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26. 04. 2024 03:08

Lullaby, l’opera di Maurizio Cattelan fatta con le macerie della strage di via Palestro arriva alla Gam

Donata al Museo del Novecento, quindi entra a far parte delle collezioni civiche della città

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Alla Galleria di Arte moderna di via Palestro Milano arriva Lullaby, opera realizzata da Maurizio Cattelan nel 1994 con le rovine della strage di via Palestro. L’opera torna quindi in qualche modo a casa, visto che l’esplosione della bomba il 27 luglio 1993 danneggiò l’edificio del Padiglione di Arte Contemporanea, accanto alla Gam, oltre ad uccidere i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e con loro Moussafir Drissalle.

Strage di via Palestro, Lullaby tra le collezioni civiche

Lullaby che dallo scorso 30 marzo era allestita al cimitero Monumentale, viene ora donata al Museo del Novecento e quindi entra a far parte delle collezioni civiche. Alla Gam trova posto nella cornice neoclassica della Sala da Ballo, in stretta relazione con il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, che si trova nella sala a fianco ed è visibile attraverso i tre archi divisori, quasi a disegnare a una parabola che segna l’inizio e la fine di un secolo.

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Sacchi: «Strage di via Palestro è pezzo di storia dolorosa»

«Maurizio Cattelan dimostra ancora una volta un affetto profondo per Milano – ha commentato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. ‘Lullaby’ è un’opera potente e simbolica, che racconta con efficacia straordinaria un pezzo di storia dolorosa della nostra città come la strage di via Palestro. Per questo è particolarmente significativo che entri a far parte delle collezioni civiche».

Lullaby, le due versioni

La prima esposizione dell’opera, in due diverse versioni, è del 1994 alla prima personale all’estero dell’artista presso la Laure Genillard Gallery di Londra e, in contemporanea, a una collettiva al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. A Londra una parte dei detriti è contenuta in un borsone da viaggio blu, simile a quello utilizzato per raccogliere il materiale delle demolizioni, ma che allo stesso tempo ricorda le borse utilizzate negli ospedali per trasportare la biancheria contaminata. Nella versione parigina, ora esposta alla Gam e donata dall’artista al Museo del Novecento, i resti del Pac sono raccolti in 40 sacchi di plastica bianca stoccati su due pallet.

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