Massimo Sparpaglione è il presidente dell’associazione ASSEDO, la quale raggruppa gran parte delle cooperative che svolgono assistenza domiciliare in Lombardia. Intervistato dai colleghi di Agi, ha denunciato la Regione di non fornire i tamponi agli infermieri domiciliari e di non rimborsare alle cooperative i soldi investiti per l’acquisto dei dispositivi di protezione.
Le dichiarazioni. «Il nostro sistema sanitario deve capire – ha spiegato Sparpaglione – che se noi andiamo in giro per il territorio ci deve essere data la possibilità di fare i tamponi. Andrebbero fatti in modo continuativo perché, se anche sono negativo oggi, non è detto che lo sia dieci giorni dopo, visto che continuo a visitare pazienti».
Per quanto riguarda le spese relative all’acquisto di mascherine, camici monouso e quant’altro, è stata sollecitata sia la Regione che la Prefettura non ottenendo risposte soddisfacenti. «Abbiamo fatto presente nelle diverse mail inviate alla Regione – ha sottolineato il presidente di ASSEDO – e alla Prefettura che gli erogatori di servizi non possono sopportare spese ben al di sopra delle remunerazione riconosciuta. Il rischio è che falliscano con le ovvie conseguenze nefaste per gli assistiti. Il limite di budget sarà raggiunto ben prima della fine del 2020».
Oltre al danno potrebbe anche aggiungersi la beffa. Molti assistenti domiciliari rischiano di rimanere senza stipendio. Nei giorni scorsi alcune cooperative hanno ricevuto lettere nelle quali le Ats avvertivano di aver sforato il budget del primo trimestre 2020: in sostanza tutto il lavoro extra effettuato durante la pandemia potrebbe non essere retribuito. Nel frattempo è calato il silenzio dalla giunta del Pirellone. «La Regione non ha mai risposto – ha concluso Sparpaglione – mentre la Prefettura ci ha fatto sapere che ha iniziato un percorso di verifica».