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29. 04. 2024 19:22

Tra PFAS e glifosate le nostre acque sono in pericolo? Di Simine: «Un’onda tossica investe l’intero territorio»

Da due studi emergono concentrazioni di sostanze chimiche e pesticidi oltre la soglia consentita a Milano e in Lombardia

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Qual è lo stato delle acque nella provincia di Milano? Non buono, visto le concentrazioni d PFAS e glifosate e stando ai dati pubblicati nelle ultime due settimane prima da Greenpeace e poi da Legambiente Lombardia che hanno svelato alcuni dati che prima di tutto devono far riflettere.

Da studi di Greenpeace e  Legambiente Lombardia emergono concentrazioni di PFAS e glifosate a Milano e dintorni

A lanciare il primo grido d’allarme è stata la famosa organizzazione non governativa ambientalista e pacifista, che ha sottolineato come anche nelle acque lombarde destinate al consumo umano siano presenti PFAS (composti poli e perfluoroalchilici), sostanze chimiche artificiali, altamente persistenti e associate a numerosi problemi per la salute, tra cui alcune forme tumorali. Vengono impiegate nei processi produttivi di imballaggi alimentari, capi di abbigliamento e in diversi altri settori industriali. Del totale dei 4mila campioni analizzati da Greenpeace tra il 2018 e il 2022 in Lombardia, il 19% (738) è risultato positivo alla presenza di PFAS, 201 dei quali sono stati rilevati nella provincia di Milano.

Uno studio supportato da Fondazione Cariplo e condotto dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Milano e da IRSA/CNR, presentato in collaborazione con Legambiente Lombardia, ha invece posto l’accento sui pesticidi e in particolare sulla presenza di glifosate a livelli migliaia di volte superiori a quelli consentiti. Un dato allarmante per gli ecosistemi, ma anche e soprattutto per l’agricoltura, con conseguenze dirette anche sui raccolti e quindi su quello che può finire sulle nostre tavole.

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«Teniamo alta l’attenzione sugli inquinanti»
Damiano Di Simine, coordinatore scientifico di Legambiente Lombardia

glifosate

Parlando di glifosato, quali sono i rischi per l’uomo?
«Il primo problema è per gli ecosistemi, per le piante acquatiche e i microrganismi, ma parliamo di una via in più di ingresso di questa sostanza. Il glifosato può contaminare gli alimenti e l’acqua con cui entriamo in contatto. C’è gente che fa il bagno in certi canali irrigui. Parliamo del pesticida più utilizzato che è potenzialmente cancerogeno, anche se il grado di tossicità non è elevato. Abbiamo scoperchiato un problema che stava sfuggendo ma che non è certo secondario in Lombardia dove ci sono migliaia di chilometri di canali. In questo momento è come se avessimo un’onda tossica che investe l’intero territorio della pianura irrigua. Fortunatamente è biodegradabile, ma speriamo che almeno in Europa dall’anno prossimo non venga rinnovata la licenza per il suo impiego.».

Qual è la vostra posizione in merito ai PFAS?
«Greenpeace ha riacceso un riflettore su un problema noto, di cui ci eravamo occupati soprattutto per quanto riguarda il Veneto. Sappiamo che parliamo di qualcosa presente nelle acque sotterrane della Lombardia. Parliamo di bassi dosaggi ma i PFAS sono ormai ovunque. E’ giusto sollevare il problema, a maggior ragione ora che finalmente una Direttiva UE ha definito per la prima volta limiti restrittivi nell’acqua potabile. Speriamo che i gestori delle acque si siano attivati per tempo per installare dispositivi che prevengano l’accesso di PFAS alle acque di rete».

Qual è il messaggio che deve passare?
«Non dobbiamo allarmare i consumatori ma invitare a vigilare i gestori. Non siamo in presenza di concentrazioni tali da far accapponare la pelle, bisogna fare le giuste proporzioni, ma si tratta di un’ennesima sostanza inquinante, in questo caso molto persistente a differenza del glifosato, su cui non ci possono essere dubbi sulla tossicità e che non deve assolutamente finire nelle acque che beviamo».

 

NUMERI

0,1
Microgrammi/litro: in ambito UE, nel marzo 2023 una Direttiva ha definito per la prima volta limiti restrittivi per la presenza di PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) nell’acqua potabile.

19%
Del totale dei 4mila campioni analizzati da Greenpeace tra il 2018 e il 2022 in Lombardia (738) è risultato positivo alla presenza di PFAS.

201
I campioni contaminati in cui sono stati rilevati PFAS nella provincia di Milano, che ha il triste primato in Lombardia, con un quinto delle analisi positive.

52%
Dei pesticidi utilizzati in Italia è rappresentato dal glifosato.

2030
Anno entro il quale l’Unione Europea ha stabilito di dimezzare l’impiego di pesticidi in Europa nell’ambito del Green Deal, come strategia “from Farm to Fork”.

Fonte: Greenpeace/UniMi/IRSA-CNR/Legambiente

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