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29. 04. 2024 03:16

«Ora sono un uomo libero». Vita di Alessandro Impagnatiello, che non si è fermato davanti a Giulia né al figlio in grembo

Le due relazioni parallele, i figli, l'omicidio, il depistaggio e la confessione: così Alessandro ha tolto la vita a Giulia e al bimbo che doveva nascere

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«Ora sono un uomo libero, lei se ne è andata»: questa è la prima frase che avrebbe pronunciato Alessandro Impagnatiello dopo aver ucciso Giulia, la sua compagna 29enne incinta, al settimo mese di gravidanza. Proprio da lei il killer, già padre di un bambino di 6 anni, aspettava un figlio. Ma neanche questo lo ha fermato dal commettere il brutale delitto. Un delitto che si è consumato la sera di sabato 27 maggio 2023 a Senago, località in provincia di Milano. Un delitto che, come tanti altri, poteva essere evitato.

Le due vite parallele di Alessandro Impagnatiello

Alessandro, barman di trent’anni che lavorava in un noto locale milanese, ha deciso, nel giro di poche ore, di togliere la vita non solo alla giovane Giulia, ma anche al bimbo che lei portava in grembo. Inizialmente era stato lui a denunciare la scomparsa della compagna ma, dopo che i carabinieri hanno trovato delle prove schiaccianti contro di lui, alle 3 di notte tra mercoledì e giovedì, egli ha confessato. Ha rivelato i dettagli di questo terribile femminicidio, svelando anche dove aveva nascosto il corpo della ragazza incinta.

Il quadro che emerge a proposito della vita e delle abitudini di Alessandro Impagnatiello è allarmante. Chi lo conosce lo descrive come un «playboy pieno di donne», ma anche come un «grande narcisista» e un «bugiardo di prima categoria». Per più di un anno l’uomo infatti ha tenuto in piedi due relazioni parallele con due donne, entrambe incinte. Da una parte c’era Giulia Tramontano, agente immobiliare 29enne originaria della provincia Napoli, con cui conviveva a Senago. Dall’altra una collega americana.

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Le donne erano entrambe all’oscuro l’una dell’altra fino a quando, circa un mese fa, la vittima ha scoperto tutto. L’altra giovane, a differenza di Giulia, aveva deciso di interrompere la gravidanza. Le due hanno scelto così di incontrarsi, insieme ad Alessandro Impagnatiello, nel locale dove lui lavorava. Era sabato scorso. Da quanto racconta però la donna americana, il 30enne alla fine non si è presentato e le ha lasciate da sole in quell’occasione.

Giulia e l’altra donna si sono parlate a lungo e hanno capito che il ragazzo aveva ingannato entrambe. Nel frattempo l’uomo aveva presentato all’amante e collega un falso test del Dna per dimostrarle che il figlio di Giulia non era suo, ma che anzi lei aveva «problemi mentali».

Quello che però la Tramontano non sapeva è che, una volta tornata a casa, sarebbe arrivato per lei il peggio. Intorno alle 19 la giovane è infatti rincasata e avrebbe mandato un messaggio ad un’amica che recitava così: «Sono molto turbata, ora vado a dormire». Messaggio che però sarebbe stato mandato dallo stesso Impagnatiello dal telefono di Giulia quando lei era già stata uccisa. Cinque minuti prima che la ragazza entrasse in casa, inoltre, l’assassino aveva cercato su internet “come disfarsi di un cadavere in una vasca da bagno” e “come ripulire macchie di bruciato”.

Alessandro Impagnatiello e l’uccisione di Giulia

Il femminicidio è avvenuto quel sabato sera. Giulia è stata aggredita più volte con un coltello da Alessandro Impagnatiello, che l’ha così uccisa. L’uomo poi ha cercato di bruciare il corpo, ma senza successo. Così ha messo il cadavere in alcuni sacchetti di plastica. Ha tentato anche, dopo il delitto, di togliere le macchie di sangue sparse ovunque per tutta la casa, per il pianerottolo e per le scale condominiali.

Ha trascinato il cadavere fino al garage di casa, lo ha chiuso nel baule della sua auto e dopo ha viaggiato per diversi chilometri. Poi ha deciso di lasciarlo vicino a dei box in via Monte Rosa, nel pieno della notte. Il giorno dopo è andato dalle forze dell’ordine a denunciare la sua scomparsa, dicendo che Giulia aveva con sé i documenti e il bancomat. Un’altra mossa per depistare le indagini, tanto che all’inizio si era ipotizzato un allontanamento volontario per quanto scoperto dalla Tramontano.

L’uomo inoltre martedì scorso, mentre tutti cercavano Giulia (nella speranza che fosse ancora viva), ha chiesto all’ex compagna di vedere il figlio di 6 anni. Si comportava come se nulla fosse. Era molto tranquillo, stando a quanto rivelano le persone che lo hanno visto. Solo nei giorni scorsi aveva avuto un brusco confronto con i genitori della Tramontano, che sapevano dei numerosi tradimenti ai danni della figlia.

Ora l’uomo è stato portato al carcere San Vittore di Milano. Le accuse sono di omicidio volontario premeditato, aggravato dai futili motivi, dalla crudeltà e dal rapporto di relazione con la vittima, occultamento di cadavere e di interruzione involontaria di gravidanza. Alessandro Impagnatiello infatti uccidendo la sua compagna, ha ucciso anche il bimbo che portava in grembo e che tra due mesi sarebbe dovuto nascere.

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