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28. 04. 2024 04:48

Scuola a Milano, inizio d’anno disastroso: 5 cose da cui ripartire e 5 da (non) dimenticare

Fin dalla fine del 2022 avevamo capito che il 2023 non sarebbe partito sotto i migliori auspici, certo non avremmo potuto aspettarci che nei primi mesi dell’anno a Milano avremmo avuto un bullone in un panino, un maestro di religione accusato di violenza sessuale sui piccoli di una scuola materna, 56 liceali che abbandonano uno dei licei storici della città come il Berchet. Nuovo viaggio nella nostra scuola, fra eventi da (non) dimenticare e speranze da cui ripartire

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Se la scuola è lo specchio della società, la nostra non sta andando nella giusta direzione. Fin dalla fine del 2022 avevamo capito che il 2023 non sarebbe partito sotto i migliori auspici, certo non avremmo potuto aspettarci che nei primi mesi dell’anno nella scuola a Milano avremmo avuto un bullone in un panino, un maestro di religione accusato di violenza sessuale sui piccoli di una scuola materna, 56 liceali che abbandonano uno dei licei storici della città come il Berchet.

La scuola dovrebbe essere un luogo protetto, ma spesso diventa invece epicentro anche di scontri di natura natura politica, come il caso della preside che in una lettera parlava di antifascismo dopo un pestaggio avvenuto davanti alla scuola fiorentina dove insegna e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che minacciava di prendere provvedimenti nei suoi confronti. Ma sono tante le questioni che restano aperte nelle nostre scuole, le vedremo nel dettaglio in questo speciale.

Nonostante tutto, però, nel mondo della scuola convogliano tante energie positive, voglia di migliorare le cose, di organizzare progetti innovativi per stare al passo con i tempi di una società complessa e in rapida evoluzione, provando a ridurre il più possibile quel divario sociale che si allarga sempre di più, specialmente in una città come Milano.

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Scuola a Milano, i numeri

59%
la percentuale degli studenti che ha sofferto di attacchi d’ansia e solitudine

28%
la percentuale che ha sofferto di disturbi alimentari

14,5%
chi ha avuto esperienze di autolesionismo

Fonte: Ricerca Chiedimi come sto di SPI CGIL su 30 mila studenti Medi e Universitari

Scuola a Milano, 5 da non dimenticare

Milano Ristorazione

Il 17 marzo c’è stato il caso del bullone ritrovato nel panino al prosciutto della mensa della scuola Dante Alighieri (Istituto Comprensivo Rinnovata Pizzigoni di Milano). Uno scandalo che come conseguenza ha visto le dimissioni, accettate, di Bernardo Notarangelo, presidente di Milano Ristorazione, azienda che fornisce i pasti alle scuole pubbliche milanesi (ma anche a residenze per anziani e centri diurni per disabili) al 99% di proprietà del Comune e all’1% costituito da azioni. Dalle verifiche è risultato che il bullone è compatibile con le impastatrici dell’azienda fornitrice del pane per Milano Ristorazione.

Si tratta della Geal, alla quale Milano Ristorazione ha affidato l’appalto nel gennaio del 2021 per un importo di 3.885.750 euro. Dalle verifiche di Milano Ristorazione insieme ad ATS risulta che il metal detector utilizzato dall’azienda per il controllo della presenza di eventuali corpi estranei è regolarmente in funzione e mantenuto correttamente, ma nel caso del panino con il bullone qualcosa deve essere andato storto. Pochi giorni dopo è emerso anche il caso del “pollo crudo” servito alla scuola Stoppani per i bambini i cui genitori avevano fatto richiesta di una dieta temporanea leggera.

I disagi del Berchet

Pochi giorni fa al liceo Berchet è emerso che dall’inizio dell’anno scolastico sono stati ben 56 i ragazzi a lasciare la scuola per cambiare indirizzo o per spostarsi in un’altra scuola della città. Così gli studenti di via della Commenda hanno scritto una lettera rivolta al dirigente e ai docenti evidenziando la situazione «di malessere psicologico individuale e collettivo causata da un approccio inadeguato di alcuni professori (…) che tramite un metodo educativo-oppressivo e, a livello umano, a tutti gli effetti alienante, non favoriscono un ambiente sereno adatto all’apprendimento».

La notizia non stupisce, dato che a partire dal primo anno di pandemia, questo malessere diffuso fra i ragazzi è spesso esplicitato con numerose richieste di occuparsi della loro salute mentale, anche attraverso un supporto psicologico offerto dalle scuole stesse. Non dimentichiamo inoltre che proprio a Milano il primo febbraio una ragazza di 19 anni è stata trovata morta nei bagni dell’università IULM. Il biglietto scritto dalla studentessa prima di suicidarsi diceva: «Ho fallito negli studi e nella vita». Un messaggio che ha scosso molto la comunità degli universitari, che da tempo denuncia il fatto di sentirsi troppo sotto pressione.

