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18. 04. 2024 02:48

È il giorno di Boris Godunov: tutto sull’opera protagonista della “Prima” alla Scala

Una scelta forse scomoda, controversa, ma del tutto casuale - secondo gli addetti ai lavori - rispetto al contesto storico attuale

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A dieci mesi dall’invasione ucraina per mano di Putin, il Teatro alla Scala sceglie il Boris Godunov del russo Modest Musorgskij per inaugurare la propria Stagione d’Opera 2022/2023. Una scelta forse scomoda, controversa, ma del tutto casuale rispetto al contesto storico attuale, secondo gli addetti ai lavori del Piermarini.

La lettura del personaggio storico di Boris Godunov ruota attorno al dramma di un sovrano solitario, colpevole dell’illegittimità di un potere dalle conseguenze già scritte nel proprio destino. Un dramma che mescola coscienza, anima, politica, censura e, probabilmente, anche attualità, che torna ad inaugurare la Stagione scaligera per la seconda volta, dopo l’edizione diretta da Claudio Abbado nel 1979.

Boris Godunov, un dramma storico

La versione scelta del capolavoro in quattro parti di Modest Musorgskij è quella presentata ai Teatri imperiali di San Pietroburgo nel 1869, basata sul dramma omonimo di Aleksandr Sergeevič Puškin. La regia è affidata al danese Kasper Holten – ex Direttore dell’Opera per la Royal Opera House di Londra ed attuale vicepresidente del consiglio di amministrazione dell’Accademia europea di teatro musicale – mentre alla direzione musicale si conferma il Maestro Riccardo Chailly.

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Le scenografie sono state disegnate da Es Devlin, Ida Marie Ellekilderma ai costumi e Luke Halls ai video, mentre le luci sono di Jonas Bǿgh. Insieme al protagonista Ildar Abdrazakov, una vera star mondiale al servizio del Piermarini, figurano nel cast Ain Anger come Pimen, Stanislav Trofimov come Varlaam, Dmitry Golovnin come Grigorij e Norbert Ernst come Šujskij, mentre Lilly Jørstad è Fëdor. Al termine della Prima torna, dopo due anni, la tradizionale cena per gli artisti e i sostenitori del Teatro, firmata dalla Società del Giardino con il seguente menù tutto lombardo: risotto alla milanese con pistilli di zafferano dalle coltivazioni lombarde, cassoeula di vitello leggera e semifreddo al panettone.

Gli occhi del mondo sul Boris Godunov

Ben 11 telecamere in alta definizione, 45 microfoni nella buca d’orchestra e in palcoscenico, 15 radiomicrofoni dedicati ai solisti, 50 tra cameraman, microfonisti, tecnici audio e video: sono questi i numeri attraverso i quali la Rai trasmetterà il Boris Godunov, proposto da Rai Cultura in diretta esclusiva su Rai 1 – oggi a partire dalle 17.45 – insieme a Milly Carlucci e Bruno Vespa.

Le tre ore di trasmissione – sottotitolate e corredate dall’audiodescrizione per ciechi ed ipovedenti – con la regia televisiva di Arnalda Canali, saranno in diretta anche su Radio 3, su Rai 1 HD e su RaiPlay, dove sarà disponibile per i 15 giorni successivi. Sono numerosi i broadcaster di tutti i continenti che trasmetteranno l’evento in diretta da Milano, grazie agli accordi di RaiCom: da Arte per Francia, Belgio, Germania, alla Svizzera Rsi, dalla giapponese Nhk alla portoghese Rtp e alla ceca Česká Televize. L’opera sarà trasmessa in live streaming mondiale anche dalla piattaforma Medici Tv e sarà proiettata in sessanta sale cinematografiche di Spagna, America Latina e Australia.

Boris Godunov, il protagonista Ildar Abdrazakov: «Sento quest’opera nel sangue»

Ildar AbdrazakovCome descrive il suo rapporto con il Teatro alla Scala?

