Sala e i Club Dogo, la pagella del gruppo hip hop
Club Dogo, voto 10 e lode. Il modo in cui uno dei gruppi hip hop storici della scena milanese ha annunciato il rientro in pista nel 2024 è geniale. Stanno creando un’attesa vera, sentita, tra i più giovani e quelli un po’ attempati ma cresciuti in quel fermento creativo di fine anni ’90 inizi duemila.
Se negli anni ’80 e ’90 sono stati gli “indie” i precursori (nel ’96 gli Afterhours cantavano: “gli architetti sono qua, hanno in mano la città”, anticipando quello che poi si è concretizzato sotto i nostri occhi), oggi è l’hip hop l’anima culturale. Sembra che gli artisti hip hop siano tra i pochi rimasti a sapere leggere e raccontare la città, le sue contraddizioni, le sue speranze e i suoi drammi.
Sala e i Club Dogo, la pagella del sindaco
Beppe Sala, voto 4. Viene da fare una domanda al sindaco: se vuole fare l’influencer sui social o affrontare i tanti dossier su cui la sua giunta rischia fallimenti clamorosi (da San Siro alla sicurezza). Il video girato con e per i Club Dogo è simpatico, ma offre la sponda a chi pensa che davvero Milano sia diventata Gotham City. Nel secondo mandato il rischio di sbracare è dietro l’angolo.
Se in passato, quando Milano aveva il vento in poppa, poteva avere un senso la sua strategia social e comunicativa, oggi stona sempre di più. Forse dovrebbe farsi aiutare dall’autotune. Pd, voto 3. Se il partito di maggioranza non è in grado di far capire al sindaco che qualcosa si è rotto nel “modello Milano”, è un problema.
Ma il personale politico, soprattutto dopo l’ultimo congresso, sembra più interessato a competere su chi mostra più fedeltà a Sala che a fare politica. Sembra che si dia per scontato che questa città voterà centrosinistra per anni. Lo pensava anche Forza Italia ai tempi della Moratti.
