Il 31 dicembre è scaduto il contratto d’affitto della scuola di via Vivaio situata all’interno dell’Istituto per Ciechi di Milano. La scuola è sempre stato un fiore all’occhiello nella formazione degli adoloscenti ipovedenti e con disabilità. Ora sarà costretto a traslocare dalla sua sede naturale, dopo che il Comune a più riprese si è rifiutato di rinnovare il contratto d’affitto.
Scuola di via Vivaio, le alternative
Il contratto di affitto che lega il Comune con l’Istituto per Ciechi viene definito da Palazzo Marino come un’affittanza passiva che potrebbe causarli problemi con la corte dei conti. «Siamo di fronte ad un’affittanza passiva e la legge di contenimento della spesa pubblica prevede la dismissione di queste affittanze, ma l’offerta formativa sarà mantenuta»,aveva ribaditolo scorso dicembre al Corriere la vicesindaco Anna Scavuzzo.
Il presidente dell’Istituto per Ciechi negli scorsi mesi aveva cercato di venire incontro all’amministrazione proponendo di lasciare invariato il canone. Al momento la spesa per la scuola di via vivaio è di 650mila euro l’anno (quota comprensiva anche di oltre 100mila euro di spese). Gli spazi inoltre sono stati messi a norma tutti dalla Fondazione che ha investito oltre 1,8 milioni di euro nella struttura ed era in procinto di realizzare il progetto «Dopo di noi» destinato ai disabili adulti. Progetto che è stato al momento accantonato proprio per la decisione di Palazzo Marino di spostare la scuola di via Vivaio.
Le alternative
Sul tavolo della direttrice della scuola per ciechi di via Vivaio, Laura Corradini, sono arrivate alcune proposte per il trasloco. Si tratta delle scuole «Agazzi» e «Filzi», rispettivamente in via Gabbro e in via Ravenna già occupate da altri omnicomprensivi ma con aree libere. Alla lista si aggiungono gli spazi comunali di via Milazzo, a Brera, dove oggi c’è la Scuola Montessori, ed infine, un edificio in via D’Annunzio, sui Navigli, occupato da uffici comunali.
Soluzioni che per il momento continuano a non accontentare né la preside, né i genitori. «Ho sempre detto che nel caso della Vivaio – aveva dichiarato Laura Corradini -, il contenitore e il contenuto sono la stessa cosa: spostare la nostra offerta formativa in altra sede non è semplice». Così, a fine gennaio, la situazione è ancora in una fase di stallo con la scuola di via Vivaio che non vuole accettare il trasloco ed con il Comune che non riesce a trovare il bandolo della matassa. A perderci ancora una volta potrebbe essere l’istruzione di coloro afflitti da disabilità.