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03. 10. 2024 16:46

Inter-Porto, «Make love your goal»: dopo il caso Lautaro-Barella, l’occasione Champions in un Meazza sold-out

Stasera la prima sfida con i lusitani negli ottavi di finale

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Notte di Champions, si torna al Meazza. Il Milan ha fatto il suo e ora tocca all’Inter, contro un Porto che rievoca serate magiche. Era sempre la Coppa, un gigante brasiliano col soprannome Imperatore, troppo forte per avere argini all’altezza. Una tripletta di Adriano e l’ostacolo lusitano finì alle spalle (Inter-Porto anno 2005), come spera di vederlo Inzaghi dopo i 180′ di confronto negli ottavi. È lo stesso step davanti al quale un anno fa i nerazzurri si fermarono, allora senza i favori del pronostico. La corazzata Liverpool si dimostrò di un livello troppo alto nei passaggi chiave della doppia sfida, particolarmente all’andata, quando all’Inter mancò più volte concretezza nella stoccata. Quella che invece ebbero proprio i Reds.

Inter-Porto, come si arriva alla sfida

Oggi il ruolo dei nerazzurri è diverso. È l’Inter la favorita, anche se non con un divario abissale. Il Porto ha esperienza, tutto sommato non troppo da perdere, perché uscire sarebbe nella normalità delle cose di fronte a una squadra che ha delle armi in più. Ma deve dimostrare di saperle usare e non solo di tanto in tanto. Il 2023 è stato finora l’anno delle grandi partite contro gli avversari tosti e degli inciampi quando la motivazione ha fatto cilecca. Non un comportamento da “grande”, chissà che anche il pesante distacco dal Napoli non abbia influito nell’incedere claudicante in campionato. Il divario tra l’Inter da gran sera e quella dell’appuntamento meno illuminato dai riflettori è stato evidente. Bene con Napoli, Atalanta, Milan, salvo poi buttare punti e partite a Monza, nella Genova sampdoriana, in casa con l’Empoli.

Tre punti che invece sono finiti in tasca contro l’Udinese, sabato scorso. Il turnover ragionato di Inzaghi ha funzionato. È arrivato il successo e qualche importante pedina ha potuto riposare del tutto o in parte (Onana, Skriniar, Calhanoglu, Lautaro). Come è noto, il risultato lava via critiche latenti, almeno fino a quando a un’uscita poco brillante non fa nuovamente il paio un pari o addirittura una sconfitta, che coi friulani sarebbe potuta arrivare se un attimo prima del 2-1 Success avesse tramutato in gol una colossale occasione. Disattenzioni che l’Inter deve eliminare stasera, per portare dalla propria gli oltre 70mila che coloreranno gli spalti di San Siro, strapieno, caldo, pronto a fare la sua parte. È il primo round, il secondo vedrà il Porto col fattore campo a favore. A maggior ragione è il caso di sfruttare bene la prima metà del doppio incrocio.

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Inter-Porto, cinque domande a Sandro Mazzola: «Nerazzurri da Champions: perché possono andare in fondo»

Mazzola, lei ha vissuto serate straordinarie in Europa vincendo due volte la Coppa dei Campioni e altrettante l’Intercontinentale. Questa Inter, indietro in campionato rispetto al Napoli, le sembra più una squadra da Champions League?
«In linea di massima direi di sì, almeno vedendoli giocare e notando la differenza tra i grandi appuntamenti e le altre partite. I giocatori in generale sentono di più la Coppa. La competizione europea, la partita importante, risveglia emozioni diverse. Io stesso quando andavo in campo, anche dopo che ormai avevamo un po’ di anni di esperienza sulle spalle, uscivo dagli spogliatoi e vedevo un’atmosfera che ti faceva tremare le gambe. Pensavi ogni volta a come dovevi affrontare un evento del genere».

Al di là del doppio confronto con il Porto, quest’Inter può giocarsela fino in fondo in Europa?
«Per me sì, ha le qualità per farlo. In campionato i giocatori non sembrano abbastanza concentrati, non trovano il modo giusto di giocare. Quando c’è la Coppa è tutto un po’ diverso».

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San Siro ha appena registrato oltre 70mila spettatori con l’Udinese e sarà strapieno anche per la Coppa: può essere un fattore nella partita?
«Sicuramente. È la fine del mondo il Meazza pieno. Soprattutto in senso negativo per l’altra squadra, può fare la differenza».

Lautaro in formissima, Dzeko una garanzia, Lukaku in ripresa: chi lascerebbe fuori dal primo minuto nel 3-5-2 di Inzaghi?
«È una bella lotta, ma per caratteristiche io terrei fuori Lukaku e lo metterei a mezz’ora dalla fine. Arrivando in quel momento della gara, quello decisivo, è il giocatore fra i tre che può inventarsi quel qualcosa di diverso che ti risolve la partita. Meglio partire con Dzeko e Lautaro in questo senso».