Il gesto del Carducci

L’immagine del ministro Giuseppe Valditara, insieme a quella della premier Giorgia Meloni, sono state esposte a testa in giù davanti in un altro prestigioso liceo classico milanese: il Carducci. Un atto grave condannato dal preside e che gli studenti autori del gesto hanno pagato con la sospensione per dieci giorni e 18 ore di educazione civica e attività socialmente utili.

L’insegnante di religione

Il trimestre “nero” della scuola si è chiuso con una bruttissima notizia: l’arresto di un insegnante di religione accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di alcuni piccoli di una scuola materna comunale nella periferia Nord di Milano. La questione, già di per sé gravissima, lascia ancor più interdetti quando si scopre che a fine 2021 l’uomo era stato allontanato da un’altra scuola materna e trasferito perché non avrebbe rispettato l’obbligo di indossare la mascherina con la scusa di non poter baciare e accarezzare liberamente i bambini.

L’edilizia scolastica

Il 2022 si era chiuso con gli incendi in tre scuole superiori: il liceo Virgilio di piazza Ascoli, al Galilei Luxemburg, e un altro, spento in pochi minuti, al Brera. Il 2023 si è riaperto con temperature gelide in alcuni istituti come il Cardano e il Gentileschi (che condividono lo stesso edificio) che a gennaio hanno registrato 12 gradi, a causa di un guasto all’impianto di teleriscaldamento. Il tutto dopo che a dicembre si erano battuti i denti in tante scuole superiori meneghine.

Scuola a Milano, 5 da cui ripartire

Centri estivi al completo

È di venerdì scorso la notizia che dopo l’approvazione del bilancio di previsione della Giunta comunale, è stato possibile reperire quei «3 milioni di euro necessari per l’attivazione dei servizi estivi dedicati ai bambini e alle bambine, contando anche su un aumento delle disponibilità immediate di 700 mila euro frutto degli emendamenti del Consiglio Comunale», ha dichiarato la stessa Scavuzzo. La copertura finanziaria, che fino a quel momento non era sufficiente, permetterà quindi di garantire lo stesso numero di posti dello scorso anno: oltre 4 mila. In tutto saranno 32 le sedi fra le quali si potrà scegliere appena saranno comunicate ufficialmente per poter procedere alle iscrizioni.

Nuove scuole con il Pnrr

La Lombardia è la seconda regione, dopo l’Emilia Romagna, che riceverà più finanziamenti dal Pnrr per numero di interventi per l’efficentamento energetico, la demolizione e la ricostruzioni di scuole. Di recente il ministero dell’Istruzione ha annunciato lo stanziamento di altri 128 milioni in aggiunta a 119,8 già destinati alla costruzione di quindici nuovi istituti.

Fra questi ricordiamo la nuova media di viale Sarca e la sede di via Amoretti dell’Istituto Frisi. Ulteriori 240 milioni di euro sono stati previsti per realizzare classi innovative e laboratori, nuovi impianti sportivi, mense scolastiche e interventi di ristrutturazione. Ii più costosi riguardano il comprensivo Locatelli Quasimodo, l’Istituto Pareto e la scuola Litta Modigliani.

La Study Secret Room

La mancanza di spazi per fare lezione e per studiare all’università è una questione che dura da anni. Al Politecnico però c’è una novità, anzi due. All’interno dell’Ateneo è stata creata una Study Secret Room, allestita con il contributo di Red Bull. La nuova aula studio è stata realizzata con materiali sostenibili e il suo aspetto simula quello di un giardino.

Visto che siamo a Milano e al Politecnico, questa nuova stanza è attenta a diversi elementi di design e contiene anche piante sempreverdi aromatiche e da frutto. C’è anche un’altra novità: si aggiunge la Chill & Active Area, luogo dedicato ad attività ludiche e di relax. Per lanciare entrambe da oggi a giovedì nell’ateneo si svolgono una serie di incontri con influencer, sportivi e artisti.

La media a indirizzo sportivo

Fino ad ora alle scuole medie non esisteva un potenziamento orientato sullo sport. Complice forse la sempre più crescente esigenza di far sfogare i ragazzi dal punto di vista fisico (specialmente alle medie, dove nella maggior parte dei casi gli intervalli sono così brevi che gli studenti non hanno neanche il tempo di sgranchirsi le gambe), da settembre all’istituto Iqbal Masih di Baggio partirà un indirizzo che, invece delle tradizionali due ore di educazione motoria, prevede cinque ore di attività sportiva alla settimana, fra palestra e spazi all’aperto: atletica, baseball, calcio, tiro con l’arco e ginnastica artistica.

