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29. 04. 2024 00:53

Così in Laguna si discute della riforma Cartabia, Santopietro: «Avvocati sempre più importanti in aste e crisi d’impresa»

Fino a domenica sull’isola di San Servolo magistrati e docenti di diritto si confrontano su esecuzioni immobiliari e reati fallimentari

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A San Servolo, un’isola della Laguna Veneta, una delle più vicine al centro storico di Venezia, da oggi a domenica si discute di giustizia e di Riforma Cartabia. E’ previsto un ricco programma articolato in tre sessioni che affrontano tematiche specifiche e si svolgono in simultanea. La prima, dedicata alle esecuzioni immobiliari, è rappresentata dal seminario “Il G.E. e la Direzione del Processo Esecutivo alla luce della Riforma Cartabia”. Tra oggi e domenica sono previsti sei sessioni, ovvero incontri ai quali partecipano magistrati e docenti universitari di diritto in cui si affrontano vari aspetti introdotti dalla riforma Cartabia sulle esecuzioni immobiliari.

a seconda sessione è dedicata alle procedure concorsuali. Il seminario è intitolato “Il codice della crisi e dell’insolvenza – Sfide organizzative per gli uffici e nuovi canali interpretativi”. Tra oggi e domani sono previste cinque sessioni tenute da magistrati mentre domenica ci sarà una sessione plenaria. La terza sessione è dedicata al penale dell’economia: “I reati fallimentari tra prassi applicative e prospettive di riforma dopo il codice della crisi”. Anche in questo caso sono previste tre sessioni tra oggi e domenica per affrontare un tema delicato come il codice della crisi riformato in profondità dalla riforma Cartabia. Per consultare il programma completo: cespec.eu.

 

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E a Milano?

Mario Santopietro, avvocato esperto in esecuzioni immobiliari, analizza la situazione milanese: «All’asta si possono acquistare immobili con una riduzione del 25%, ma in provincia è più conveniente»

Riforma Cartabia

Il convegno di San Servolo è l’occasione per fare il punto sulla riforma Cartabia e anche sul momento che sta vivendo il settore delle esecuzioni immobiliari che sono poi un risvolto dello stato di salute della nostra città. Ne parliamo con l’avvocato Mario Santopietro.

La riforma Cartabia è ora entrata in vigore, qual è il suo bilancio?
«Sono stati modificati alcuni importanti aspetti. Oltre all’abolizione della formula esecutiva per i titoli esecutivi, per le esecuzioni immobiliari è stata riformata la modalità di iscrizione all’elenco per la nomina dei professionisti delegabili alle vendite ovvero avvocati commercialisti e notai che si devono occupare delle vendite giudiziarie e delle custodie degli immobili: sono stati definiti su base territoriale, vige infatti l’obbligo di iscriversi ad un solo elenco territoriale».

Quindi chi sceglie Milano non può lavorare a Pavia?
«E’ così, la scelta viene fatta in base al proprio domicilio professionale o alla residenza, anche se sono in corso alcuni correttivi».

Di che tipo?
«Grazie all’interlocuzione con gli Ordini professionali, il magistrato avrà la possibilità di nominare un professionista anche non appartenente all’elenco territoriale di iscrizione».

Prima della riforma ogni tribunale vantava regole proprie sulle esecuzioni?
«Erano in uso molti modelli diversi, ora la riforma tende a uniformare i modelli di avviso di vendita, di relazione periodica e di perizia di stima».

Lei si occupa di aste pubbliche: qual è il quadro che offrono in questo momento?
«Direi eterogeneo a livello nazionale mentre per il Tribunale di Milano vi sono notevoli differenze se l’immobile in asta è sito a Milano o in provincia».

A Milano è più facile arrivare all’aggiudicazione?
«A Milano c’è un mercato immobiliare con valori molto più elevati, questo fa la differenza con le altre realtà. Le aste pubbliche in provincia diventano una possibilità di acquisto per chi non riesce a fare fronte ai prezzi di mercato della grande città».

E’ sempre conveniente partecipare alle aste?
«Quando si bandisce un’asta si parte dal valore di mercato del bene diminuito di un quarto: ciò significa una riduzione del 25% del suo valore, rispetto al mercato».

Sembra molto vantaggioso.
«Ove si riesca ad aggiudicarsi l’immobile senza rilanci sì. Invece, quando l’asta è molto partecipata, si vende al primo tentativo, ma a prezzi sensibilmente superiori».

Nel primo caso si possono realizzare affari?
«Gli affari sono sempre più realizzabili con immobili in provincia. Per le aste in città, quando ci sono molti partecipanti si può scatenare la gara al rialzo, ove entrano in gioco fattori emotivi come la voglia di primeggiare che porta a rilanciare: capita così che il prezzo di aggiudicazione sia superiore a quello di mercato».

Che tipo di case sono in vendita?
«Ce ne sono di tutte le tipologie, si parte dai 30 mila euro circa in su. Quelle più ambite rientrano in una forbice che va dai 40 ai 180 mila euro: molto spesso poi, con i rialzi ci si trova ad aggiudicare a prezzi anche molto elevati».

Altro aspetto importante della riforma Cartabia, che sarà affrontato nella seconda giornata, è la gestione della crisi. Qual è il bilancio della nuova normativa?
«La riforma ha introdotto novità importanti, in particolare tende a superare o a contenere gli effetti negativi sulle imprese. Si pensi alla composizione negoziata della crisi. Sono soluzioni positive e certamente occorre che i professionisti raggiungano un elevato grado di professionalità».

In che senso?
«Bisogna essere sempre più preparati per affrontare questi incarichi, bisogna acquisire le competenze necessarie per gestire un’azienda in crisi e consentirne il recupero. Anche per questo motivo è stato istituito un elenco unico nazionale dei gestori della crisi di impresa».

In città sono in aumento le imprese che si trovano in crisi?
«Negli ultimi anni sono sempre più ricorrenti le imprese che si trovano in crisi e di conseguenza, aumentano anche i conflitti e le interferenze con le esecuzioni immobiliari. Anche su questo tema vi sarà un approfondimento nel seminario che si preannuncia molto interessante, in quanto le interferenze sono destinate ad aumentare».

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