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19. 04. 2024 19:56

17 maggio, giornata internazionale contro l’omofobia

Il 17 maggio è la giornata internazionale contro l'omofobia: un'occasione in più per combattere pregiudizi e discriminazioni nei confronti delle persone LGBT

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Oggi, 17 maggio, si celebra la giornata internazionale contro l’omofobia. Un’occasione – come ricorda il Presidente Mattarella attraverso un messaggio del Quirinale – per «promuovere il contrasto alle discriminazioni, la lotta ai pregiudizi e la promozione della conoscenza riguardo a tutti quei fenomeni che, per mezzo dell’omofobia, della transfobia e della bifobia, perpetrano continue violazioni della dignità umana».

Combattere i pregiudizi. «Dobbiamo impegnarci – afferma Triantafillos Loukarelis direttore dell’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) – tutti e di più per combattere i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle persone LGBT che continuano quotidianamente a vivere nella paura e nell’insicurezza. E’ una questione di diritti umani che riguarda tutti noi. Tutte le persone hanno gli stessi diritti e non possiamo più tollerare la violenza e la discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche e transgender».

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Violenze che nonostante tutto continuano ad acuirsi soprattutto all’interno dei contesti familiari in questo periodo di convivenza forzata imposto dal Covid. «Questo periodo di isolamento e convivenza forzata da Covid-19 inoltre – sottolinea ancora Loukarelis -, ha visto crescere gli episodi di discriminazione e violenza di natura omotransfobica nel contesto familiare. Per questo abbiamo pensato di avviare progetti pilota di refuge center per persone LGBT finanziati con fondi europei. In questo contesto l’approvazione di una legge contro l’omotransfobia, già in discussione in Parlamento, appare sempre più necessaria».

Proposta di legge. I testi di legge saranno votati in luglio, ma tuttavia non rassicurano i rappresentanti della comunità LGBT. «Non viene dato supporto alle vittime, c’è il rischio che la legge diventi uno specchietto per le allodole – afferma Fabrizio Marrazzo, portavoce Gay Center -. Le vittime devono essere rese libere di denunciare, serve che si attivino, con la legge, centri permanenti antiviolenza per LGBT in tutte le regioni e case rifugio, non servirebbe un azione di 1 o 2 anni. Senza presidi fissi sui territori difficilmente le vittime riusciranno a denunciare».

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