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29. 04. 2024 00:43

AceTeam, a Milano la prima squadra di calcio trans italiana: lo sport deve essere inclusione

Gli sportivi e le sportive non solo giocheranno a calcio, ma lanceranno anche un importante messaggio politico

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ACET, Associazione Per La Cultura e L’Etica Transgenere, ha lanciato una raccolta fondi su GoFundMe per la creazione di AceTeam, una nuova squadra di calcio a 5 composta da persone transgender. L’obiettivo che si vuole raggiungere con questa iniziativa è importante e nobilissimo: includere e dare il giusto spazio a tutti coloro che, anche nel mondo dello sport, si sentono fortemente discriminati.

AceTeam: la nuova squadra di calcio a Milano

Lo sport non deve escludere, ma anzi deve essere inclusione. Deve accogliere, in modo indistinto e senza fare discriminazioni, chiunque lo desideri. È proprio questa la base su cui nascerà presto la nuova squadra di calcio AceTeam. Prima squadra in Italia che finalmente garantirà il diritto all’attività sportiva a tutte le persone transgender.

Questa è la sfida che Guglielmo Giannotta, presidente di ACET, insieme ai volontari, sta portando avanti. L’associazione, nei giorni scorsi, ha, proprio per questo motivo, lanciato una raccolta fondi, nata dalla consapevolezza che anche in una città si propone di essere all’avanguardia sui diritti della comunità Lgbtqia+ come Milano, le persone transgender vedono il loro accesso allo sport negato.

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AceTeam

AceTeam: quando sport fa rima con inclusione

Giannotta, parlando di AceTeam, afferma: «Abbiamo deciso di crearci uno spazio nostro che vuole essere un mezzo per migliorare non solo la prestazione fisica e la salute tramite l’attività sportiva, ma anche uno strumento per lavorare a livello introspettivo sull’autodeterminazione delle persone della squadra come singoli nel mondo».

Gli sportivi e le sportive si alleeranno per quest’anno presso il centro Minerva di Milano. La loro attività non sarà semplicemente quella di giocare a calcio, ma i ragazzi e le ragazze «lanceranno un messaggio politico di inclusione e di parità di diritti. La raccolta fondi – spiega Giannotta – servirà a sostenere tutte le spese. I partecipanti pagheranno solo la quota di iscrizione, mentre i costi saranno coperti per intero dall’associazione che però è costituita da volontari, da qui l’idea di chiedere un aiuto».

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