Inoltre, in questa sezione composta da 20 studenti selezionati dopo un test attitudinale, si farà particolare attenzione all’alimentazione, vietando di consumare i cosiddetti cibi spazzatura.

I centri di aggregazione

Fino all’anno scolastico 2021-22 era una scuola dell’infanzia, ora nell’immobile comunale di via Baroni 85 è in arrivo un centro di aggregazione per ragazzi tra i 15 e i 25 anni. Lo spazio ospiterà inizialmente un progetto di animazione temporanea con attività educative, ricreative, culturali, sociali, sportive.

Il Comune cofinanzierà il centro con un contributo complessivo di 82mila euro. In una seconda fase Palazzo Marino individuerà obiettivi e criteri di valutazione di sostenibilità economica per dar vita a un progetto di utilizzo dell’immobile definitivo. Non solo scuole, quindi, ma anche luoghi dove i ragazzi possono trovarsi nel tempo libero, centri dei quali si sente un gran bisogno, attività che sono il cuore del progetto Teen City per il quale il Comune ha di recente stanziato 1,5 milioni di euro.

Scuola a Milano, intervista a Renata Averna (Università Cattolica): «C’è poco benessere: perché bisogna evitare una scuola di puro nozionismo»

Katia Del Savio

Renata Averna ha insegnato scienze Caterina da Siena. Ora che è in pensione continua a occuparsi attivamente di scuola come cultrice della materia di pedagogia sociale interculturale all’Università Cattolica di Milano e attraverso il Circolo Tematico Scuola del PD “Don Milani” con sede a Cernusco sul Naviglio.

Renata Averna
Renata Averna

Negli ultimi anni sta aumentando il fenomeno dell’abbandono scolastico o del cambio di scuola “in corsa”.
«Molto spesso i ragazzi affrontano le superiori scegliendo la scuola senza essere troppo consapevoli. Gli ultimi cinque anni del mio lavoro li ho passati nell’Ufficio Scolastico Regionale e una delle mie funzioni era proprio quella dell’orientamento e del riorientamento dei ragazzi. Già allora, e nell’ultimo periodo ancora di più, stava crescendo il fenomeno della dispersione scolastica».

Come mai?
«Innanzitutto perché non ci si occupa a sufficienza di orientamento. È un percorso educativo e formativo che dovrebbe essere affrontato ben prima della terza media. Quando a quel punto viene organizzato, si tratta di un’attività esclusivamente di natura informativa: si illustrano i tipi di indirizzi che si possono scegliere, ci sono gli open day, ma manca tutto il resto: la scelta della scuola dovrebbe essere fatta conoscendo le proprie potenzialità da parte del ragazzo e della ragazza, con il supporto coerente e adeguato della famiglia, che in genere entra in ansia al momento della scelta. Mancano servizi che aiutino i genitori a supportare i figli in questa fase, che dovrebbero essere organizzati dalla Regione».

Il disagio dei ragazzi nelle scuole è realmente in aumento o gli studenti ne stanno parlando più apertamente rispetto a una volta?
«C’è un reale disagio giovanile e nella scuola, dove i ragazzi vivono buona parte della loro giornata, c’è poco benessere. In realtà è una situazione a macchia di leopardo: non è così in tutti gli istituti. Laddove ci si occupa di più del benessere psicofisico degli studenti e si fanno attività non solo strettamente legate alle lezioni frontali, i ragazzi stanno meglio. Ma purtroppo tante scuole superiori stanno tornando a essere solo nozionismo e valutazione disciplinare».

Perché proprio in questo momento storico?
«Perché sta aumentando anche il disagio da parte dei docenti, anche a causa delle conseguenze del covid. Gli insegnanti hanno avuto e hanno pochi strumenti e supporto da parte delle istituzioni nell’affrontare la situazione. Ma la cosa grave che la scuola è l’unico posto dove ci si pone questo problema».

I docenti sono quindi impreparati ad affrontare questo disagio?
«Si sentono in difficoltà e anche loro avrebbero bisogno di essere sostenuti con corsi di aggiornamento e di formazione, e nella scuola servirebbe la figura del pedagogista. I docenti dovrebbero imparare a instaurare una relazione educativa con ogni singolo ragazzo».

Quali sono i principali problemi dei ragazzi?
«L’ansia sta crescendo tantissimo e in particolare quella da prestazione: non si sentono attrezzati ad affrontare le richieste dei docenti e l’aspetto relazionare con i coetanei. Bisogna aiutarli a fare gruppo, con attività da svolgere anche uscendo dalla scuola, come accade al Caterina Da Siena».

I genitori cosa possono fare?
«Anche loro necessitano di formazione: bisogna sostenere la genitorialità, che non viene minimamente presa in considerazione, soprattuto nella fase adolescenziale dei figli».

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