Donne, prima di tutto: i trattamenti estetici di Acto per chi combatte il cancro

cancro

Mantenere la propria femminilità anche quando si combatte contro il cancro, in particolare contro uno dei più insidiosi, quello alle ovaie. E’ il tema di Dedicati – Incontri di bellezza per prendersi cura di sé, l’iniziativa in programma dal 30 settembre al 4 ottobre all’Ospedale San Gerardo di Monza.

 

Cinque giorni promossi da Acto (Alleanza contro il tumore ovarico) Lombardia, che permettono alle pazienti di accedere a trattamenti gratuiti di estetica: manicure, pedicure, massaggi linfodrenanti, a cura di Apeo. Inoltre, l’esperta d’immagine Francesca Ragone e lo staff del Centro parrucche Venere forniranno consigli di stile.

Il messaggio. «Prima di essere la presidente di Acto Lombardia sono una paziente – spiega Alessia Sironi, che ha fondato l’associazione insieme ad altre quattro donne che hanno avuto la stessa diagnosi – e quindi so cosa significa rinunciare alla maternità, far fronte alla chemioterapia, alla radioterapia, e a tutto ciò che viene dopo, ovvero sofferenze fisiche, psicologiche e cambiamenti estetici che incidono in maniera profonda sulla qualità della vita. Dedicati è importante perché consente alle malate di volersi un po’ più bene».

Le prenotazioni. L’opportunità è rivolta non solo alle pazienti in cura al San Gerardo, ma anche ad altre donne che stanno affrontando il cancro. I trattamenti si possono prenotare scrivendo a segreteria.actolombardia@gmail.com o chiamando il numero 351.51.41.549. L’iniziativa è sostenuta dall’azienda biofarmaceutica Tesaro «che nasce dall’idea di dare alternative terapeutiche a pazienti malate di tumore – afferma Claudia Rigamonti, Medical Director -. Dedicati rispecchia la nostra filosofia, perché queste donne devono continuare a sentirsi apprezzate nonostante la malattia».

La diagnosi. Il tumore ovarico in più del 60% dei casi viene diagnosticato tardivamente perché «dà sintomi solo quando è già in fase avanzata – spiega Federica Sina, ginecologa del San Gerardo – a volte può essere scoperto con un’ecografia, ma è una malattia che passa dall’essere microscopica al diffondersi rapidamente.

L’unica prevenzione si basa sulla familiarità: se si hanno parenti che hanno avuto il tumore ovarico o il tumore della mammella, si può fare un’indagine genetica per cercare la mutazione dei geni BRCA1 e BRCA 2». In presenza di tali mutazioni è possibile asportare l’ovaio ancora sano in donne che decidono di non avere più figli, come fece qualche anno fa Angelina Jolie. «Questa è l’unica prevenzione seria», aggiunge la collega Cristina Bonazzi.


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