Non una di meno in piazza contro l’emendamento approvato dal Senato lo scorso 23 aprile che facilita l’accesso e incrementa i finanziamenti pubblici alle associazioni antiabortiste nei consultori: «Questo emendamento – afferma il movimento Non una di meno – non solo conferma la presenza di queste associazioni nei consultori pubblici, già nota in Lombardia, ma spinge ulteriormente verso una privatizzazione che favorisce le lobby definite come cattofasciste e cielline».
Non una di Meno in piazza per l’aborto libero: approccio laico e inclusivo
«Il testo – sottolinea il movimento – esprime una forte opposizione ai finanziamenti pubblici destinati ai consultori privati, soprattutto quelli a orientamento antiabortista, e denuncia l’uso di pratiche quali l’obiezione di coscienza e la “settimana di riflessione” come forme di violenza psicologica e materiale contro le donne. Inoltre, si manifesta contro gli attacchi alle persone trans e non binarie e le politiche restrittive sui percorsi di transizione».
Fondi del PNRR per i consultori pubblici
«L’articolo – rimarca Non una di Meno – sostiene la necessità che i fondi del PNRR siano investiti in consultori pubblici e laici di alta qualità, suggerendo un rapporto di un consultorio ogni 20.000 abitanti, come previsto dalla legge. Questi centri dovrebbero essere equipaggiati per offrire un ampio spettro di servizi, inclusi supporto durante la gravidanza, il postparto, la menopausa, l’aborto farmacologico e la contraccezione». Sul tema Fratelli d’Italia è accusato (da Non una di Meno) di proteggere la vita solo “quando non esiste” e di supportare politiche dannose nei confronti delle persone migranti e del popolo palestinese, definendo questa condotta come un’espressione di ipocrisia.
