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10. 05. 2024 01:19

Mafia a Milano, ‘ndrangheta tra i lavori per le ferrovie: sequestrati 10 milioni di euro

La notizia è stata comunicata dalla Guardia di Finanza

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Nuovo capitolo delle vicende legata alla mafia a Milano e dintorni. Undici società che si occupavano di manutenzioni ferroviarie, ritenute vicine alla cosca della Ndrangheta Nicosia-Arena di Isola di Capo Rizzuto (Crotone), sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza di Milano.

Mafia a Milano, le indagini

Gli inquirenti hanno ipotizzato che tali aziende avrebbero prodotto fatture false e avrebbero evaso l’IVA per un valore superiore ai 10 milioni di euro. La notizia è stata comunicata dai finanzieri attraverso un comunicato stampa. L’intervento fa parte di una successiva operazione svolta in sinergia tra i nuclei di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Varese, Milano e Verona a seguito di un’indagine precedente che aveva portato all’arresto di 15 persone, successivamente condannate in primo grado. Si tratta, infatti, di un contesto associativo aggravato dall’agevolazione mafiosa.

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Mafia a Milano, il sequestro

Le società che hanno subito il sequestro nei giorni scorsi avrebbero operato per anni nel campo della manutenzione delle ferrovie italiane. Tali aziende, localizzate a Varese, Verona e Crotone, avrebbero stipulato contratti per fornire manodopera specializzata e noleggiare mezzi, con l’obiettivo di eludere la normativa antimafia e le restrizioni nell’ambito della subappalto delle commesse pubbliche. Inoltre, sarebbero state accusate di evasione dell’IVA per una somma superiore a 10 milioni e 273mila euro. Tali fondi sono stati confiscati in modo preventivo nelle ultime giornate.

Mafia a Milano, precedenti

A fine ottobre un’operazione della Guardia di Finanza aveva smascherato un gruppo criminale che operava nell’hinterland del capoluogo lombardo, contiguo alle famiglie di ‘ndrangheta locali di Corsico Buccinasco. Le sei persone arrestate erano accusate di furto di autovetture, ricettazione, riciclaggio e spaccio di droga.

Grazie all’inchiesta, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia, è stato ricostruito il modus operandi del gruppo, accusato di almeno 12 furti di auto. Le vetture rubate venivano ripulite con un nuovo numero di telaio e rivendute in tutta Italia per finanziare l’acquisto di droga. I fischi gialli hanno sequestrato due vetture rubate e confiscato 2 chili di cocaina e hashish.

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