«Intenso e pieno di grandi opportunità. Sono salito su quel palco per 88 volte, debuttando nel 2001 con La sonnambula di Bellini, l’anno seguente alla vittoria al V Concorso “Maria Callas”. Dopo aver interpretato Mosè in Moïse et Pharaon, Mefistofele nel Faust, Mustafà nell’Italiana in Algeri, Don Ruiz da Silva nell’Ernani, nel 2018 arriva la mia prima esperienza con l’Inaugurazione di Stagione, con l’Attila di Giuseppe Verdi».

Questa sarà la sua sesta volta alla Prima.

«Si tratta di un ruolo importante non solo per la mia funzione di basso, ma anche per il ruolo di spessore, di anima, di passione del personaggio. Sento nel sangue di appartenere a quest’opera: ho già interpretato Boris Godunov, nella scorsa stagione a Vienna. Farlo quest’anno alla Scala, alla Prima, sarà speciale».

Perché?

«Si tratta di un’opera in cui ogni parola interpretata porta un peso specifico e sarà una responsabilità che porterò con gioia dato che, da russo, finalmente potrò cantare nella mia madrelingua».

Come sarà il suo Boris Godunov?

«Studiato nel minimo dettaglio. Il Maestro Chailly ha eseguito un grande lavoro, pur non conoscendo il russo. Abbiamo eseguito la prima prova insieme già perfetta, esprimendo tutta la profondità di pensiero insita in questo personaggio, che nella realtà muore di ictus: qui sarà ucciso».

Quale sarà il messaggio di questo ruolo?

«Il mio Boris sarà un personaggio dotato di anima, di cuore, anche se la storia glieli priva. Ad esempio, sappiamo tutti che Attila è stato un uomo terribile, poi nell’opera viene raccontato come un personaggio capace di provare sentimenti. La storia è una cosa, l’opera è un’altra».

Non mancano le polemiche per la scelta dell’opera.

«Credo che sceglierla, in questo momento storico, non sia stato facile. Per questo ci tengo a ringraziare il Maestro Chailly e il Sovrintendente alla Scala Dominique Meyer: in molti teatri del mondo hanno tolto dal repertorio le opere russe, qui non lo hanno fatto».

Boris Godunov, il direttore Riccardo Chailly: «Giusto dare spazio ad altre voci»

riccardo chailly«Oggi è venuto il momento di dare spazio anche ad altre voci che fanno parte a pieno titolo della storia della Scala. Il Boris Godunov di Modest Musorgskij ebbe nel nostro Teatro la sua prima rappresentazione italiana nel 1909, con la direzione di Edoardo Vitale e Fëdor Šaljapin come protagonista, e rimase nelle stagioni successive come presenza costante.

Nel 1979 fu la seconda opera non italiana a inaugurare la Stagione il 7 dicembre, dopo il Fidelio diretto dal Karl Böhm nel 1974: una scelta di apertura voluta da Claudio Abbado che ne diede un’interpretazione memorabile. Ero allora assistente di Abbado e ricordo i mesi di prove per realizzare uno spettacolo molto innovativo che fu anche oggetto di critiche, ma che è poi rimasto nella storia interpretativa dell’opera oltre che in quella della Scala».

Boris Godunov, l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi: «Un coinvolgimento record per Milano»

tommaso sacchi«Con gli oltre 60 appuntamenti della Prima Diffusa abbiamo cercato di portare la Scala – il principale fra i teatri milanesi e non solo – tra le strade della nostra città, per uno degli eventi culturali più attesi al mondo, la sua “Prima”. Come sempre, è stato possibile farlo attraverso una funzionale alleanza tra istituzioni e partner, tra mondo pubblico e mondo privato, protagonisti di un importante coinvolgimento con le diverse comunità appartenenti a luoghi convenzionali e non, come quelli di detenzione, formazione e socialità, della nostra Milano.

Abbiamo raccontato cosa vuol dire vivere l’attesa del 7 dicembre. Personalmente è stata la mia seconda volta come assessore ed è stata speciale perché ho visto un coinvolgimento record, che ha chiamato a partecipare carceri, scuole, biblioteche di quartiere, riuniti sotto il fascino del grande spettacolo della Prima. Arrivare a garantire al pubblico 10.000 posti gratuiti – record, anche qui – per la visione della sua diretta diffusa rafforza l’idea di una “Prima” per tutti, con tutta la sua forza propulsiva di racconto e di coinvolgimento di tutto il tessuto sociale cittadino.

