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15. 05. 2024 20:30

Taglio dei mezzi di superficie: a Milano la battaglia si allarga

Sabato 4 maggio è previsto una grande riunione per collegare tutte le situazioni di disagio

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La ormai famosa lotta del comitato “La 73 non si tocca” che riunisce comitati del Municipio 4 (viale Corsica, corso XX Marzo) ed altri (Novegro, Peschiera Borromeo, San Bovio) per il ripristino della linea 73 sta diventando la battaglia-simbolo di un movimento di protesta contro il depotenziamento dei mezzi di superficie che coinvolge un numero crescente di comitati e gruppi di cittadini attivi del Milanese.

Cosa sta succedendo a Milano: il flash-mob del 4 maggio

Sabato 4 maggio mattina è stata indetta un’assemblea con flash-mob finale dai “comitati per la 73” dalle 10 in poi presso la grande sala di via Kolbe 5 con la partecipazione di nuovi comitati e gruppi di quartiere. Anche questi, con proprie proteste e petizioni, si stanno opponendo ai tagli ai mezzi di superficie, sia i tagli di linee e di tratte di percorso, sia i tagli alla frequenza delle corse, questi ultimi responsabili delle lunghe attese alle fermate che tanti milanesi stanno sperimentando da mesi.

Milano Atm
Milano Atm

A febbraio Sonia Rosa Ferrari del Comitato Basmetto di Gratosoglio ha pubblicato nell’area “Partecipazione” del portale del Comune di Milano una petizione per cancellare la riduzione delle corse di ben 31 linee di superficie attuata da ATM con la cosiddetta “rimodulazione del servizio” di novembre 2023. Le linee interessate sono quelle di stretto interesse per il quartiere Basmetto (79, 3, 15) ed altre 28 linee cittadine: 41, 42, 51, 52, 60, 81, 82, 1, 10, 14, 47, 50, 58, 74, 78, 85, 325, 34, 45, 54, 62, 65, 66, 84, 90/91 2, 19, 24.

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Taglio dei mezzi in superficie a Milano: la raccolta firme

Alla data del 24 aprile le firme raccolte erano 175 su carta e 325 online, su 1000 necessarie perché il Comune prenda in considerazione l’istanza. Da qualche giorno però la petizione online (che può essere firmata solo chi possiede lo SPID) ha ricominciato a correre, balzando a 450 firme, grazie alla spinta del comitato Lambrate-Rubattino Riparte e altri comitati e gruppi Facebook del Municipio 3, i cui residenti da luglio 2023 stanno sperimentando i disagi connessi al taglio delle linee 54 e 75, la prima accorciata da piazza Duomo a piazzale Dateo, la seconda soppressa e sostituita dalla 54 barrata nella tratta da Lambrate FS fino a Cascina Gobba.

Milano Atm
Milano Atm

La linea 54 accorciata e “rimodulata” non risponde più alle esigenze di spostamento delle popolose periferie di Lambrate-Rubattino, Feltre, Cimiano, Crescenzago, dove i cittadini lamentano lunghissime attese alle fermate. A Crescenzago, oltre 600 residenti hanno sottoscritto una petizione per chiedere conto dei ritardi della 54 barrata, che arrivano anche a 30 minuti. Si sono sentiti rispondere da ATM che «si scusano ma non hanno personale, mancano 300 autisti. E i ritardi continuano», riferisce Raffaella Jona della Antica Cartoleria di Crescenzago che ha raccolto le firme.

Taglio dei mezzi in superficie a Milano: Municipi 2 e 3

Anche molti abitanti di Città Studi, quartiere più centrale del Municipio 3, non hanno proprio digerito lo spostamento del capolinea della 54 da piazza Duomo a piazzale Dateo, che costringe anziani e altre categorie fragili ad un cambio particolarmente complicato con la linea 61 o con la M4.

A marzo, anche alcuni comitati del Municipio 2 si sono fatti avanti con una petizione, significativamente intitolata “Greco-Gioia-Cagliero, quartieri senza autobus. Rivediamo le linee 42-43-81-87!” lanciata sulla piattaforma Change.org e indirizzata all’Assessora alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi. Oltre 1000 sottoscrittori le hanno chiesto un incontro per trovare soluzioni alle lunghe attese dei mezzi citati che, si legge nel testo, “non mantengono la frequenza promessa da ATM”. Anche in questo caso si parla di attese che si attestano tra i 30 e i 40 minuti “danneggiando soprattutto i soggetti più deboli, anziani e donne con bambini”. “Sconcerta che in un periodo storico in cui giustamente la mobilità sostenibile è al centro degli interessi di ogni politica illuminata, si lascino interi quartieri in balia della scelta tra non muoversi e usare l’auto”, si legge tra l’altro nella durissima petizione.

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