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28. 03. 2024 09:27

Immigrata non curata perché non in regola: il Tribunale di Milano condanna Ats e il Niguarda

Il Tribunale di Milano emette una sentenza senza precedenti

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Una sentenza storica quella che ha colpito l’Ats milanese e l’ospedale Niguarda: il Tribunale di Milano ha condannato i due enti per non aver fornito le cure essenziali ad una cittadina romena irregolare.

Le motivazione del Tribunale di Milano

Nel 2015 la donna in questione, una signora di 53 anni, avava subito l’impianto di una protesi mitralica meccanica, ma da allora non aveva potuto eseguire alcun controllo cardiologico perchè non poteva pagare le visite.

La mancanza di copertura sanitaria per i cittadini europei indigenti è un problema che riguarda tutti coloro che soggiornano in Lombardia e non hanno i requistiti per iscriversi all’anagrafe.

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Nel 2012 l’Accordo sottoscritto in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha fornito indicazioni per l’accesso alle cure dei cittadini stranieri proponendo, tra le altre cose, a tutte le Regioni e Province di adottare il tesserino/codice ENI (Europei Non Iscritti) per i cittadini europei privi di residenza e dei requisiti per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale.

Mentre molte Regioni si sono adeguate alla proposta, la Lombardia non ha voluto introdurre il tesserino ENI. Così pochi giorni fa la sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato Ats e Niguarda a fornire gratuitamente le cure alla signora romena.

“Sono stati necessari due anni e due ricorsi, ma la sentenza obbliga per la prima volta ATS e ASST a riconoscere il diritto alle cure essenziali indipendentemente dalla situazione amministrativa ed economica dell’assistito – ha commentato Alessia Mancuso dell’area legale di EMERGENCY a Repubblica -. La signora era stata visitata nel 2019 dall’Ambulatorio mobile di EMERGENCY. Avrebbe dovuto fare una visita di controllo a tre mesi dell’intervento, ma lo staff sanitario di EMERGENCY ha verificato che la paziente non era ancora stata presa in carico da nessuna struttura. La donna inoltre aveva assunto solo alcune delle cure farmacologiche che le erano state prescritte”.

 

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