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26. 04. 2024 16:15

Baseball per ciechi, l’annuncio a Milano: «Avremo il primo campo al mondo»

Dal Kennedy e dal presidente del Milano ‘46, un progetto rivoluzionario: «Per ora tutte le squadre giocano sulle aree per normodotati: un problema da risolvere»

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L’obiettivo è di quelli importanti: creare il primo campo di baseball per ciechi al mondo. E la città scelta è Milano, con il centro Kennedy punto di riferimento del movimento. Alessandro Selmi, presidente del Milano Baseball ’46, tira le fila del progetto assieme ai Lampi Milano – la sua anima sportiva per il baseball per ciechi – e i Thunder’s Milano, altra società per non vedenti della città.

Baseball per ciechi, l’annuncio di Alessandro Selmi: «Avremo il primo campo al mondo»

baseball per ciechiPresidente, da dove nasce il progetto?
«Da una concreta necessità. Il problema degli spazi a disposizione, a seguito della nostra crescita, è ormai evidentissimo e va risolto alla radice. Senza dimenticare che i non vedenti hanno anche esigenze diverse rispetto ai normododati».

Quindi cosa farete?
«Costruiremo un nuovo campo da softball regolamentare e il primo diamante esclusivo da baseball ciechi in Italia, in una zona attigua al centro Kennedy di via Olivieri. Siamo in fase avanzata di approvazione del progetto, mancano alcuni dettagli ma siamo molto fiduciosi».

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Come hanno risposto le istituzioni?
«Per noi è un progetto importantissimo, un investimento che, insieme alle due squadre di baseball ciechi della città, abbiamo deciso di proporre alla Città Metropolitana. L’assessore Martina Riva ha dato il suo benestare; abbiamo presentato il tutto anche al sottosegretario allo sport, Valentina Vezzali».

Sabato, al Kennedy, ci sarà un evento di raccolta fondi per questo progetto.
«Si è creata questa opportunità per quello che sarebbe il primo campo da baseball per ciechi al mondo e non vogliamo farcela scappare. Attualmente tutte le squadre giocano in campi per normodotati: sarebbe una novità assoluta a livello mondiale per tutto il movimento che darebbe tanta visibilità in più e prospettive, come per esempio tornei internazionali a Milano».

Quanto conta aver avuto finalmente a disposizione il Kennedy?
«È fondamentale. Essere la prima società in Italia per crescita dei tesserati è da stimolo. Il Kennedy, nel suo primo vero anno di gestione, è stato un successo e ci lascia particolarmente ottimisti per il futuro».

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