Il mondo del calcio è in lutto per la morte di Pelé. Il più grande giocatore di sempre (una sorta di riconoscimento soggettivo che lo ha messo sempre a confronto con Maradona) è infatti venuto a mancare all’età di 82 anni dopo una lunga malattia. Il Brasile lo piange e lo piangerà a lungo ma anche il resto del mondo sta rendendo omaggio a una leggenda.
Pelé, la storia
I tre titoli mondiali vinti con il Brasile (di cui l’ultimo nel 1970 in finale contro l’Italia) non sono bastati a mettere tutti d’accordo. In particolare, c’è un’oggettiva macchia nella sua carriera da oltre 1200 gol: il fatto che non abbia mai giocato in Europa. Tutti i più grandi infatti si sono presto o tardi confrontati con il calcio del Vecchio Continente.
Pelè a Milano
Pelé ha sempre fatto spallucce, forte dei suoi trionfi e numeri da record, consapevole di essere stato comunque il più forte. Proprio a Milano, il 29 ottobre del 2004, parlò così. «C’è una grande affinità con l’Italia, forse perché a San Paolo ci sono tanti italiani. Tutto il buono della mia vita è iniziato con l’Italia a cominciare dalla benedizione del papa».
Pelè tra Inter e Milan
Nel 2016 comunque confessò di essere stato vicino all’Italia. «Avrei potuto venire a giocare anche nel Milan. Sto parlando degli anni Sessanta, quando poi i rossoneri presero Amarildo”. Senza dimenticare l’Inter, come ricordato da Massimo Moratti: «L’avevamo presoper la stagione 1958-59. Papà scattò subito e se lo assicurò, anticipando altre società interessate. Contratto regolare, firmato e solo da depositare. Ma appena la cosa fu orecchiata in Brasile, la gente si scatenò contro i dirigenti. Non era più un affare calcistico ma un caso di coscienza e così papà stracciò quel contratto».