Finora è stata un’annata con diversi alti e bassi, anche se la Supercoppa è in bacheca e l’Inter è ancora in corsa anche in Coppa Italia. Il futuro di Inzaghi dipende anche da come andrà questo doppio confronto?
«Se va bene e arrivi ai quarti di Champions League, tra le prime otto d’Europa, come puoi non tenerne conto? Certo se va male è dura, anche se dovesse tenere la zona Champions in Serie A lo sarebbe. Poi è chiaro che quando vieni eliminato da una competizione molto dipende dal come, se sei sfortunato e magari esci ai supplementari o se perdi meritando di uscire di scena. Ma al tirar delle somme è un punto della stagione a cui dovrai guardare». MT

Inter-Porto, i precedenti

Onorio Ferraro

Tra i nerazzurri e i portoghesi non è il primo incrocio europeo. I precedenti fra le due squadre in Champions League, infatti, sono ben quattro. I primi due risalgono alla stagione 2004-2005: si trattava, ora come oggi, degli ottavi di finale. Il match di andata si gioco a Oporto dove gli uomini di Mancini pareggiarono 1-1 con gol di Obafemi Martins, ma è al ritorno che salirono in cattedra con l’Imperatore Adriano mattatore nel 3-1 finale grazie a una tripletta. Nuovo doppio appuntamento nell’autunno dello stesso anno, ai gironi di Champions per la stagione 2005-06 insieme a Rangers Glasgow e Bratislava.

All’andata furono i Dragoes a portarsi a casa i tre punti grazie ad un autogol di Materazzi e alla rete del sudafricano McCarthy. Al ritorno, la doppietta di Julio Cruz ribaltò il vantaggio iniziale dei lusitani. La curiosità di questi quattro incontri è che furono tutti giocati nello stesso anno solare. Il 2023, dunque, diventa il secondo anno dopo il 2005 a registrare negli anni degli scontri europei fra Inter e Porto. Due squadre legate anche da un allenatore che ha cambiato per sempre la storia di entrambi i club: José Mourinho. Il portoghese ha prima guidato il Porto a uno storico trionfo nel 2004, mentre sei anni dopo ha portato sul tetto più alto d’Europa proprio l’Inter regalandosi e regalando ai tifosi uno storico triplete, oltreché l’ultima Champions (finora) del nostro calcio.

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Inter-Porto, l’avversario

Giancarlo Labate

Una marcia quasi perfetta. La stagione del Porto quest’anno, finora, è stata questa. Grandi falcate, tante. Inciampi, pochi. Obiettivi, tutti, ben saldi nel mirino e ancora – più o meno facilmente – raggiungibili. Primo posto nel girone di Champions, secondo posto in campionato – davanti c’è solo il Benfica -, due trofei già conquistati (Supercoppa e Coppa di Lega) e semifinali di coppa nazionale da giocare. Anche il 2023 sta regalando ai portoghesi diverse soddisfazioni. Il nuovo anno, che si è aperto con uno di quei pochi inciampi citati prima, ha regalato solamente vittorie. Dieci i successi consecutivi su undici partite del 2023 che diventano 29 in stagione con 3 pareggi e 4 sconfitte. Difficile trovare una squadra in Europa che ha fatto meglio. E volendo continuare con i numeri, 22 sono i gol fatti contro i 2 subiti in undici gare.

Per trovare l’ultima sconfitta dobbiamo tornare indietro nel tempo di quattro mesi, allo scorso ottobre, 0-1 casalingo con il Benfica. Per il resto una macchina che continua a viaggiare spedita e senza intoppi. La forma del Porto, da sempre squadra ben organizzata e ostica da affrontare, è straripante. Più zoppicante quella dell’Inter di Inzaghi che alterna grandi vittorie (vedi i due derby nel giro di poche settimane) a magri bottini (sconfitta casalinga con l’Empoli e pareggio con la Sampdoria), pur con diverse cose in comune con Conceiçao. A cominciare dalla Supercoppa vinta e dal secondo posto in classifica in campionato, benché con differenze punti diverse. Ma entrambe hanno una sola squadra davanti. E davanti, una di fronte all’altra, si ritroveranno anche a San Siro. Un’altra grande notte, un’altra grande impresa da compiere. Pane per i denti dell’Inter che di imprese quest’anno, specie in Champions League, se ne intende.

Inter-Porto, concentrazione e convinzione: così la squadra ce la fa

Massimo Balsamo

Il sorteggio è stato piuttosto favorevole, ma vietato abbassare la guardia. L’Inter lo sa bene e per questo motivo è necessario ribadire che con il Porto sarà tutt’altro che una passerella. La compagine lusitana guidata dall’ex Sergio Conceicao si sta giocando il titolo portoghese punto a punto con gli eterni rivali del Benfica e hanno già evidenziato di sapere recitare un ruolo da protagonista anche in Europa. Qualità e personalità le due parole chiave per Lautaro e compagni. A queste, ne va aggiunta una terza: solidità. Sì, perché la tenuta di squadra farà la differenza, soprattutto in un discorso sui 180 minuti. E l’Inter di questa stagione ha già dimostrato a più riprese di non poter fare affidamento alla robustezza difensiva dell’epoca contiana.

Anzi. Andare a segno non è quasi mai un problema per i nerazzurri, mentre desta particolare apprensione il dossier “gol subiti”. In campionato sono già 27 i palloni raccolti in fondo al sacco da Handanovic e Onana, numeri peggiori di quelli di Torino e Lecce. Ad eccezione della gara pirotecnica del Camp Nou contro il Barcellona e del doppio confronto con il Bayern, in Champions League l’Inter ha dimostrato di saper tenere botta. Con il Porto servirà lo stesso atteggiamento, considerato il potenziale offensivo dei Dragoes. Riflettori accesi su Taremi, faro del 4-3-3 biancoblu. L’iraniano è già a quota 16 centri tra Liga e Champions. Al suo fianco calciatori tecnici e veloci come Galeno e Pepe: occhio a quest’ultimo, tra i giocatori più in forma. Sulla sua fascia ci sarà Dimarco, le cui diagonali difensive hanno spesso lasciato a desiderare. Convinzione e concentrazione, ingredienti fondamentali per il cammino europeo.

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