E’ terminato lo sciopero dei mezzi pubblici. La M3 (linea gialla della metropolitana) ha riaperto e i mezzi di superficie sono tornati al regolare servizio.
Disagi della mattinata di sciopero
E’ arrivato il giorno del nuovo sciopero dei mezzi. Originariamente era stata proclamata una agitazione di 24 ore, ma la durata è stata poi limitata dalle 9 alle 13 a seguito della precettazione del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Tuttavia, l’Unione sindacale di base Usb ha annunciato che incrocerà le braccia per tutto il giorno, disubbidendo alla limitazione impostale.
Sciopero dei mezzi, disagi
Le linee M1, M2, M4 e M5 di ATM sono rimaste aperte, mentre la M3 (linea gialla) è stata chiusa. Bus, tram e filobus saranno invece in servizio. Lo sciopero era stato precedentemente indetto per il 27 novembre, ma, anche in quella occasione, la precettazione di Salvini aveva portato alla posticipazione della protesta al 15 dicembre. Tuttavia, le organizzazioni sindacali si ritrovano nuovamente costrette a ridurre la durata dell’agitazione.
Sciopero dei mezzi, le motivazioni
L’Atm ha indetto uno sciopero per difendere il sacrosanto diritto dei lavoratori ai servizi pubblici essenziali. Il motivo della protesta è una lunga lista di richieste, tra cui il superamento dei salari di ingresso, la lotta contro gli appalti e subappalti che offrono servizi di scarsa qualità e il lavoro sottopagato, il blocco delle privatizzazioni e l’attenzione alla sicurezza sul lavoro e del servizio. Inoltre, i lavoratori richiedono un salario minimo, una legge sulla rappresentanza sindacale e il blocco delle spese militari.
Sciopero dei mezzi, la protesta dei Cobas
Intanto, Ai Cobas si è schierata contro la limitazione del diritto di sciopero, con un forte appello per il superamento dei salari di ingresso, l’eliminazione degli appalti e subappalti, e per un piano di investimenti e assunzioni in tutti i settori pubblici, per garantire la massima sicurezza e tutela della salute dei lavoratori in ogni ambiente di lavoro, per il blocco delle spese militari e per contrastare le grandi opere speculative.