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01. 05. 2024 03:28

Prima della Scala senza Mattarella e Giorgia Meloni, un triste segnale per Milano e la sua storia

Una doppia assenza che non accadeva da anni

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Cresce l’attesa per la Prima della Scala in programma come sempre il 7 dicembre. In quello che resta l’evento dell’anno per la città di Milano, nel giorno dedicato a Sant’Ambrogio, ci saranno però due assenze eccellenti. Dopo Sergio Mattarella anche Giorgia Meloni non sarà infatti presente all’inaugurazione della stagione lirica del massimo teatro lirico italiano.

Prima della Scala, le assenze

L’assenza del Presidente della Repubblica era ormai cosa nota ma nelle ultime ore è stata definita l’agenda del Presidente del Consiglio che giovedì sarà a Milano quasi tutto il giorno ma non la sera. Giorgia Meloni firmerà alla Fiera di Milano un protocollo con il governatore della Lombardia Attilio Fontana, farà un giro all’Artigiano in Fiera, pranzerà con 500 poveri al Portello, che sono quelli curati in collaborazione con il progetto Arca, salvo poi partire alla volta del Piemonte.

la scala di milano Paolo conte alla scala

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Prima della Scala tra cultura e politica

Forse non a caso, non ci sarà alcun contatto ufficiale con il sindaco di Milano Beppe Sala, anche alla luce dei rapporti non idilliaci tra Governo e Comune. Ma il problema è anche un altro. Questa doppia assenza è un triste segnale per tutta la città e la sua storia. Un segnale che la Prima della Scala, evento (un tempo?) di portata nazionale, forse fuori dalla Lombardia non gode più di tutta questa considerazione.

Prima della Scala, i precedenti

E’ vero che l’anno scorso sia Sergio Mattarella che Giorgia Meloni presenziarono alla Prima della Scala ma quel precedente non fa altro che rendere ancora più clamorosa la scelta delle due più importanti cariche dello stato, anche perchè in queste occasioni almeno una di solito è presente: una doppia assenza non accadeva da anni. Giovedì ci saranno almeno il presidente del Senato Ignazio La Russa e il vicepresidente del consiglio Matteo Salvini. Presente anche il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, oltre ovviamente a Beppe Sala e Attilio Fontana. Una magra consolazione.

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