Definire l’arte è una missione impossibile, definire un’opera d’arte totale lo è ancor di più, soprattutto se quest’ultima ha bisogno di tacchetti per muoversi. Il Velasca è un’associazione sportiva creata dall’artista Wolfgang Natlacen e da altri quattro appassionati di sport e arte. È una squadra di calcio che unisce tutte le forme d’arte, dalla pittura alla musica… concreta. Nel Velasca, i giocatori e gli artisti che vengono chiamati in causa hanno il difficile compito di creare, creare in campo, creare fuori dal campo.
Le casacche del Velasca come opere d’arte
Tutto viene pensato e ideato nei minimi dettagli, tutto viene fatto a regola d’arte: l’identità visiva, sonora, gli accessori, i biglietti e quindi le maglie. Le maglie sono la punta dell’Iceberg. Ogni stagione il Velasca confida a un artista la creazione delle sue casacche. L’artista si sostituisce ai classici sponsor delle maglie calcistiche – che il Velasca non vuole – ed è totalmente libero di creare quello che desidera e come lo desidera anche grazie al sostegno di Le Coq Sportif al fianco del club da ormai 7 stagioni (una cosa mai vista).
Le collaborazioni
Régis Sénèque, Zevs, Jiang Li, Pascale Marthine Tayou, Francesca Belgiojoso, Kendell Geers, Joël Andrianomearisoa, Nada Pivetta e ora il duo artistico 75070 hanno dato vita a maglie uniche, pezzi da collezione, veri multipli artistici in edizione limitata e numerata che il Velasca mette a disposizione per i suoi tifosi e simpatizzanti. Il Velasca si diverte a stare fuori dai mercati, sia dal mercato dell’arte sia da quello del calcio. Per questa stagione si è spinto oltre, chiedendo al duo artistico 75070 – contrazione dei codici postali di Parigi e Seul, città da dove provengono Mousset et Moon – di creare 500 maglie uniche.
La nuova maglia del Velasca, tra simboli e animali
Niente serigrafia, niente sublimazione, niente riproduzione meccanica, quest’anno ogni maglia sarà una composizione originale. E così gli artisti hanno disegnato e concepito 14 timbri, raffiguranti i simboli animali di Milano e del Velasca, la scrofa semilanuta, il piccione, il biscione, il cane e l’uomo che corre. Ogni maglia è stata poi “timbrata” con questi animali per dare vita a un patchwork, un serraglio urbano. L’ultimo tocco è stato quello degli artisti per i numeri di maglia.