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20. 04. 2024 05:54

Il Capodanno cinese torna dopo tre anni: la parata all’Arco della Pace. Il programma completo

Tre ragioni per partecipare a Milano

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Ci sono tante ragioni per guardare con attenzione al Capodanno cinese in programma domenica. La prima è che questo evento ritorna dopo ben tre anni: la pandemia, che ha colpito non poco la comunità cinese anche a livello mediatico, ne ha impedito lo svolgimento per un tempo molto lungo.

Arco della pace. La seconda riguarda il programma che presenta importanti novità, a partire dalla classica parata, con i balli tradizionali e i figuranti travestiti da dragoni, che quest’anno sarà di scena dalle 14.00 all’Arco della Pace, non più in via Paolo Sarpi. Una decisione presa per assicurare ai partecipanti (prima del covid se ne registravano fino ai 10 mila) di assistere alla manifestazione con maggiore tranquillità.

La stessa Chinatown sarà comunque coinvolta: i negozi di via Sarpi saranno addobbati a tema e metteranno in vendita gadget e portafortuna tipici. Nei ristoranti e alle bancarelle di street food, inoltre, non mancheranno piatti a tema.

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La terza, non meno importante delle prime due, riguarda i rapporti non sempre lineari tra la comunità cinese e la città. Nonostante tra quelle straniere la cinese sia la più antica di Milano, con un secolo di vita, spesso viene percepita come una realtà a sé. Eppure è costituita da circa 30 mila persone che abitano molti quartieri. Questa festa, allora, può essere l’occasione per eliminare pregiudizi e diffidenze che ancora resistono, magari approfondendo lo spirito del Capodanno cinese, detto anche Capodanno Lunare o Festa della primavera, che apre i dodici mesi consacrati quest’anno al Coniglio d’acqua.

Capodanno cinese, dieci domande a Francesco Wu, direttivo di Confcommercio Milano:  «Con questa festa riabbracciamo i milanesi»

È un Capodanno diverso da quelli precedenti, carico di significati non solo per la comunità cinese ma per l’intera città. Francesco Wu, imprenditore e membro del direttivo di Confcommercio Milano, spiega a Mi-Tomorrow l’importanza di questo evento che torna a svolgersi con modalità rinnovate.

capodanno cinese

Come sta la comunità cinese?
«Bene, quando Milano sta bene vale anche per noi: siamo milanesi, vogliamo lavorare e siamo contenti che la città si sia ripresa dalla pandemia e attiri molti turisti».

Parliamo subito del vostro rapporto con la Cina.
«Posso dirle questo: è un rapporto che si fonda sul fatto che molti di noi hanno parenti in Cina, non c’è altro».

Si è portati a pensare che sia più stretto.
«Lo so, è una cosa che ci ha danneggiato durante la pandemia, a causa del virus partito dalla Cina siamo stati identificati e accomunati ai contagi, c’è stata una caccia alle streghe nei nostri confronti».

Sta parlando dei milanesi?
«Milano si è comportata con saggezza: il sindaco, l’allora assessore Tajani e la Confcommercio ci hanno sostenuto, ma in generale tutta la città è sempre rimasta vicina a noi».

Quale significato ha questo Capodanno?
«Da un punto di vista simbolico chiude il cerchio. Ciò non significa che la pandemia sia finita, ma è si è chiuso quel periodo negativo cui ho accennato».

In cosa è diverso da quello che si festeggia il 31 dicembre?
«Dobbiamo ricordarci che la società cinese è di origine contadina, è legata al raccolto, da qui i riti propiziatori per cacciare gli spiriti maligni e dare speranza: ogni anno è un nuovo inizio».

Perché è cambiato il percorso della parata?
«In via Sarpi non ci sono gli spazi per ospitare tutte le persone, è anche una questione di sicurezza».

Questa festa è sentita anche dalle giovani generazioni?
«Sì, è una delle poche sentite da tutti, c’è una grande partecipazione non solo da parte della comunità cinese».

Possiamo dire che ormai appartiene a tutti i milanesi?
«Sì, questa è una festa della città perché la cultura cinese è una parte di quella milanese, basta un dato per capirlo».

Quale?
«Il 90% dei partecipanti è milanese, solo il 10% è rappresentato da cinesi. Le tradizioni si mescolano, alla fine appartengono a tutti, come già è avvenuto in tante altre realtà, come New York o San Francisco».

Capodanno cinese, festa anche al Cinema: all’Arlecchino una rassegna di film in lingua originale

Se il Capodanno cinese è un’opportunità per conoscere una cultura millenaria, il cinema è uno degli strumenti più adeguati allo scopo. Sabato 4 domenica 5 febbraio, in occasione della Feste della Lanterne, al Cinema Arlecchino si svolgerà la seconda edizione del FánHuā Chinese Film Festival. Sono in programma i migliori film di registi cinesi, in versione originale con sottotitoli in italiano, introdotti da Paolo Bertolin, consulente artistico del festival.

Capodanno cinese al Mercato Centrale, la festa è anche qui

Il Capodanno cinese non si limita a via Sarpi e all’Arco della Pace. C’è un terzo luogo dove arrivano i festeggiamenti, il Mercato Centrale. Sino a domenica 5 febbraio sono previsti una serie di appuntamenti gratuiti di carattere gastronomico e culturale. Per avere un’idea, è interessante quello di domani con la Danza propiziatoria del Dragone che vede, a partire dalle 12.30 la performance dell’Accademia Shen Qi Kwoon Tai di Vercelli.

Da segnalare anche l’incontro di sabato 28 gennaio alle 16.30 allo Spazio Fare: insieme a Chiara Allegri, studiosa delle narrazioni tradizionali, verranno lette delle favole della tradizione asiatica che raccontano le storie di piccoli eroi cinesi. Più strettamente culinario è il Food talk condotto dal giornalista Vittorio Castellani: i partecipanti scopriranno i riti, le cerimonie e le specialità culinarie legate alla festività, al tempo stesso apprendendone il significato simbolico. Per il programma completo: mercatocentrale.it/milano/eventi/.

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