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17. 05. 2024 09:27

Perché lo sport a Milano deve sempre fare fatica

Strutture chiuse, lavori che procedono a rilento e un’olimpiade che fatica ad ingranare: di chi è la colpa?

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Sport a Milano e un’estate caratterizzata dalla chiusura di numerosi impianti sportivi, tra cui il Palasharp e il Palazzo del Ghiaccio Agorà di via dei Ciclamini, per i quali non è ancora certo quando riapriranno. La Giunta Comunale sta cercando modi per ottenere entrate finanziarie extra, tramite bandi, concessioni o rivolgendosi ai fondi del PNRR, ma la situazione appare ancora distante da una risoluzione.

Perché lo sport a Milano fatica sempre

L’elenco è corposo: gli abitanti di Milano dovranno rinunciare al nuoto quest’estate, considerando che le piscine Saini, Suzzani e Argelati sono chiuse per ristrutturazione. La riapertura è prevista per il periodo di elezioni, quindi nel 2025, anno in cui dovrebbe riaprire anche la piscina Lido di piazzale Lotto. Ma non è tutto, perché a causa della tempesta che ha messo in ginocchio la città settimana scorsa, fino al 31 agosto rimarranno chiusi i parchi pubblici; e su questo fronte si potrebbe aprire una discussione sulla gestione dei parchi cittadini. 

piscine a milano

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La drammatica situazione del Palasharp e dell’Agorà

Se guardiamo più in là, il Palazzo del Ghiaccio Agorà in via dei Ciclamini è anche esso chiuso, nonostante l’avvicinarsi delle Olimpiadi. Ha senso tutto questo? Ovviamente no, ma ormai i tempi appaiono troppo tardivi per «metterci una pezza», nonostante l’ormai ex presidente dell’hockey Milano, il compianto Pompeo Guarnieri, per anni abbia sollecitato l’aiuto da parte del Comune per portare avanti la tradizione quasi centenaria dell’hockey su ghiaccio milanese. Senza dimenticare il Palasharp, per il quale i prezzi dei lavori di ristrutturazione sono schizzati talmente alle stelle portando alla clamorosa decisione di estrometterlo dal lotto di impianti pubblici che ospiteranno le gare delle olimpiadi di Milano-Cortina 2026 per fare spazio a Rho-Fiera.

Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi
Palasharp di Milano, foto Massimiliano Ambesi

Che futuro avrà lo stadio San Siro? 

E poi c’è lei, la più problematica delle situazioni: quella relativa all’abbattimento / non abbattimento dello stadio San Siro. Vincoli, non vincoli: ormai sappiamo tutto, pare che si vada verso il mantenimento dello stadio nonostante Milan e Inter abbiano deciso di abbandonare la struttura. Possibile che nessuno si ponga la domanda delle domande, vale a dire: perché lo sport scappa da Milano? Già, a questa sequela di impianti chiusi e squadre in fuga va aggiunta anche l’Olimpia Milano, che da anni gioca al Forum che si trova, però, in località Assago. A Milano se qualcuno vuole fare sport in modo continuativo ha due scelte: o farlo in periferia, ai margini di tutto; oppure rimanere nella sfera del dilettantismo o semi professionismo, come accade ad esempio a club storici e assai vincenti come il Milano Baseball ‘46 e l’HC Milano House@Quanta. 

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Non c’è spazio per lo sport a Milano 

Quanto potrà durare tutto ciò? Finché lo sport non sarà considerato un produttore di guadagni, ben poco. Se gli impianti vengono chiusi o lasciati al loro degrado (cosa che porterà a futura chiusura) non potranno mai essere redditizi. Ma una capitale morale come Milano non può permettersi di perdere l’aspetto aggregativo dello sport, soprattutto quello di base.

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