Quarantena, lo psicanalista Biondo: «Stress? I bambini reagiscono meglio degli adulti»

Stati di ansia e preoccupazione per il futuro: ecco i timori più frequenti secondo lo psicanalista Daniele Biondo: «I più resilienti sono i bambini, dotati di enormi capacità adattive, in grado di abituarsi ad una routine dell’emergenza»

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daniele biondo

Una chiacchierata può aiutare a superare momenti difficili, soprattutto in questo periodo così particolare. Spesso la voce e i consigli di un esperto possono cambiare il verso di questa quarantena.

 

Quarantena senza stress, i consigli dello psicanalista

La SPI, Società Psicoanalitica Italiana ha attivato gratuitamente attraverso i suoi undici centri psicoanalitici presenti in Italia, un Servizio di Ascolto e Consulenza per chi sta vivendo con difficoltà queste giornate.

«Si tratta di un servizio curato da professionisti di alto livello con elevata esperienza: psichiatri, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili», dice a Mi-Tomorrow, Daniele Biondo, psicoanalista SPI-IPA con qualifica di Psicoanalista per bambini e adolescenti ed ex Presidente del Centro Alfredo Rampi Onlus.

Dottore, come si articola questo supporto?
«Innanzitutto, tengo a specificare che non si tratta di un servizio dedicato alle emergenze, a momenti di grave difficoltà, come possono essere le crisi di panico che necessitano sostegno immediato. In quei casi, è possibile rivolgersi ai numeri verdi attivati dalla comunità degli psicologi. Il nostro è un servizio che può anche svilupparsi in un mini-percorso di tre o quattro chiamate, per elaborare la situazione che stiamo vivendo».

Chi si rivolge a voi?
«Anche medici e infermieri che sono in prima linea nella battaglia contro la malattia e sono sottoposti a grandissime pressioni psicofisiche. Togliersi per un poco il camice e sfogarsi con un collega può rappresentare un grande sollievo».

Quali sono le loro ansie e paure?
«Molta rabbia. A volte devono lavorare senza le protezioni necessarie e vedono i colleghi ammalarsi. A loro va un pensiero speciale. Riceviamo, comunque, telefonate di ogni tipo».

Quali sono i comportamenti più frequenti?
«Per lo più, reazioni innescate da ansie acute causate da vari fattori: dalla quarantena forzata, dalla paura di essere infettati dal virus, dalla preoccupazione di non riuscire a tenere in casa ancora per molto i propri figli piccoli. Molti sono seriamente angosciati dalle ricadute economiche dovute al periodo di stop».

E a livello relazionale?
«Alcuni soffrono la lontananza obbligatoria dal partner. Si tratta di giovani adulti che non sono ancora conviventi o sposati che hanno instaurato una relazione troppo simbiotica o un appoggio reciproco eccessivo, e ora hanno difficoltà nel gestire la separazione».

Dall’altro lato, è possibile che emergano incompatibilità con il proprio compagno o convivente?
«Certo. Parecchie persone stanno vivendo l’altro in modo persecutorio e cercano di auto isolarsi: una sorta di “quarantena nella quarantena”. In ognuno di noi convivono parti sane e un po’ meno sane: questa situazione può portare a galla e amplificare elementi interni mai emersi».

Perché molti non riescono a tollerare la quarantena forzata?
«La mente sana ha ben chiari i limiti entro cui dobbiamo agire. Un solido senso del limite permette di non vivere la richiesta di restare in casa come una persecuzione, un diktat di “uno stato nemico” ma un consiglio atto a proteggere. Alcuni fanno finta di portare fuori il cane o vanno spesso a fare la spesa: in questi casi manca ciò che in gergo medico chiamiamo “Superio maturo”».

Può essere questo il motivo che spinge le persone anziane, le più esposte ai rischi, a non voler rimanere a casa?
«In questi casi, l’anziano è colpito da un forte elemento di negazione della realtà, perché lo reputa eccessivamente angosciante. La negazione è la difesa principe della nostra mente, quando un pensiero è troppo preoccupante».

Un’altra categoria fragile sono i bambini…
«Non è proprio così. Spesso dimentichiamo che i bambini sono dotati di enormi capacità adattive e tendiamo a sottovalutare le loro risorse. L’ansia è del genitore e non del bambino. Il problema nasce quando il bimbo è lasciato troppo a se stesso: i genitori dovrebbero riprogrammare la giornata dei figli in base alle attuali esigenze, sia durante la settimana sia nel weekend: ad esempio, dedicare la mattina alla scuola o ai compiti, un’ora al pomeriggio per i cartoni o la tv, un altro slot di tempo da destinare alle attività creative o motorie insieme».

Quale sarà l’impatto sui più piccoli, una volta che tutto sarà finito?
«Se i genitori saranno in grado di creare una routine specifica per l’emergenza, il bambino ricorderà questo periodo semplicemente come un modo diverso di vivere le giornate. Ad esempio, nel film La vita è bella, Benigni riesce a proteggere il figlio, grazie all’invenzione di una giocosa realtà parallela. Come sempre, conta come il genitore riesce a filtrare la realtà per il proprio figlio».

Ha individuato aspetti positivi di questo nuovo modo di vivere?
«Il cosiddetto movimento dei balconi. È una reazione emotiva collettiva che denota una voglia di esorcizzare le preoccupazioni cantando e un forte senso di socialità, tipico del nostro essere italiani. Non a caso, in Cina non abbiamo assistito a nulla del genere».

Sarà traumatico tornare alla quotidianità ante-virus?
«Il nostro cervello, l’organo più plastico esistente, si sta adattando alla situazione attuale. Sicuramente faremo fatica a tornare alla realtà che conoscevamo prima dell’avvento del virus: ad esempio, dovremo riadattarci agli spazi aperti, alla guida, al contatto con colleghi e amici. Alcuni sono migliori per sport particolari. La maggior parte degli uomini e delle donne ritiene che dopo che ha a che fare con le scommesse sugli sport puoi trovare solo un paio di elementi nell’equazione, come il più ovvio, chi è la squadra migliore tra loro. I siti web di scommesse sportive BetWinner On-line forniscono l’approccio più semplice per praticare le scommesse senza spendere un sacco di soldi e riuscirai a scoprire le app di scommesse sportive ei migliori siti di scommesse per essere anche semplici e piacevoli. Ma sarà tutto assolutamente gestibile. Abituarsi alle situazioni gradevoli è sempre più semplice».

Quarantena, i problemi più frequenti

· Stati di ansia

· Paura di contrarre il virus

· L’obbligo di restare in casa vissuto come una persecuzione

· La negazione del problema

· La lontananza dal partner

· L’eccessivo contatto con il partner

· La preoccupazione per le ripercussioni economiche

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