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18. 04. 2024 06:23

La Prima alla Scala fra applausi e proteste: cos’è successo oggi

Una lunga giornata a Milano per la Prima della Scala: ovazioni e dissenso insieme dentro e fuori il teatro

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Va in scena la Prima alla Scala e Milano diventa magica. L’opera di quest’anno è russa, il Boris Godunov di Musorgskij: questo il motivo di alcuni momenti di tensione durante la giornata, fra le proteste degli ambientalisti e della comunità ucraina. Quello che sta succedendo dentro e fuori dal Teatro in questo mercoledì 7 dicembre a Milano.

Prima alla Scala, momenti di tensione in piazza

Breve momento di tensione in piazza della Scala, a Milano, quando un piccolo gruppo di contestatori provenienti da varie aree antagoniste e universitarie ha tentato di superare le transenne poste dalle forze dell’ordine per impedire l’arrivo al teatro Alla Scala dove sta per iniziare la prima. Con lo slogan “Uscite i soldi” (urlato così) alcune decine di persone hanno provato a entrare in piazza ma sono state respinte facilmente dagli agenti in tenuta antisommossa. L’unico contatto è consistito in poche spinte per respingere i contestatori durante la Prima alla Scala.

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Prima alla Scala, il tributo a Mattarella

Il pubblico della Prima della Scala, anche quest’anno, tutto in piedi, ha tributato un’ovazione al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, al suo ingresso nel palco d’onore con accanto la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen. L’applauso si è prolungato per alcuni minuti.

 

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Prima alla Scala, lo scontro Sgarbi-Meyer

Il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi dice che alla Scala di Milano ci vorrebbe un sovrintendente italiano. «Io non faccio commenti su questo, io sono in Italia da 30 anni e la prima volta che sono venuto alla Scala era il 1980 – ha commentato il sovrintendente Dominique Meyer a margine della Prima -. Non mi sono mai sentito uno straniero. E mi sento a casa laddove si fa cultura. Per la prima volta ho sentito questa parola dura, “straniero”, mi ha fatto pena. Io sono stato accolto qui sempre molto bene da 35 anni – ha aggiunto -. Sono presidente di varie giurie e sono sempre stato accolto a braccia aperte. Mi fa pena essere considerato adesso come un cattivo straniero che non sa fare il suo lavoro. Sono 32 stagioni che dirigo l’Opera di Parigi, l’Opera di Vienna e adesso la Scala. Ho rispetto per questa persona che non conosco ma che credo non conosca il mio lavoro».

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Prima alla Scala, il messaggio dei lavoratori

«Un Paese che taglia i finanziamenti alla Cultura taglia il futuro dei suoi cittadini»: si conclude in questo modo il messaggio che i dipendenti della Scala avrebbero voluto leggere oggi prima dell’inno di Mameli all’inaugurazione della stagione della Scala. Un messaggio che, dopo il no della direzione, hanno affidato ai social con un video girato nel teatro vuoto. «Tutti i lavoratori del teatro alla Scala esprimono il loro disappunto e sconforto per l’ennesima decisione delle Istituzioni di ridurre i contributi a numerose realtà teatrali e musicali cittadine, incluso il nostro grande e prestigioso Teatro. Noi – hanno letto – siamo ancora convinti che la bellezza possa salvare il mondo eppure, per chi governa questo mondo, l’Arte sembra essere l’ultima a cui si dà e la prima a cui si toglie. Un Paese che taglia i finanziamenti alla Cultura taglia il futuro dei suoi cittadini». Si tratta di un messaggio che una delegazione dei lavoratori consegnerà anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l’intervallo dell’opera.

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