La Galleria Vittorio Emanuele II vandalizzata in pieno centro a Milano ha scosso il mondo degli street artists, che si sono uniti contro i writers. Da chi li reputa degli ignoranti a chi ne chiede, come punizione esemplare, una formazione verso la storia, il bello e il rispetto per l’arte. Abbiamo intervistato SaveTheWall e aleXsandro Palombo, due tra gli street artist più importanti della città. I quali, in esclusiva a Mi-Tomorrow, non hanno usato mezze misure.
Galleria Vittorio Emanuele II vandalizzata, SaveTheWall: «Ignoranti, anacronistici e imbecilli».
Pier Paolo Peretta, in arte SavetheWall, apostrofa così l’accaduto: «Ritengo anacronistico un gesto di questo tipo – le sue parole – e aggiungo questo aggettivo a tutti quelli già usati, come imbecilli e ignoranti. Perché anacronistico? Perché se guardiamo l’opera realizzata, non è di certo un’evoluzione della street art, anzi. Linee superate e archiviate, cose che venivano eseguite negli anni ’60 e ’70».
Writer ignoranti, ma hanno vinto loro
Prosegue SaveTheWall: «La street art oggi si esprime nelle gallerie d’arte, nelle collaborazioni con le imprese. Fare quanto fatto da questi tre writers vuol dire non vivere il proprio tempo e ignorare dove si è arrivati; sono ignoranti proprio per questo motivo, ma dall’altra parte i giornali e i media li fanno diventare star. Il loro operato è su tutte le prime pagine dei siti d’informazione, da questo punto di vista hanno vinto loro».
Opera mediocre, da censurare: ecco la soluzione punitiva
Rincara la dose SaveTheWall: «Hanno eseguito una cosa schifosa in una posizione pericolosa; se avessero fatto qualcosa di bello sarebbe stato giustificato tutto questo? Direi di no. E il significato della scritta, qual è? Un gesto inqualificabile al pari di quello degli eco ambientalisti che imbrattano le opere d’arte e il cavallo di Vittorio Emanuele II. Ma perlomeno questi ultimi hanno un obiettivo, far parlare di sé e del movimento per l’ambiente; questi, invece, hanno agito senza logica, artisticamente è tutto senza una valenza». Ora quale può essere la punizione? «Per prima cosa non voglio sapere di loro fino a quando non saranno fermati; e poi li obbligherei ad imparare che cos’è il bello, li porterei nei musei, per le piazze e per le strade ad imparare che cos’è stata e cosa rappresenta la Galleria di Milano, chi l’ha costruita; quanto c’è voluto, perché Milano è orgogliosa di averla, in quanto è stata ritirata su, visto che fu bombardata con la Seconda Guerra Mondiale. Non li metterei agli arresti, sono ignoranti e tali rimarrebbero; se fossi il Sindaco Beppe Sala gli farei della formazione al bello, sarebbe d’esempio anche per tutti gli altri».
Milano, una città vandalizzata: parola di aleXsandro Palombo
Qual è il giudizio di AleXsandro Palombo artista sull’operato dei tre vandali alla Galleria Vittorio Emanuele II? «Milano è una città vandalizzata, questo trend non parte dalla strada ma da una cattiva gestione della città e dagli esempi pessimi dati da una cattiva politica che ha fatto da trampolino di lancio a tutto questo. Questi giovani sono solo degli ottimi discepoli di chi non ha saputo educare, contenere ne dare degli indirizzi e delle risposte sociali e ha permesso che in tutti questi anni la città finisse nell’abisso del degrado culturale. Gli esempi sono importanti e quando si fanno passare continuamente messaggi sbagliati si arriva a tutto questo. Basti pensare alle mie opere sociali rimosse, queste opere hanno una funzione educativa verso il bello e sono tutte realizzate per non deturpare i luoghi pubblici, proprio per contrastare questa marea di degrado prodotta dalle tag. È chiaro che c’è una responsabilità politica, quando l’opera dei Simpson in memoria dell’olocausto realizzata vicino al Memoriale della Shoah è stata vandalizzata nessun esponente di Palazzo Marino ha detto qualcosa, nonostante se ne siano occupati tutti i media del mondo e ancora oggi si chiedano come mai il Comune di Milano censura e fa rimuovere le opere di Palombo… fatevi qualche domanda in più».
Una città in mano ai criminali
E il suo giudizio da cittadino milanese, invece, su quanto accaduto alla Galleria Vittorio Emanuele II? «35 anni fa io mi spostavo a Milano a qualsiasi ora della notte e non accadeva nulla, si il delinquente c’è sempre stato ma la città non era in mano ai criminali, oggi si, e non è una percezione come continuano a dire, quello che è accaduto alla Galleria Vittorio Emanuele è la risposta, il prossimo cosa sarà il sagrato del Duomo di Milano?».
Che punizione bisognerebbe infliggere a queste persone? «La mia indole è più indirizzata all’educare, a riflettere esattamente come la mia arte, le punizioni possono essere un deterrente ma non la soluzione a tutti i mali è inutile negarcelo; se ci sono le più dure punizioni e poi l’esempio di chi governa resta lo stesso non abbiamo risolto nulla. Bisogna impegnarsi a dare risposte forti, concrete e costruttive contro il degrado, è da li che bisogna iniziare perché il degrado chiama degrado ed erode la cultura».
Cosa consiglia al Sindaco Beppe Sala? «Dovrei far arrivare il mio consiglio tramite l’e-mail di Chiara Ferragni perché pare che le mie non le riceva».