è proprio quello di mettere insieme questi due mondi, scardinando i soliti paradigmi, creando nuovi modelli di inclusione e di sviluppo».

I tanti servizi già offerti dalle due cooperative milanesi 

Sono molteplici i servizi offerti dalle due cooperative milanesi. Un filone di attività si sviluppa all’interno della Casa di reclusione di Milano-Opera, dove, già da molti anni, sono operativi due importanti progetti: Borseggi, brand di “cose belle fatte in carcere”, come recita la dicitura ufficiale, marchio indipendente nato nel 2012 per la reintroduzione delle persone detenute, che produce borse e accessori (come la nuova collezione di shopper per l’ufficio di Milano della Commissione Europea) prediligendo materiali altrimenti destinati allo scarto e il laboratorio per la produzione di mascherine chirurgiche certificate al ministero della Sanità, nato come risposta alla pandemia. Un secondo filone di attività, più corposo, si sviluppa, invece, attraverso l’offerta mirata di servizi alle aziende per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate permettendo così alle imprese di ottemperare alla legge 68/99 sulla disabilità che stabilisce che i datori di lavoro con più di 15 dipendenti sono tenuti ad avere alle proprie dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie protette oppure, senza farsi carico della gestione diretta, di fare una convenzione con una cooperativa sociale di tipo B, certificata e con determinate caratteristiche.

La storia della cooperativa Opera in Fiore

Nello specifico, Opera in Fiore, nata nel 2004, offre servizi di manutenzione e progettazione del verde, si occupa di forestazione urbana come partner di Forestami (il progetto di Comune di Milano, Regione Lombardia, Politecnico e Parco Nord per piantare 3 milioni di alberi entro il 2030) e a Milano gestisce un terreno confiscato alla mafia e un giardino comunitario aperto gratuitamente alle scuole e al territorio con orti sociali, api e una piccola fattoria didattica. Prendendosi cura della natura, detenuti in permesso, persone disabili e migranti stanno imparando un lavoro vero, coordinati da giardinieri professionisti, un’agronoma e una biologa.

La storia della cooperativa Officina dell’Abitare

Officina dell’Abitare, la cooperativa sociale più giovane, propone, invece, servizi su misura per la responsabilità sociale d’impresa e il welfare aziendale creando nuovo lavoro per persone svantaggiate matchando esigenze con capacità. Vengono così creati servizi ad hoc come l’indicizzazione di siti internet, il carwash delle auto aziendali, gli sportelli di lavanderia, l’affiancamento ai servizi generali, alla reception o il data entry per gli uffici. Nata nel 2014, questa seconda coop è stata rilevata nel 2020 e oggi, con le grandi imprese a Milano insegna che è possibile, facendo rete e accompagnando le persone, creare percorsi virtuosi anche con lavoratori altrimenti esclusi dal mercato del lavoro oppure condannati alla dipendenza dal sistema assistenziale. Addio al digitale terrestre, ma anche ai vecchi decoder.

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