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01. 05. 2024 23:50

I piccoli e grandi gioielli di via Mascheroni, tra le più fotografate di Milano

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All’inizio Santa Maria delle Grazie, alla fine i nuovi grattacieli di Citylife. E’ quanto si vede percorrendo la via Mascheroni. Dal passato al futuro, con in mezzo tanta storia. Conosciuta dai meno giovani per il ricordo dei tre giorni in caserma per quello che poteva diventare la prima tappa del servizio di leva, la via Mascheroni offre tanti spunti culturali ed è, a ragione, una delle strade fuori dai circuiti del turiamo tradizionale, più fotografata.

 

Uno dei punti che soprattutto in primavera regala scatti memorabili è dove la via incontra piazza Tommaseo: qui oltre a dei bei giardini si può ammirare la chiesa di Santa Maria Segreta. Al primo sguardo potrebbe sembrare antica, ma in realtà è stata costruita nel 1918, usando come schema quello dell’antica chiesa abbattuta in Cordusio per fare posto al palazzo delle Poste (costruita nel 836). Ma proprio a poca distanza ecco una grossa sorpresa: girando a destra in via Ariosto, è possibile notare la facciata della chiesa di San Giovanni alle Case Rotte. Un altro pezzo di storia tolto dalla sua sede originale e ricollocato, per nostra fortuna.

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Per tutti gli amanti del liberty e dell’eclettismo, proprio la via Mascheroni offre tanto da vedere. Ecco, ad esempio, Casa Agostoni: finestre e balconi al primo ed al terzo piano, come lo stile del periodo prevedeva, e ovviamente la balconata centrale impreziosita con decorazioni. Ben visibili i bassorilievi di figure femminili in stile liberty attorno al portale d’ingresso.

Stesso stile ma un’altra via dal nome altrettanto importante: siamo in via Torquato Tasso e qui possiamo ammirare una delle tre Case Donzelli, dove è impossibile togliere lo sguardo dal balcone sopra il portale. Retto da mensole, è decorato con motivi floreali in ferro battuto e la porta finestra presenta un arco ribassato interrotto da un busto dedicato proprio al Tasso. E per finire, tornando sulla via Mascheroni ecco Palazzo Troubetzkoy al civico 19. Costruito nel 1916 non si fa mancare nulla: stucchi, bovindi, mattoni e perfino una cupola.

CI VEDIAMO IN…

Il Castello di viale Monza

Avreste mai detto di trovare un castello in viale Monza? Eppure al civico 46 ecco che alzando appena lo sguardo, non potrete non notarlo. Se non ci fosse il traffico delle auto, potrebbe sembrare di essere tornati nel Medioevo. Costruito nel 1910 quando qui non eravamo a Milano, ma a Turro, tutta questa zona era molto diversa: alberi, prati e l’ippovia Milano–Monza. Fu il ragioniere Primo Gilberti, appassionato di scultura, medicina e veterinaria che volle costruire un nuovo palazzo prendendo spunto dai fasti medioevali. Ed essendo lui sindaco di Greco (anche Greco non era Milano a quei tempi) ebbe qualche chance in più di veder realizzato il suo desiderio.

Quattro piani più il rialzato, una torretta a due piani: ecco il castello con la facciata in pietra grigia, finestre a tutto sesto e bifore nel lato della torre. Se proprio volessi essere pignoli, qualche “défaillance” la si può trovare, ma perché guardare il pelo nell’uovo? Nel giro di pochi anni, nel 1917, i Comuni vennero inglobati a Milano: da allora la nostra città ha anche questo castello, da poter ammirare, fotografare e soprattutto conoscere meglio.

 

RETROBOTTEGA

Di generazione in generazione: E.S. il bello dell’intimo

Foro Buonaparte, quasi a metà strada tra Cadorna e Cairoli. E.S. il bello dell’intimo può assolutamente definirsi una bomboniera: raccolto ed elegante propone da oltre mezzo secolo pezzi pregiati di biancheria intima. E’ Elena Colombo a dirigere il negozio insieme alla figlia Serena. Impossibile non notare il logo della loro attività: sembra un antico ricamo e viene riprodotto non solo sull’insegna ma anche sui biglietti da visita ed i sacchetti. Sono le iniziali della bisnonna, che guarda caso sono anche le iniziali dei loro due nomi.

Arredato in modo elegante e femminile, il negozio da più di mezzo secolo incanta le proprie clienti con l’abbigliamento femminile più segreto. Caratterizzato da una atmosfera accogliente, soddisfa le esigenze di tutte avendo nella signora Elena l’interlocutrice più adatta per le signore dallo stile più classico ad Serena a cui si rivolgono quelle più giovani e trendy.

 

SE PARLA MILANES

Mòrt on Papa se ne fa on alter

Traduzione letterale: «Morto un Papa se ne fa un altro». Tutti sappiamo, infatti, che quando viene a mancare un Papa, i Cardinali ne eleggono un altro. Succede così da secoli. Ma questo detto milanese non si riferisce specificatamente alle vicissitudini vaticane, ma esprime un concetto ben più ampio, lo stesso che viene usato nella lingua italiana: nessuno è indispensabile.


www.mitomorrow.it

In breve

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