Dal nostro inviato, Onorio Ferraro
Si è conclusa l’occupazione degli studenti al liceo classico Manzoni di Milano per protestare contro la vittoria del centrodestra alle elezioni e contro l’alternanza scuola – lavoro dopo la morte di Giuliano De Seta. Ieri avevano annunciato che sarebbe durata due giorni e, come da previsione, oggi è finita l’occupazione. Gli studenti del Manzoni hanno diffuso un comunicato e hanno raccontato a noi, in esclusiva, il loro pensiero.
Liceo Manzoni, parla il Collettivo Politico Manzoni
Per capire meglio cos’è successo dentro il liceo Manzoni (domani, mercoledì 28 settembre, per consentire la pulizia e il riordino degli spazi e delle aule al piano terra, le lezioni avranno inizio alle ore 9.00 per tutte le classi), abbiamo intervistato in esclusiva Benedetta e Chiara del Collettivo Politico Manzoni. Nel video pubblicato sulla nostra pagina Instagram trovate il video integrale.
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Liceo Manzoni, il comunicato degli studenti
Gli studenti hanno diffuso un comunicato al termine dell’occupazione: «Ci è stato chiesto spesso il perché della nostra azione: la situazione politica e sociale all’esterno della nostra scuola ce lo ha imposto, tra studenti uccisi dall’alternanza scuola lavoro, un’emergenza climatica che devasta e rovina i luoghi in cui trascorriamo le nostre vite, e, in ultimo, la vittoria di un partito che storicamente rimane legato a immagini e retoriche fasciste. La nostra sfiducia nei confronti di queste istituzioni politiche è totale e fondata sulla consapevolezza che nessuno tra i partiti del paese si sia posto come priorità le nostre necessità generazionali».
La preside del liceo Milena Mammani ha minacciato di dare il 5 in condotta agli studenti che questa notte hanno deciso di rimanere a dormire nelle aule del liceo occupato: «L’unica risposta che l’istituzione scolastica, nella figura della dirigente, è riuscita a darci è quella di una criminalizzazione del nostro gesto, accompagnata da minacce di forti provvedimenti didattico-disciplinari, nei confronti di chi ha portato avanti la contestazione, con un chiaro intento divisivo e repressivo. Manifestiamo dentro le scuole perché esse costituiscono le fondamenta della società del futuro. Queste fondamenta sono costituite da noi studenti e studentesse, dal nostro pensiero critico, dalla nostra agitazione».