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08. 05. 2024 21:03

Scuola Vivaio, vinto il ricorso al TAR: nessun trasferimento (ma solo per ora…)

Bocciato il Comune: «Si è limitato a conseguire un mero risparmio di spesa»

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Il Tar, Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, ha accolto il ricorso presentato da alcuni genitori della Scuola Vivaio contro il trasferimento dei propri figli e studenti della scuola stessa nel nuovo plesso scolastico di via D’Annunzio. Nella sentenza, inoltre, il Comune di Milano è stato condannato a rifondere le spese processuali sostenute, quantificate in 4mila euro. I giudici hanno ritenuto fondata l’istanza, datata 2020, in cui il Comune annunciava sì la necessità del trasferimento della scuola media, ma dava come garanzia agli alunni già iscritti la frequenza in loco fino alla fine del triennio. 

Scuola Vivaio, vinto il ricorso al Tar

Il Tar, che comunque non ha disposto la sospensione dei lavori in via D’Annunzio, ha sentenziato l’inammissibilità dell’istanza posticipando, ma non annullando definitivamente, lo spostamento delle classi verso il nuovo plesso scolastico. Il Comune di Milano aveva contestato l’inammissibilità del ricorso ribadendo che «il rapporto contrattuale civilistico di locazione in forza del quale il Comune ha potuto fruire sino ad ora della sede di via Vivaio è ormai cessato… per naturale scadenza e conseguente disdetta da parte del locatore Istituto dei Ciechi».

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Il volere dei genitori della scuola Vivaio

Nel presentare la loro posizione, i genitori della Scuola Vivaio avevano parlato di «… interesse alla conservazione di determinati standard nell’istruzione scolastica destinata ai propri figli minori». Mentre il Comune aveva deciso autonomamente di non aderire alla richiesta di rinnovo, con adeguamento canone, del rapporto contrattuale di locazione con l’Istituto dei Ciechi, senza valutare né eventuali effetti sulla formazione che la scuola garantiva agli studenti, né della necessaria compensazione di tale perdita con un’adeguata alternativa: «L’amministrazione – si legge nella sentenza – si è sostanzialmente limitata… a conseguire un mero risparmio di spesa».

La scelta della nuova sede dovrà essere riesaminata

La scelta della nuova sede dovrà essere riesaminata dopo che il Comune ne avrà discusso proprio con il Consiglio della Scuola Vivaio: «Tale rinnovata istruttoria potrà essere compiuta – si legge ancora – nell’arco temporale che va dalla comunicazione della presente sentenza alla fine dell’anno scolastico in corso, fermo restando che per le iscrizioni al prossimo anno gli interessati sono da considerarsi già da adesso adeguatamente informati della concreta possibilità di un cambiamento della sede scolastica attualmente frequentata».

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La situazione attuale nella lotta tra la Scuola Vivaio e il Comune di Milano

Attualmente la Scuola Vivaio non è direttamente coinvolta nella diatriba con il Comune di Milano. A portare avanti la battaglia sono due gruppi di genitori: uno che ha deciso di perseguire l’iter della discriminazione (si parla di bambini che hanno diverse problematiche, dall’essere autistici all’essere ciechi e così via) e un altro, quello relativo a questa sentenza, che ha invece deciso di rivolgersi al Tar.

Lo slittamento a settembre 

Di recente il Comune di Milano ha prolungato la permanenza della Scuola Vivaio nell’attuale struttura fino a fine giugno, mentre in precedenza il trasferimento sarebbe dovuto avvenire già a gennaio. Al momento, nel concreto, non cambia nulla: il Comune dovrà individuare una nuova struttura e discuterne con la scuola, poi avverrà il trasferimento. Ma se le due sentenze dovessero dare ragione ai genitori, crescerebbero esponenzialmente le possibilità che il trasferimento possa non avvenire mai. Di certo per i genitori, ad oggi, la nuova scuola di via D’Annunzio non è adatta al tipo di disabilità dei propri figli.

La coordinatrice di uno dei due ricorsi in esclusiva a Mi-Tomorrow

Luisa Marin, coordinatrice di uno dei due ricorsi presentati al Tar dei genitori, ha commentato così a Mi-Tomorrow: «L’elemento interessante di questa sentenza è che, in diverse parti, valorizza la specialità della scuola, con i suoi requisiti didattici, formativi ed espressivi peculiari. L’aspetto difficile da comprendere è che anche questa volta, come già accaduto con un’altra sentenza di una decina di anni fa, debbano essere i genitori a portare avanti battaglie come questa, volte anche a valorizzare il capitale culturale che la Vivaio rappresenta per la scuola pubblica».

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