Molti si sono posti alcuni dubbi sulla scelta di un’opera russa, ma bisogna ricordarsi del pensiero che accompagna un’istituzione importante come quella del Piermarini, abituata ad una programmazione che si muove con largo anticipo. Credo sia stato coerente mantenere fede ad una scelta chiara: la Scala è un teatro di pace, come Milano è una città di pace».

Boris Godunov, la Prima in città: 35 proiezioni in contemporanea con la Scala

Grazie a Prima Diffusa saranno ben 10.000 i posti disponibili nelle 35 sedi di proiezione, sparse tra nove Municipi e in tre spazi nell’area metropolitana: tra i luoghi scelti dal progetto di inclusione culturale della città ci sono tutti quei punti del territorio dove la cultura fatica, spesso, ad arrivare, come il Teatro della Casa di Reclusione Milano Opera, il Teatro Puntozero Beccaria presso l’Istituto Penale per minorenni Cesare Beccaria e la Casa Circondariale San Vittore.

Sono inclusi luoghi cruciali per la cultura milanese come la Casa dell’Accoglienza ‘Enzo Jannacci’, il liceo Virgilio, la casa per minori non accompagnati Oklahoma, la biblioteca di Baggio, Medicinema presso l’Ospedale Niguarda e, ancora, l’Aeroporto di Malpensa, il MUDEC, WOW Spazio Fumetto, Made in Corvetto, Mare Culturale Urbano, il Teatro Carcano, il Teatro Civico Roberto De Silva di Rho. Tutte le proiezioni di oggi – in contemporanea con il Teatro alla Scala – avranno inizio alle 18.00 e saranno rese possibili grazie alla collaborazione del Teatro con la Rai.

Le iniziative sono ad ingresso libero, in alcuni casi su prenotazione. Torna, dopo la sospensione delle precedenti edizioni a causa della pandemia, il maxischermo collocato al centro dell’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele II, che riporta la manifestazione al suo assetto originario.

Boris Godunov, la trama

Siamo nella Russia del 1598, che piange la scomparsa dello zar Fëdor, primogenito di Ivan il Terribile. Ad ascendere al trono c’è il boiaro Boris Godunov, esortato da guardie e sacerdoti affinché accetti la carica. L’incoronazione avviene nella centrale piazza delle cattedrali del Cremlino, ma non mancano alcuni disordini da parte di ribelli e facinorosi.

Tra gli scettici della legittimità della successione al trono c’è l’anziano monaco Pimen, rinchiuso in una cella del monastero di Čudov, intento a scrivere la sua cronaca della vicenda: è lui a svelare la verità, ovvero che è stato Boris Godunov ad ordinare l’omicidio di zarevič Dimitri, secondogenito di Ivan il Terribile, e quindi legittimo erede.

Il monaco passa il testimone al novizio Grigorij, coetaneo dello stesso zarevič assassinato in circostanze misteriose, ed è lui a guidare la rivolta contro Godunov: trasferitosi in Polonia, forma un esercito pronto ad invadere la Russia in seguito al malcontento generato da fame e carestia provocate dallo zar. In un finale tutto shakesperiano, Godunov perde il lume della ragione perseguitato da fantasmi del passato e del presente – Grigorij – e muore dopo aver chiesto al figlio Fëdor di continuare la sua missione.

teatro alla scala

Boris Godunov, le info

Oggi alle 18.00

Serata inaugurale

Sabato 10 dicembre alle 20.00

Turno Prime

Martedì 13 dicembre alle 20.00

Turno A

Venerdì 16 dicembre alle 20:00

Turno B

Martedì 20 dicembre alle 20.00

Turno C

Venerdì 23 dicembre alle 20.00

Turno D

Giovedì 29 dicembre alle 20.00

Fuori abbonamento

Prima: da 100 a 2.500 euro (+ diritti di prevendita)
Repliche: da 30 a 250 euro (+ diritti di prevendita)

teatroallascala.org

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